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LA NOTTE

Pubblicato da rossanocrotti il 28 ottobre 2007

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LA   NOTTE


 


Nei giorni successivi, il mio sguardo assente fu notato da più persone. Persino in casa i miei percepirono un cambiamento positivo d’umore, nonostante regnasse il ventisei pollici con la nuova trasmissione di Pippo Franco. Le scrissi una poesia, approfittando di quel momento di grazia, che tenni per il momento gelosamente chiusa nel cassetto.


 


Muoio dalla voglia di rivederti, affogare nei tuoi occhi neri  mentre sto correndo per qualcosa che non so, ucciso dall’ipocrisia della gente, nell’ indifferenza di questa società. Sogno di riabbracciarti, stringendoti abbattere quel muro falso e stupido che c’è fra me e te, sotto il riflesso di una luna che sarà solo nostra, vivrò con te e in un respiro insieme, correremo per quello che siamo noi.


Nella forza più grande, la forza del sole.


Riflesso dorato di un miraggio così vicino, così lontano. Forza dei miei sogni, radice delle mie speranze di quella pianta che è la vita, ogni giorno più grande.


Il tempo chiama il tempo che stiamo vivendo, che stiamo perdendo, senza respirare queste notti fatte di nuvole, stelle, gesti, parole, silenzi……


 


Ore una e quarantacinque: dopo aver partorito tali profondi versi poetici, mi addormentai sulla poltrona rannicchiato come un gatto, Gino Vannelli in cuffia che cantava la sua “Hurts to be in love” e la debole luce della lampada sulla mia scrivania  che attirava stormi di zanzare.


Era una sera calda e afosa di fine giugno e da fuori dalla finestra si udiva il primo canto dei grilli. La temperatura negli ultimi giorni si era alzata di parecchi gradi .


Era una notte perfetta per sognare, data la mancanza di rumori. Era spesso così in questo paesino sincero e pulito abitato da gente forte e onesta, franca e cruda come chi ha passato la sua vita nei campi.


La luna era piena ed il cielo limpido e tempestato di stelle.


Io nella mia poltrona sognavo, quella notte, sognavo fiero ed orgoglioso il mio futuro, magari proprio con lei. Si, proprio con la ragazza a cui avevo appena scritto quelle parole sul foglio di carta davanti a me. La luna splendeva, le strade erano sgombre e poche persone insonni passeggiavano sulla riva della strada del centro chiacchierando in cerca di refrigerio. Il bar,  cuore del paese stava chiudendo e i rumori si facevano sempre più radi in quel Venerdì notte di fine giugno in un piccolo paese in provincia di Reggio Emilia.


Il cuore del mio mondo. Il paese delle mie radici.


Sognavo come sognava Ennio e si rinfrancava di aver recuperato la sua famiglia. Sognava che tutto tornasse come prima.


Il mio amico Giovanni, nel suo appartamento con le finestre aperte non so cosa sognasse, forse voleva lasciar fare tutto al destino, al caso, ora che aveva capito che non era  solo lui a decidere per la sua vita. A volte avvenimenti imprevedibili possono  cambiarti il modo di pensare.


Sognava Carlo, che la sua bambina nasca bene e senza complicazioni  e grazie Signore che mi hai dato una bella famiglia.


Ora solo il canto dei grilli, ritmato e monotono, era la voce del paese. Il mio paese che vuol diventare grande, ma la sera tutti quanti sappiamo quali sono i veri valori  e ci riteniamo fortunati al mattino a vedere la campagna quando ci svegliamo. Cantate grilli, padroni del paese, tutti stanno sognando ed ora anch’ io sto vedendo il mio futuro in un desiderio ed ho una gran voglia che si realizzi .


Ruggero non dormiva, nel suo letto, nella sua cameretta troppo piccola per lui .


In quella vita troppo grande .


E quella notte, nell’ immobilità apparente delle cose, ognuno di noi, con i propri sogni alimentava un infinito brulicare di idee, pensieri, desideri più o meno realizzabili. Era quello il momento della giornata in cui ciascuna persona era faccia a faccia con la propria anima. E da li nasceva la vera forza della vita. I sogni  e l’ infinito desiderio che diventino realtà. Costruire un futuro. La voglia di fare qualcosa. L’amore. Valeriana,  ti amo……


Ore tre e quarantacinque. Una bellissima notte d’estate.


 

Un commento a “LA NOTTE”

  1. emmaus 2007 dice:

    Notte poetica, da sogno. Niente affatto male. Bravo!

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