Andrea

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Il Curvante (2)

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La cena col capitano Robins non fu nulla di speciale, ma sia lui che l’ufficiale erano abbastanza ben educati da evitare che la reciproca antipatia guastasse la serata a loro e agli altri invitati. Fu li’ che Alex conobbe Arianne, il Curvante della nave. Era una donna sulla cinquantina, simpatica anche se non proprio estroversa.
“Allora, Alex, che ne pensi della mia nave?” gli chiese Arianne, lanciando uno sguardo a meta’ tra l’ironico e il beffardo al capitano. Robins rispose con un sorriso.
“Impressionante, Arianne. Non vedo l’ora di provare a guidarla”
“Beh, ovviamente sai bene che, strettamente parlando, tu non guiderai un bel niente. Sara’ gia’ tanto se ti accorgerai di essere connesso al computer di bordo.”
“Certo, lo so” rispose Alex con un sorriso. “Tuttavia deve essere una strana sensazione, no?”
“Si’, ma non e’ tanto una sensazione fisica, quanto piuttosto una consapevolezza… Anche se la natura non ti ha dato alcun senso capace di percepirlo, sei tu che spingi la nave, sei tu che puoi curvare lo spazio come neanche mille soli riuscirebbero a fare. Sei tu che fai quella che, visto lo stato attuale della ricerca scientifica sui Curvanti, e’ a tutti gli effetti una magia.”
“Bello. Io sarei il mago di bordo.”
“No Alex, io sono il mago di bordo, tu sei il mio apprendista” fece Arianne, sorridendo. Era un sorriso bello, di quelli che dicono molto. Intanto era un sorriso sincero, non di convenienza. Trasmetteva calore come solo un viso con qualche ruga puo’ fare, e raccontava anche dei tanti apprendisti visti fino ad ora, della contagiosita’ dell’entusiasmo giovanile, del rammarico per aver lasciato che il tempo e la prassi divorassero il suo, di entusiasmo.
“E’ molto che pratichi i tuoi incantesimi qui?”
“Ho iniziato piu’ o meno alla tua eta’, e prima di finire col capitano Robins ho prestato servizio su altre cinque Grandi Navi.”
“Niente male come curriculum!” fece Alex, sinceramente stupito. Cinque Grandi Navi significava un decimo di tutta la flotta. Aveva praticamente davanti un pezzo di storia della navigazione spaziale.
“Grazie”
“E come mai…” Alex si interruppe, cercando di formulare la sua domanda in maniera che non risultasse troppo offensiva
“… come mai mi sono ridotta a fare da esaminatrice a te, vuoi dire?” di nuovo quel sorriso. Per fortuna, altrimenti Alex avrebbe creduto di averla offesa. Invece l’atteggiamento di Arianne diceva che andava tutto bene, che era abituata a quel genere di domande.
“Perche’ lo trovo interessante. E anche stimolante, da un certo punto di vista. Inoltre ho delle blande capacita’ empatiche, e la Direzione trova che questo sia molto utile per mettere a proprio agio gli esaminandi”.
Ecco cos’era! Arianne non solo era una delle Curvanti piu’ esperte, ma aveva anche un tocco del Talento di Sognante.
“Pensavo che la combinazione di Curvante e Sognante fosse estremamente rara…”
“Lo e’, ma non come si crede solitamente. Uno dei due Talenti finisce col predominare, e l’altro sparisce. Se fosse un arto normale potremmo dire che si atrofizza.”
“Anche io ho una leggera sfumatura da Sognante”.
“Si’, l’ho letto nella tua scheda. Ma non preoccuparti, non ti sara’ d’impaccio per il test. Semmai il contrario. Il che mi ricorda che e’ importante che tu riposi. Vai a letto, ora. Non ti e’ permesso prendere nessun farmaco, e in particolare nessun sonnifero. Allo stesso modo domattina non potrai prendere stimolanti di nessun tipo, neanche un caffe’, quindi vedi di dormire abbastanza.”
“D’accordo. Vado. Buona notte, e’ stato un piacere incontarla.”
“Piacere mio, Alex. Buona notte anche a te. Domani partiremo. Il tuo test sara’ dopo domani. Ti faro’ sapere l’ora esatta.”

