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IL PROFUMO

Pubblicato da rossanocrotti il 17 luglio 2008

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Quella mattina la sveglia non suonò e Roberto non riusciva a staccarsi dal suo sogno. Era sempre più convinto di essere me. Finché non intravise, con gli occhi mezzi chiusi, la madre. La signora, trovandosi davanti il figlio simile ad un sacco di patate sfracellato e pestato da un camion (questo sembrava il nostro sognatore raggomitolato fra le coperte), non esitò a dargli una padellata in testa e andandosene accennò la minaccia di tornare con un secchio d’acqua. Ghiacciata.   Da qualche tempo a questa parte, infatti, il ragazzo  era stato ingaggiato nella bottega del padre, quindi gli orari da rispettare erano tassativi. Erano le otto del mattino (ed era tardi) e dopo aver bevuto velocemente il caffellatte preparato dalla madre in vestaglia , si buttò con la sua macchina color oliva sbiadito su una strada che non portava a nessuna meta voluta da lui. Arrivò quando  il traffico mattutino era nel pieno della sua attività e sui biscioni di cemento, si fiancheggiavano in colonna distinti signori in cravatta sulle loro auto, furgoni, motorini impazziti che schizzavano come palline da ping pong fra quel marasma. Roberto guardava tutti dal suo finestrino, quasi in colpa perchè fosse stato per lui, in quella gelida mattina, avrebbe volentieri lasciato quei tre metri d’ asfalto a qualcun’ altro. La bottega del padre era già aperta e le signore con le pellicce finte e ciabatte ai piedi cominciavano a far crocchio nel negozio. Il nostro eroe, si mise il grembiule e si preparò a servire la sua clientela. Sotto la prima. Prosciutto, stracchino, detersivo, dentifricio, patatine, due pile, olive, sapone, uno stura lavandino e le pastiglie per la dentiera.  “Trentasetteduecinquanta”. Ma la signora era inesorabilmente distratta da un altro suo esemplare che le parlava di come aveva tolto un callo in un piede. Il padre guardava e non capiva perchè il figlio non si inseriva, non comunicava e non dava confidenza alla sua trentennale clientela. Chi andava in quel piccolo negozio, rimasto in piedi nonostante l’avvento dei grandi centri commerciali, era perchè da più di una generazione quel posto è stato frequentato  sempre dagli stessi clienti e poi dai figli e ormai si conoscevano tutti. E fare due chiacchiere, per quelle signore, valeva sicuramente di più del risparmio offerto dai  freddi e mastodontici ipermercati. Quando entrò, Roberto non la notò neppure. Da dietro la colonna dei detersivi, spuntava solamente un ciuffetto di capelli raggruppato sulla testa con un fiocco colorato. Il suo profumo si mischiò con la moltitudine di odori che provenivano dal banco del pesce, dai salumi, ma rimase comunque nettamente distinto e gradevole. Quel giorno, il nostro amico si era almeno sentito utile. Mentre si mangiava un panino sui gradini del retrobottega (andare a casa a quell’ora era improbabile causa traffico). Aveva la coscienza a posto. Si era dato comunque da fare. Ma rimaneva in lui un inesorabile senso di insoddisfazione. Roberto guardava la pioggia che scendeva lentamente e si sentiva quasi chiuso da quei tetti, da quelle case, da quella gente. Dal cielo non filtrava un minimo spiraglio di sole. Roberto finì il panino. Fece qualcosa. Stare impegnato gli faceva bene. Aveva il camice bianco e il cappellino in testa. Come suo padre trent’anni fa. I tempi sono cambiati e lui si sentiva in dovere di aiutare questo cambiamento. O in meglio o in peggio, i cambiamenti sono comunque fondamentali . Il motore del mondo, ciò che fa andare avanti tutto. Il carro attrezzi passò davanti a Roberto con la sua auto attaccata dietro. L’aveva parcheggiata davanti ad un cassonetto pieno di sacchi dell’immondizia.Ore quattordici e venti.Nel mondo reale, da più di ventiquattr’ore cade una pioggia fitta e sottile. 

3 Commenti a “IL PROFUMO”

  1. wildant dice:

    scusami rossano….posso dirti che non l’ho capito? a parte che ci sono alcuni pensieri incompiuti ” Mentre si mangiava un panino sui gradini del retrobottega (andare a casa a quell’ora era improbabile causa traffico). ” …… grammaticalmente non funziona indipendentemente da qualsiasi significato profondo. Comunque in generale, mi sembra molto spezzettato e con molte cose lasciate in sospeso, volutamente credo, ma dal mio punto di vista il risultato raggiunto non è ottimale.
    Roberto sogna e crede di essere me … me chi?… chi è che è entrato e roberto neppure nota? che cambiamenti vuol fare roberto? …

  2. caterina dice:

    Rossano nn delude mai.
    uno spaccato di mond che mi piace ancora e orrei rimanesse.
    bellissimo il concetto sui cambiamenti.
    5 stelle

  3. martuz dice:

    è bello lo stile , però sono d’accordo con wildant… non ho capito molto… nemmeno che dovesse finireXD
    anche se è una scelta personale..pesno che scrivere qualcosa che si capisca possa far in modo di essere più apprezzati….non so forse devi fare una specie di compromesso tra il tuo stile e il gusto del pubblico…

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