Racconti di Sergio

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La prova di Lehenia

Pubblicato da Sergio il 15 novembre 2007

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«Vieni Lehenia, non aver paura.»
La giovane ragazza seguiva in silenzio i passi del padre sentendo puntati su di sé gli sguardi degli abitanti del villaggio.
Per Lehenia della Casa della Caccia quello era un giorno importante: gli Spiriti l’avrebbero ascoltata e avrebbero sancito chi di loro l’avrebbe protetta. La parte spaventosa per lei era l’eventualità che nessuno spirito le avesse risposto, in quel caso avrebbe dovuto lasciare il villaggio per non tornare più. La preoccupazione era forte anche in suo padre, lo sapeva, ma lui sapeva mascherarla bene.
Scesero delle scale costruite attorno ad uno degli alberi più grandi del villaggio, Lehenia sentiva il disagio crescere ogni volta che incrociava qualcuno. Quel giorno portava una lunga veste rossa caratterizzata da dei ricami molto elaborati e una scollatura che metteva in mostra le sue forme ancora acerbe. Era la stessa veste che sua madre prima di lei aveva utilizzato in quel medesimo giorno, tanti anni prima quando aveva la sua stessa età.
Sentiva la gente bisbigliare al suo passaggio e sapeva il perchè: nonostante fosse ancora molto giovane non si era mai vestita a quella maniera, preferendo sempre armature leggere o abiti che era più facile vedere indossati da un maschio.
«Non ti curare di ciò che dicono, concentrati per la prova che ti aspetta.»
Suo padre riusciva sempre a capire cosa le passava per la testa, anche senza guardarla.
Camminarono tra le capanne della parte inferiore del villaggio, per poi allontanarsi nel bosco. Lehenia conosceva bene la zona limitrofa al villaggio, aveva preso molto sul seri il suo ingresso nella Casa della Caccia e lo dimostrava uscendo in esplorazione ogni volta che poteva.
Padre e figlia giunsero in una radura, dove le chiome degli alberi lasciavano scorgere senza ostacoli il cielo. Il sole dell’ultimo giorno della stagione calda illuminava in una maniera quasi suggestiva la lastra di pietra scura levigata posata al centro del piccolo spiazzo. Arrivati di fronte ad essa, l’uomo posò a terra lo zaino con allacciato una spada. Lehenia si soffermò un po’ a guardare quel fagotto e quella spada, sapeva che se gli Spiriti non l’avessero accolta la sua partenza doveva essere immediata, senza l’opportunità di poter salutare nessuno. Suo padre riportò lo sguardo della ragazza su di sé posandole le mani sulle spalle.
«Torna a casa presto.»
La sua voce, un sussurro carico di tenerezza e apprensione, venne seguita da un bacio sulla fronte della figlia.
Lehenia si adagiò seduta sulla pietra e, dopo aver guardato il padre tornare verso il villaggio, restò in attesa ascoltando i suoni della foresta. Una lieve brezza che portava son sé le prime tracce di freddo dell’incombente inverno scuoteva delicatamente le fronde degli alberi. Era accompagnata dal cinguettare di qualche uccellino e dal lontano scrosciare di un torrente. Quando riaprì gli occhi vide avvicinarsi le Quattro Vestali del villaggio accompagnate dagli adepti della Casa degli Spiriti.
In silenzio le quattro donne sedettero davanti la ragazza. Erano vestite tutte alla stessa maniera: una lunga veste bianca con un cappuccio alzato a coprirne i capelli e gran parte del viso, con l’unica differenza che ognuna portava ricamato sul petto il simbolo dello Spirito che rappresentava. Gli adepti della loro Casa invece si disposero in piedi a cerchio attorno la pietra, rivolti verso la foresta e dando le spalle a Lehenia però.
Dopo interminabili attimi di silenzio una vestale prese la parola.
«Oggi, nel giorno del Tramonto, siamo riuniti qui per chiedere un’ultima volta per quest’anno agli Spiriti di giudicare un’anima. Fino all’Alba non disturberemo più il loro essere, ma oggi abbiamo nuovamente bisogno della loro saggezza.»
La voce di quella donna era calma e pacata nel pronunciare quelle parole. Nella sua veste Lehenia riconobbe subito come il simbolo di Aden, lo Spirito dei suoi genitori. Era infatti proibito agli uomini prendere in moglie donne che non fossero state riconosciute dal loro stesso Spirito.
Finita la frase della Vestale, gli adepti poggiarono un ginocchio a terra e congiunsero le mani chinando il capo, posizione di preghiera che avrebbero conservato probabilmente per tutto il rito,
La Vestale che aveva parlato andò a sedere esattamente di fronte a Lehenia e, senza bisogno di dire nulla, uno degli adepti interruppe la sua preghiera per portarle una coppa. Solo in quel momento Lehenia si accorse che altri due degli uomini inginocchiati reggevano tre coppe simili.
«Guarda me.»
La Vestale riprese il rituale quando Lehenia smise di guardarsi intorno per concentrarsi su di lei. Poggiò la coppa tra sé e la ragazza, per poi coprirla con il palmo di una mano ed invocò, tramite parole che Lehenia non capì, lo Spirito che rappresentava. Una volta finito il samodiare, rimosse la mano dalla coppa e rimase in attesa.
