NEI GIARDINI DEL FALL-OUT

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Si ripropone in questi tempi di crisi l’idea di vivere a credito, la scelta nucleare, che lascia ai nostri figli i debiti da pagare per i nostri consumi di oggi, mi aveva nel 1977 ispirato queste brevi righe di sogno.

gatti e delfini

giocano;

tranquilli,

nei giardini,

sotto il sole,

nelle fontane,

sotto le querce

ombrose e scure

e la cenere si posa,

lenta,

sui loro sorrisi,

sui loro occhi,

accesi;

bimbi di marmo,

al guinzaglio,

girano in tondo

e la cenere si posa,

lenta e leggera,

sui loro capelli dorati,

ora grigi e, piano,

ognuno si confonde

nel crepuscolo

che avanza.

MI 13-3-77

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3 Commenti a NEI GIARDINI DEL FALL-OUT

  1. jerry dice:

    Che angoscia: il crepuscolo nucleare!

  2. andreaandrea dice:

    Ciao Bernardo. Gran bel testo. Anche se sono partito prevenuto (essendo completamente in disaccordo con le tue premesse) sono riuscito comunque ad apprezzarlo.
    Grazie per avercelo fatto leggere :)

  3. crunch dice:

    Se definirla crepuscolare sembra uno scherzo, non importa, com’è dolcemente dolente, impotente.

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