Andrea

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Aria e Acqua

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Milbar arrivo’ in vista di Sheekhar al tramonto. Il sole ormai semi sommerso lanciava schegge infuocate nel mare che tentava di ingoiarlo, e tingeva di un tenue color arancio le bianchissime pareti degli edifici della cittadina.
Era una citta’ di media grandezza e, se nessun altro Incantatore l’aveva visitata di recente, probabilmente sarebbe riuscito a ricavarne una discreta quantita’ di denaro. Abbastanza per giustificare i tre giorni di viaggio, almeno.
Dei bambini gli si avvicinarono, incuriositi sicuramente dalla sua veste. L’acceso color rosso, reso quasi incandescente dalla luce del tramonto, di certo non passava inosservato. Milbar ricordava ancora la sua giovinezza, i pomeriggi estivi passati con lo sguardo fisso sull’orizzonte, scrutando da lontano ogni viandante. E quando, di tanto in tanto, appariva una veste rossa brillante, via di corsa, col cuore che batteva forte, a vedere se veramente si trattasse di un Incantatore. La maggior parte delle volte era un falso allarme (magari solo un mercante, o un messaggero di un regno confinante). Quando pero’, avvicinandosi ormai senza fiato, scorgevano l’inconfondibile medaglione dell’Ordine, allora diventavano incontenibili.
“Eccellenza! Quanto si fermera’ in citta’?”
“Eccellenza! Ci faccia vedere qualcosa!”
“Eccellenza! quando fara’ il primo spettacolo?”
L’Incantatore era di solito cordiale con i bambini che lo accoglievano (era questa una delle direttive piu’ strette dell’Ordine), e a meno che non fosse troppo stanco per il viaggio, non negava mai un piccolo assaggio del suo spettacolo.
Milbar non faceva eccezione, ed aveva un certo bisogno della pubblicita’ che i piccoli gli avrebbero fatto in citta’, per cui decise di concedere un po’ piu’ di un assaggio. Scese dal suo cavallo e si sedette sulla sabbia. Subito tra i bambini scese il silenzio, e cominciarono a guardarsi attorno nervosamente, curiosi di sapere cosa sarebbe successo.
Lentamente, si alzo’ una leggera brezza, che comincio’ a soffiare via via piu’ forte tra i bambini, scompigliandone i capelli, e strappandogli qualche allegra risatina. Improvvisa come era arrivata, la brezza spari’, e alcuni dei presenti non riuscirono a nascondere la propria delusione. I meno pazienti stavano gia’ per alzarsi e andarsene, quando una bambina indico’ un punto in lontananza, lungo la riva.
“Guardate, arriva qualcuno!”
Solo che c’era qualcosa di strano… era una nuvola di sabbia, come quella che avrebbe potuto alzare una decina di uomini a cavallo, ma di cavalli non se ne vedeva neanche l’ombra. La nuvola si avvicino’, e sotto lo sguardo meravigliato dei piccoli prese la forma di un gruppo di bambini. Anzi: non di un gruppo di bambini. Di quel gruppo di bambini. Il vento stava modellando la sabbia all’interno della nuvola dandogli forme in tutto identiche al pubblico dell’Incantatore. Ognuno poteva vedere, restando senza parole per lo stupore, un suo gemello fatto interamente di sabbia. Che per di piu’ si muoveva, correva, saltava, giocava con gli altri bambini di sabbia.
Ad un certo punto accadde qualcosa: i bambini di sabbia si dissolsero nella nuvola, una parte della quale si stacco’ per andare ad immergersi nel mare. La sabbia bagnata, col suo colore piu’ scuro, si fuse poi di nuovo con la nuvola principale, e lentamente i bambini di sabbia ricomparsero. Questa volta pero’ erano colorati! La sabbia asciutta, di un rosa quasi bianco, era usata per la pelle del corpo, quella bagnata, per le suole delle scarpe. Tutte le altre gradazioni erano ottenute mescolando le prime due, e l’effetto era veramente tale da lasciare senza parole anche il piu’ navigato degli spettatori, figuriamoci un pubblico di bambini.
Lentamente, ogni bambino di sabbia si avvicino’ al suo sosia in carne ed ossa, gli prese la mano, e poi si dissolse. I piccoli guardavano il pugno di sabbia che restava loro in mano come se fosse il piu’ grande tesoro del mondo, e se lo mettevano subito in tasca, prima che il vento glielo portasse via.
Quando anche l’ultimo bambino fu sparito, Milbar si alzo’, stanco ma soddisfatto. La trovata della sabbia bagnata era stata veramente un colpo di genio, e il risultato notevole. Doveva ricordarsi di usarlo nei prossimi spettacoli.
“Coraggio, per ora dovrete accontentarvi! Correte ora, che in citta’ le vostre famiglie vi staranno aspettando. Il primo spettacolo sara’ domani dopo il tramonto.”

Scusate, ma il resto del racconto lo taglio perche’ voglio provare a pubblicarlo :)

andrea

Autore: andrea

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4 Commenti

  1. Ottimo lavoro, la tua iniziazione al fantasy è stata eccellente!!!!!

  2. Molto bello il finale dove hai ricollegato l’immagine della città che brucia con lo spettacolo dell’Incantatore. Finale per modo di dire, spero proprio che continui. Ho il sospetto che Milbar tornerà indietro.
    E’ scritto molto bene, c’è solo un passaggio che non mi è piaciuto, dove hai ripetuto “gli uni contro gli altri”.
    Aspetto il seguito, e vedi di essere veloce…grazie! ^_*

  3. Mi auguro che continui e che ci esca un bel libro.
    Complimenti e guarda che, se te lo dico io che odio il fantasy, mi puoi credere….

  4. In bocca al lupo, allora… In particolare mi è piaciuto il realismo con cui hai descritto il comportamento dei bimbi, ha dato un tocco di concreto alla bella e surreale atmosfera in cui si svolge la vicenda… spero di poterne leggere il seguito a breve! :o)

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