L’indomani Alex si sveglio’ presto e passo’ la giornata in giro per la nave. Il vantaggio degli esami da Curvanti era che non c’era assolutamente nulla che si potesse fare per prepararsi. Era un po’ come fare un esame per scoprire se si avevano gli occhi azzurri. Questo, anche se non eliminava l’ansia che accompagna ogni esame importante, per lo meno gli permetteva di godersi la permanenza sulla Grande Nave.
Verso sera, la voce del computer di bordo informo’ l’equipaggio che le operazioni di carico erano terminate, e che il viaggio sarebbe iniziato di li’ a qualche minuto.
Alex vide Arianne che passeggiava poco distante da lui, e penso’ di avvicinarsi per salutarla, ma all’ultimo momento cambio’ idea, perche’ non voleva disturbarla.
Il quel momneto lei si giro’ verso di lui e lo saluto’.
“Alex! Che bello vederti! Vieni, facciamo due passi. Quando un viaggio sta per cominciare, per qualche motivo tutti pensano che sia meglio non distrurbare il Curvante di bordo, ed io finisco per trovarmi sempre sola come un cane.”
“Beh, la cosa mi sembra comprensibile…”
“Certo, lo e’, non sto rimproverando niente a nessuno. Ma tu dovrai imparare che, tra le molte cose che possono interferire con l’operato di un Curvante, non c’e’ la buona compagnia. D’altronde ti accorgerai ben presto che, anche quando non siamo in servizio, la gente ci guarda in modo strano. Quasi sospettoso. Come ti dicevo a cena ieri, noi siamo l’equivalente moderno degli stregoni di un tempo. Si vocifera che abbiamo dei poteri immensi, preclusi al resto del genere umano, la cui natura e’ del tutto sconosciuta. La nostra situazione e’ aggravata dal fatto che, a differenza di maghi e streghe, i nostri poteri sono decisamente reali, come vedrai tu stesso tra poco.”
“Io pensavo che i Curvanti fossero amati e rispettati…”
“Rispettati certo, ma non per amore. Piuttosto direi che siamo indispensabili. Se un giorno si scoprisse una macchina capace di fare cio’ che facciamo noi, che fine pensi che faremmo?”
“Disoccupati, direi, ma per lo meno decisamente ricchi”
“Esattamente, ma la generazione successiva alla nostra non avra’ avuto occasione di arricchirsi usando il proprio Talento. Finiranno a fare i Lavoranti.Inoltre la Gestione smetterebbe di pianificare i matrimoni in modo da massimizzare la probabilita’ di ottenere un Curvante. Piano piano spariremmo dalla circolazione. Un problema in meno.”
“Pensa di essere un problema per la societa’?”
“Alex, noi siamo un problema enorme per la societa’. E’ per questo che ci coprono di soldi. Io, te e qualche altro centinaio di individui abbiamo in mano le sorti dell’economia di tutto il Sistema Solare. Io, qualche altra decina di persone, e forse tu, controlliamo il commercio di tutta la galassia. Se decidessimo di suicidarci tutti insieme, sarebbe una catastrofe. Credimi, piu’ che amarci, le altre persone ci odiano profondamente, anche se magari non se ne accorgono. Preferirebbero vedere al nostro posto una bella macchina, esente da desideri e capricci, obbediente, priva di ogni diritto.”
“Ok, e’ ora di partire. Guarda, questa e’ la speciale interfaccia per la guida di una Grande Nave.”
“Ok, e’ ora di partire. Guarda, questa e’ la speciale interfaccia per la guida di una Grande Nave.”
Arianne gli stava mostrando una specie di collare, a sezione quadrata di un paio di centimetri di lato. Dall’interfaccia fuoriusciva un cavo. Arianne si mise il collare, ed attacco’ il cavo al suo neurochip.
“Ecco fatto. L’interfaccia e’ piu’ complessa rispetto a quelle cui sei abituato perche’ dovro’ controllare un volume molto piu’ grande, e quindi avere accesso ad una quantita’ di energia maggiore.”
“Che sensazione si prova?”
“Nulla, te l’ho detto. E’ esattamente come guidare una delle piccole navi che gia’ hai provato. Alcuni Curvanti riportano di aver avvertito un leggero formicolio, ma a me non e’ mai capitato. Gli scienziati comunque ritengono che sia una sensazione vera, dovuta all’intensa sollecitazione cui sono sottoposte alcune aree del cervello quando le nostre facolta’ vengono attivate. Siamo ragionevolmente sicuri che la cosa non sia persicolosa. Se domani dovessi sentire un formicolio, non preoccuparti.”
“Sentito niente?” Chiese lei.
“Nulla, perche’?”
“Ottimo allora. Il nostro computer di bordo e’ uno dei modelli migliori. Il viaggio e’ cominciato un paio di minuti fa, ma la curvatura viene applicata gradatamente, ed in modo che lo spazio dentro la nave resti sempre piatto. Se tu avessi sentito qualcosa, allora avremmo dovuto lamentarci col capitano” concluse con un sorriso.