Dopo qualche attimo di interrogativo smarrimento Lehenia ricordò cosa doveva fare: prese la coppa con entrambe le mani e ne bevve il liquido rosso contenuto. Sembrava vino, ma era così speziato che la ragazza fece uno sforzo davvero enorme per non tossire e sputarlo. Una volta finito di bere posò la coppa dove l’aveva trovata, la Vestale prese la sua testa tra le mani premendo un po’ i pollici sulle sue tempie. Lehenia un po’ infastidita dalla pressione la guardava ma la vedeva un po’ sfocata. Dopo qualche istante in quella posizione la Vestale lasciò la testa di Lehenia per alzarsi e tornare al suo posto.
La scena venne ripetuta dalla seconda Vestale, quella che portava le due linee ondulate parallele di Fien ricamate sulla veste. Ancora un po’ confusa dagli attimi precedenti, Lehenia si trovò questa volta tra le mani una coppa di acqua limpida. La bevve aspettandosi un’altra volta un sapore forte e nauseante, invece si rese conto che si trattava soltanto di acqua comune. Anche questa volta dopo aver bevuto la donna di fronte a lei prese tra le mani la sua testa e si concentrò sui suoi occhi per qualche tempo.
Venne poi il turno della Vestale di Neen, che fece bere a Lehenia una coppa di un liquido ancora peggiore del primo. La ragazza dovette appoggiare una mano a terra per non stramazzare sdraiata dopo aver svuotato la coppa. Sentiva la testa leggera non riusciva a tener fermo lo sguardo su qualcosa, le sembrava si stesse muovendo tutto attorno a lei. Anche questa Vestale scrutò negli occhi ormai dilatati della giovane cacciatrice come se fosse alla ricerca di qualcosa.
Per ultima si presentò davanti a Lehenia la donna con il cerchio di Aluen, lo spirito del tempo. Non fece portare nessuna coppa, ma si limitò ad osservare la ragazza che aveva di fronte per alcuni minuti. Lehenia faceva fatica a stare ferma, nonostante fosse seduta aveva la costante impressione di cadere e di doversi appoggiare, oltretutto non ricordava bene se doveva fare qualcosa in questa quarta prova. Restò a guardare la Vestale fino a che questa non si alzò senza proferire parola per tornare al suo posto. Solo allora gli adepti si alzarono in piedi e si volotarono verso Lehenia e le sacerdotesse, restando sempre in silenzio ed assorti. Passarono lunghi istanti in cui la ragazza riusciva a tenere a stento gli occhi aperti, poi infine una delle Vestali si alzò.
«Da oggi tu non sarai più Lehenia Silvertear della Casa della Caccia»
La Vestale fece una breve pausa guardandola a fondo, il cuore di Lehenia si fermò per quegli istanti fino a che non udì nuovamente la voce della donna
«Da oggi tu sei Lehenia Silvertear, cacciatrice riconosciuta da Neen. Incarna il valore e la forza della Furia nei giorni che verranno.»
La sentenza degli Spiriti era stata pronunciata, la sacerdotessa si voltò verso due degli adepti recanti il suo stesso simbolo e li esortò ad accompagnare Lehenia a casa affinchè potesse riposare. I due uomini si avvicinarono a Lehenia e la fecero alzare sorreggendola delicatamente per le braccia, le Quattro Vestali vennero invece accompagnate al villaggio dai rimanenti adepti.
Lungo il cammino verso casa i pensieri di Lehenia erano confusi. Era felice che gli Spiriti l’avessero riconosciuta e di poter così tornare al suo villaggio e rivedere i suoi genitori. Al tempo stesso però la sua mente vagava tra le parole sentite sui guerrieri fedeli a Neen, gente implacabile in battaglia ed in grado di far tremare i nemici solo con la propria presenza. Non riusciva a capire perchè lo Spirito della Furia avesse scelto proprio lei, ma lo avrebbe senz’altro compreso crescendo.

7 Commenti a “La prova di Lehenia”

  1. JohnElfman dice:

    Il racconto mi ha incuriosito nell’attesa del finale… e ora vorrei sapere come prosegue la storia :P
    Sono troppo inesperto per commentare lo stile

  2. aruba.staff dice:

    arubatest

  3. fabio dice:

    Ciao Sergio, mi è piaciuta molto la parte centrale, quella dove descrivi il rito. Ovviamente trattandosi di una prima parte, qualche punto mi rimane ancora oscuro. Aspetto la seconda parte per capire quale sia il vero destino di Lehenia. A presto.

  4. Andrea dice:

    Ciao Sergio,
    bello questo racconto. Si intuisce che l’ambientazione ha una certa complessità, ma non finisce col soffocare la narrazione. Molte le cose ancora da spiegare, che mi fanno restare in speranzosa attesa di altre storie simili :)

  5. Ilaria dice:

    Ciao Sergio, ho letto con piacere il tuo racconto!! Spero che il seguito lo pubblicherai presto… sono troppo curiosa!!!

  6. mattiekian dice:

    Ciao il tuo racconto è davvero carino, ma ora sono troppo curiosa, spero di non dover aspettare troppo il seguito

  7. meled dice:

    aspetto il seguito!

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