Andrea

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Il Curvante (1)

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La Grande Nave attendeva nell’area del Sistema Solare convenzionalmente riservata agli arrivi e alle partenze dei viaggi con propulsione a curvatura. Da li’, partivano le poche rotte interstellari fino ad allora stabilite, allontanandosi rapidamente dal Sistema Solare in direzione perpendicolare al suo piano orbitale.
Ai giovani astronauti si racconta sempre come nei primi viaggi a curvatura si fosse stati cosi’ ingenui (o imprudenti, o sfortunati, o stupidi a seconda di chi raccontava la storia), da provare a viaggiare con le navi interstellari dentro il Sistema Solare, sul piano orbitale dei pianeti piu’ vicini al Sole. Le conseguenze furono ovviamente disastrose: quando una nave a curvatura passa in prossimita’ di un pianeta, il Curvante (o meglio, il computer che gestisce le sue facolta’) deve modificare la curvatura attorno alla nave in modo da compensare l’effetto della gravita’ del corpo celeste.
L’entita’ della correzione da apportare, ed il tempo necessario per applicarla, dipendono dalle masse in gioco (quella del pianeta e quella della nave) e dalla velocita’ relativa tra nave a pianeta.
Quindi una Grande Nave che passasse a velocita’ superluminale in prossimita’ di un pianeta, non avrebbe alcuna speranza di compensare in tempo l’effetto del campo gravitazionale esterno, e finirebbe ridotta letteralmente in mille pezzi dalle sollecitazioni meccaniche che subirebbe.
Per viaggi dentro il sistema solare si impiegavano percio’ navi di dimensione media o piccola, che potevano muoversi piu’ velocemente.
Usare una Grande Nave diventava vantaggioso solo se ci si allontanava velocemente dal Sole e dai suoi pianeti. Per questo esistevano le Aree di Attracco. In ogni periodo dell’anno, la Direzione Traffico Stellare indicava, considerando le orbite e le fasi dei vari pianeti e di tutti i maggiori asteroidi, le aree di spazio piu’ libere, cioe’ le piu’ lontane da pianeti e asteroidi. Da li’, e solo da li’, le Grandi Navi potevano partire, dapprima a velocita’ relativamente modesta, verso lo spazio aperto. Navi piu’ piccole si occupavano del trasporto di uomini e materiale da e verso le Grandi Navi.
Su una di queste navi si trovava il giovane Alex, mentre osservava su un monitor la Grande Nave verso la quale erano diretti.
“La mia Grande Nave”, penso’ con una punta di orgoglio.
A diciassette anni appena compiuti, era arrivato al punto del suo addestramento in cui le capacita’ di un Curvante venivano finalmente messe alla prova sul serio: spingere una delle piccole navi trasporto era un gioco da ragazzi, se confrontato con quello che lo attendeva. Non che gli venisse richiesto alcuno sforzo: il computer si collegava al suo neurochip, e prendeva il controllo delle sue facolta’ curvanti. Tutto cio’ che doveva fare era non interferire, cioe’ restare lucido e sobrio.
Il Talento di un Curvante non era pero’ diverso da qualsiasi altra caratteristica dell’uomo: andava addestrato. Non era pensabile arrivare a spingere una Grande Nave senza aver prima passato anni e anni allenandosi su cose piu’ piccole. A partire dai granelli di sabbia fino alle piccole navi, passando per mele, angurie, cani, autovetture, elefanti, icebergs.
Non era purtroppo solo una questione di allenamento. Ogni Curvante aveva un limite intrinseco oltre il quale non poteva andare, neanche allenandosi. E se ne accorgeva solo quando ci si trovava davanti. Fino ad ora Alex si era mostrato all’altezza di tutte le prove cui era stato sottoposto. Certo, avrebbe potuto accontentarsi di prestare servizio a bordo di navi piu’ piccole ma, come tutti i Curvanti, fin da piccolo aveva sempre sognato di guidare una Grande Nave, vedere stelle sconosciute, tracciare rotte nuove. Magari incontrare nuove forme di vita. Insomma, il Sistema Solare gli andava stretto.
Lentamente, il computer di bordo guido’ la nave trasporto fin dentro l’hangar della Grande Nave. Attraverso il sottile schermo che impediva all’aria di disperdersi nello spazio. La nave attracco’, e i passeggeri scesero. Non erano molti, a dire il vero. Utilizzare come test per un nuovo Curvante una nave piena zeppa di gente non era considerato opportuno. Gli incidenti ormai non avvenivano quasi piu’, ma meglio essere prudenti.
Un ufficiale in divisa venne ad accoglierlo.
“Tu devi essere Alex. Benvenuto a bordo. Sono il Capitano Robins.”
“Piacere d’incontrarla, capitano”
“Piacere mio. Allora, ti piace la mia nave?”
Robins era in servizio su quella nave da abbastanza tempo per sapere che i Curvanti tendevano a mettersi in testa strane idee, e di solito preferiva far capire da subito che, se loro remavano, lui teneva il timone.
“E’ la prima Grande Nave che vedo dal vivo, signore. Si’, la trovo molto impressionante.”
“Bene, sono felice che ti trovi a tuo agio. Daro’ disposizioni perche’ ti venga mostrato ogni angolo della nave. Avrai un paio di giorni per rilassarti e far conoscenza con l’equipaggio. E col nostro Curvante, ovviamente. Immagino che ti abbiano detto come funziona il test.”
“Si’ capitano, ne sono stato informato”
Guidare una Grande Nave era una faccenda delicata. Prima di tutto per il valore immenso della nave in se’. Poi per il grande numero di persone a bordo. Per questo motivo di solito non si lasciava mai un giovane Curvante da solo alla propulsione. Le navi dedicate ai test venivano equipaggiate con uno speciale computer, in grado di gestire in parallelo due connessioni a due diversi Curvanti. In questo modo un Curvante esperto teneva saldamente in pugno (si fa per dire) la curvatura della nave, mentre il giovane gli subentrava solo lentamente. Al minimo segnale che l’esaminando aveva raggiunto il suo limite naturale, il test terminava e il viaggio della nave andava avanti in tutta tranquillita’.
“Ottimo, allora. Ti prego di scusarmi, ma ho altre faccende di cui occuparmi. Spero che vorrai essere mio ospite questa sera a cena.”
“Volentieri, signore, a piu’ tardi.”
Non che gli andasse sul serio. Quel capitano gli stava decisamente sulle scatole. Trattare cosi’ un Curvante! E per di piu’ uno dei migliori del suo corso! Per fortuna il test sarebbe durato non piu’ di tre giorni. Poi se ne sarebbe andato, e addio capitano Robins.
Per adesso, aveva proprio voglia di visitare la sua nave.

andrea

Autore: andrea

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2 Commenti

  1. Questo Alex già mi sta simpatico, i curvanti sono i personaggi che preferisco… Non vedo l’ora di leggere il resto. ^__^

  2. eheh, cocordo con fabio, davvero un eccellente lavoro, anche io attendo la seconda parte…anche se mi è piaciuto di più il sognante come pg!

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