Quella notte Alex non riuscì a dormire quanto avrebbe dovuto. Anche se sapeva che l’esito dell’esame non dipendeva dalla sua volontà più di quanto dipendesse dal suo segno zodiacale, non poteva fare a meno di pensare che dall’indomani tutta la sua vita sarebbe cambita. Il fatto di non poter prendere alcun sonnifero non rese di certo le cose più semplici. In un modo o nell’altro passò la notte, solo per trovarsi, al mattino, ancora più nervoso.
A pranzo Arianne lo raggiunse a mensa.
“Allora, Alex, come va?”
“Lei che ne pensa?” rispose, senza neanche provare a nasconderle la sua agitazione.
“Agitato, suppongo, come tutti. Un giorno ti racconterò come stavo io il giorno del mio esame… Ma adesso abbiamo cose più importanti da fare. Che ne diresti di provare a guidare la mia nave?”
“Mi sta dicendo che l’esame comincia adesso?!?”
“Sei un ragazzo sveglio, non c’è che dire… Vieni, seguimi.”
Lo condusse in una stanza vuota, dalle pareti completamente nere. Al centro due poltrone di pelle, bianche. Su un tavolino tra le poltrone c’era un collare, simile a quello che Arianne stava indossando.
“Allora, siediti pure. Aspetta, ti metto io l’interfaccia. Ecco, collegala al neurochip.”
“Fatto. E ora?”
“E ora stai tranquillo e rilassati. Lo so che è più facile a dirsi che a farsi. Guarda me, concentrati sulla mia voce, e rilassati. Tutto andrà per il meglio. Vedrai che ce la farai…”
Arianne stava evidentemente dando fondo a tutte le sue capacità empatiche, visto che Alex già si sentiva molto meglio.
“Ok, ora il computer di bordo inizierà molto lentamente a deviare attraverso di te parte del flusso di energia gestito dal mio cervello. La curvatura prodotta da me si andrà pian piano affievolendo, e si sovrapporrà a quella prodotta da te. Né io né te ci accorgeremo di nulla… Se dovessi sentire qualcosa di insolito, avvisa me immediatamente, ma senza perdere la calma: la suggestione e l’agitazione possono giocarti brutti scherzi, ma io sarò in grado di distinguere le allucinazioni dalle sensazioni vere.”
“Ok, quando cominciamo?”
Arianne si concesse un sorriso: “Abbiamo già cominciato, e vai alla grande. Ora calmati, e dimmi cosa provi.”
“Nulla…”
“Ecco, vedi, va tutto per il meglio. Il computer mi informa che hai già superato il tuo precedente limite di potenza.”
“Immagino che sia una buona notizia”
“Sì”, sorrise lei, “ma ti manca ancora un bel po’ per poter controllare la mia nave”
“Allora ci toccherà aspettare…”
Alex non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato. Nella stanza non c’era nulla che lo aiutasse a tenere il conto dei minuti, e lui non aveva con sé il suo orologio. Ogni tentativo di chiedere ad Arianne quanto tempo mancava aveva prodotto solo inviti alla calma e alla pazienza. Con tutto il rispetto per la simpatica Curvante, iniziava a dargli un po’ sui nervi…
“Alex, in questo momento stai producendo l’ottanta per cento della curvatura. Se continui così mi toccherà trovarmi un altro lavoro. Come va?”
“Tutto ok. Sento un leggero formicolio alla nuca, ma potrebbe essere la posizione.”
Lei si chinò su di lui e lo guardò fisso negli occhi per qualche secondo.
“Ok, non hai le traveggole. Il formicolio che senti è vero, ma non ti so dire a cosa è dovuto. Come ti dicevo, è un fenomeno abbastanza comune. Continuiamo il test.”
Sarà pure stato un fenomeno comune, ma il formicolio stava crescendo in intensità, e ormai era quasi fastidioso. Alex pensò che era cosi’ vicino alla fine del test, che tanto valeva stringere i denti. Chiuse gli occhi e si concentrò sul formicolio, cercando di convincersi che non esisteva, che non era poi tanto fastidioso…
Tutto accadde in una frazione di secondo. Ripensandoci, non fu mai in grado di descrivere nel dettaglio quello che successe. Seplicemente il linguaggio umano non aveva i termini adeguati. Mentre il computer di bordo utilizzava il suo cervello per dirigere una quantità di energia mostruosa attorno alla Grande Nave, generando ormai il cento per cento della curvatura necessaria al suo viaggio, i suoi occhi si aprirono.
Non che prima li avesse chiusi, ma quello che gli accadde fu proprio ciò che aveva sempre immaginato dovesse provare un cieco nato che riacquistasse la vista. Era come se avesse scoperto un senso che prima non conosceva. Improvvisamente Alex era consapevole dello spazio attorno a sé come non lo era mai stato. Non solo lo vedeva, non solo ne percepiva i rumori o gli odori o la temperatura, ma ne avvertiva la curvatura.
Arianne si doveva essere accorta che qualcosa non andava.
“Alex, i tuoi parametri vitali sono alterati. Troppo alterati. Hai per caso visto un fantasma? Tranquillizzati, l’esame l’hai passato…” in quel momento si voltò a guardarlo, e quello che vide non la tranquillizzò affatto. Alex era pallido, sudava freddo e strabuzzava gli occhi. Comunicò mentalmente al computer di fornirle un quadro più esatto delle sue attività cerebrali, e chiese di amplificare leggermente le proprie capacità da Sognante.
“Alex, ascoltami, va tutto bene. E’ importante ora che tu ti calmi”
Il computer le passò i dati che aveva chiesto.
“Alex, stai usando più del dovuto il tuo Talento secondario. Ora fai come ti dico e disattivalo subito.”
Nessuna risposta.
“Alex, te lo ripeto, tutto è andato per il meglio, sei un Curvante a tutti gli effetti. Ora per favore parlami.”
“Computer: mettimi in comunicazione diretta con la sua mente. Vediamo se mi ricordo ancora come si fa il Sognante.”
Mentre Arianne lo informava che tutto andava bene, gli ordinava di tranquillizzarsi, e si scambiava alacremente informazioni col computer di bordo, Alex era altrove.
Stava osservando, col suo nuovo senso, lo spazio attorno a sé. Vedeva come dei sottili tentacoli che partivano dalla sua testa, e si allungavano per centinaia di metri, attraversando i motori, fino a raggiungere lo spazio attorno alla nave. Lì facevano qualcosa. Alex non avrebbe saputo come descriverlo in termini esatti. Era come se si aggrappassero allo spazio e lo tirassero. I tentacoli pulsavano, pieni dell’energia che attingevano dai motori della Nave.
Con prudenza, tentò di spostare uno dei tentacoli, ma senza successo. Ogni volta che lo muoveva, anche solo di un po’, qualcosa (il computer di bordo, probabilmente) lo riportava immediatamente al suo posto.
Allora provò a creare un tentacolo tutto suo. Dopo qualche tentativo, riuscì a produrre un tubicino lungo qualche metro, che però stava agli altri come un lombrico a un’anaconda. Provò ad afferrare lo spazio nella stanza col suo tentacolo, ma il solo tentativo lo fece dissolvere nel nulla. Allora cambiò strategia, e indirizzò un nuovo tentacolo verso i motori della nave. Provando ad imitare il comportamento degli altri. La sensazione che provò quando il suo tentacolo si riempì di energia va al di là i ogni possibilità di descrizione. Spostando il tentacolo, poteva sentire ogni singola molecola del suo corpo, della nave e dello spazio circostante come se fosse parte di sé. Ne avvertiva le vibrazioni, le rotazioni, lo spostamento, l’impercettibile curvatura che provocava nello spazio. Sentiva le deboli correnti elettriche del cervello di ogni membro dell’equipaggio, e quelle più forti e sgraziate dei circuiti del computer di bordo. Era come se l’energia della nave avesse messo a fuoco le sue nuove percezioni, trasformandole da una confusa percezione della curvatura globale dello spazio a quanto di più vicino all’onniscienza si potesse immaginare. Tutto ciò che poteva raggiungere col tentacolo, lo poteva conoscere alla perfezione, nel senso che lo sentiva come se fosse una parte del suo corpo.
Non gli sfuggì neanche l’agitazione di Arianne, o l’allerta lanciato dal computer di bordo per un’inaspettata perdita di potenza ai motori.
Con uno sforzo sovrumano, riuscì a dissolvere il suo tentacolo e a richiudere i suoi nuovi occhi, e a rivolgere la sua attenzione alla sala dell’esame.
“Computer: mettimi in comunicazione diretta con la sua mente. Vediamo se mi ricordo ancora come si fa il Sognante.”
“Arianne…”
“Alex, grazie a Dio! Come ti senti?”
“Un po’ scombussolato…”
“Non sai che paura mi hai fatto prendere. Stavo quasi per entrarti nella testa, ed e’ una cosa che odio fare…”
“Grazie, non ce ne sarà bisogno, ora va tutto bene”
“Mica crederai di cavartela così! Voglio sapere cosa ti è successo esattamente.”
Alex sentì per un secondo che di lei si poteva fidare, che non c’era nulla di male a raccontarle tutto, che lei sicuramente avrebbe capito e gli avrebbe spiegato cosa era successo… ma il secondo successivo, si ricordò che lei era pur sempre una Sognante, e che quindi non poteva fidarsi delle proprie sensazioni in quel momento.
“Non so cosa mi sia successo… Ho avuto un improvviso giramento di testa. Deve essere stato lo stress. E il fatto che stanotte non ho chiuso occhio…”
“Ok, il computer non ha nulla di speciale da riportare, dice che ora sei nella norma. Ora fili subito in camera tua, e non ne esci fino a che non avrai dormito abbastanza. Il computer controllerà.”
“Sì certo, grazie. Mi dispiace di averla fatta preoccupare.”
“Non fa nulla, sono cose che capitano. Ora vai. Buon riposo”
“Grazie, a domani”
“Ma come, non mi chiedi com’è andato l’esame?!? Non vorrai mica togliermi la soddisfazione di dirtelo…”
“Dirmi cosa?”
“Che sei un Curvante di prima categoria. Congratulazioni.”
Alex non era un gran che come attore, e non poteva certo dire che la notizia di Arianne fosse per lui una sorpresa. Così decise di scegliere la maniera più semplice. Le corse incontro e l’abbracciò.
“Grazie!” le disse, e corse via, in camera sua.
“Prego, non c’è di che” disse Arianne alla stanza vuota.
“Sarai un Curvante coi fiocchi”.

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Autore: andrea

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2 Commenti

  1. Non so proprio come tu abbia fatto a tirar fuori dalla tua testa l’intera storia, ma sono proprio contento che tu ci sia riuscito. ^__^ Complimenti..l’intera raccolta è veramente bella!

  2. Anche se lungo, è stato un vero piacere leggere qualcosa di così ben scritto, ho passato un bel momento a gustarmelo!!!

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