Il Traduttore
Pubblicato da Sergio il 18 novembre 2008
«Sulla nave non ci sono forme di vita?»
«Proprio così signore, lo scanner non ha rivelato nulla di vivo là dentro.»
Il capitano Wedge sospirò, era la terza nave che trovavano in quelle condizioni e non avevano nessun indizio su cosa potesse averle attaccate. Il vecchio soldato guardò ad uno ad uno i suoi compagni. Biggs era quello che conosceva meglio, avevano intrapreso la carriera militare insieme negli Incursori, ma da cinque anni avevano abbandonato la lotta aperta con le altre razze sparse per l’universo. Dopo tre decenni di guerre e assalti a navi e pianeti nemici, avevano deciso di fare domanda nel corpo di ricerca e difesa dell’esercito ed entrambi erano stati accettati. Biggs amava portare con sé tutte le sue armi da Incursore anche se ormai le probabilità di uno scontro a fuoco erano nulle. Alla cintura aveva assicurate le fondine di due pistole, e in braccio teneva il suo fidato fucile automatico. Wedge non riusciva a non sorridere guardandolo: sembrava proprio il classico soldato solitario pronto ad un’avventura da film d’azione.
Poi c’era Jessie, la loro esperta di comunicazioni. Era ancora giovane e decisamente affascinante, se non fosse stato sposato Wedge l’avrebbe sicuramente invitata a bere qualcosa. Età a parte, aveva dimostrato nelle missioni una professionalità difficile da trovare in una donna. Una soldatessa modello, che rispettava gli ordini e sapeva sempre quello che c’era da fare in quei casi in cui di ordini non ne arrivavano. L’unica pecca era la scarsa voglia di socializzare, bisognava bombardarla di domande per avere una conversazione con lei.
«Ho un brutto presentimento Wedge…»
Le parole di Biggs non gli dicevano nulla di nuovo, anche lui aveva un brutto presentimento a riguardo di tutta quella vicenda. Non rispose al suo compagno, posò invece lo sguardo sul quarto membro della squadra: il traduttore, l’alieno. Non sapeva perché doveva fidarsi di lui, ma gli ordini dei superiori erano quelli. Da quel che i piani alti concedevano a Wedge di sapere, la scialuppa di salvataggio di quell’uomo era stata individuata da un’incrociatore in missione verso Vertex, l’ultimo capriccio del loro imperatore. Un pianeta inutile sia per risorse che per tecnologia, ma quel ragazzino che stava al trono aveva tutta l’intenzione di conquistarlo senza troppo pensare a quanti uomini sarebbero morti in quella guerra.
Il traduttore, Jim aveva detto di chiamarsi, restava in silenzio. Diceva di aver perso ogni ricordo del suo passato ma aveva appreso alla svelta la loro lingua e dopo il ritrovamento della prima nave era stato affiancato all’unità di Wedge per le indagini. Non piaceva per nulla al capitano, per lui era soltanto una locusta che cercava un modo di sopravvivere in un mondo che non gli apparteneva.
«Stiamo entrando nella nave capitano.»
Fu la voce precisa e fredda di Jessie stavolta a distrarre Wedge dai suoi pensieri. Il capitano imbracciò il suo fucile e si portò vicino alla porta della navetta di trasporto. Piccole scosse d’assestamento anticiparono l’apertura del portellone, Wedge uscì cautamente puntando il suo fucile a destra e a sinistra prima di varcare la soglia che lo separava dalla nave aliena. I suoi uomini lo seguirono: prima Biggs, che senza aver bisogno di ordini sapeva come coprirgli le spalle, poi Jessie che era armata soltanto di una pistola caricata a sedativi ed infine Jim, disarmato e impaurito come alla missione precedente.
Erano in quello che doveva essere l’hangar principale, per Wedge era la terza nave che vedeva e iniziava a capirne la struttura. A chiunque appartenessero non erano mezzi particolarmente avanzati, sia come struttura che come tecnologia lasciavano alquanto a desiderare.
Malgrado il rapporto ricevuto sulla nave ammiraglia, che sosteneva l’assenza di forme di vita, Wedge e la sua squadra procedevano con estrema cautela. Del resto che non ci fosse nulla di vivo non significava che c’erano pericoli, qualcosa o qualcuno doveva aver ucciso l’equipaggio. Wedge e Biggs continuarono ad avanzare fino al primo portellone coprendo ogni angolo possibile da cui potevano essere attaccati, Jessie era dietro di loro con gli occhi fissi sullo scanner in cerca di forme di vita o movimenti meccanici sospetti. Il traduttore la affiancava in silenzio, non osava proferire parola quando era in missione.
Biggs si avvicinò alla porta mentre Wedge lo copriva dal lato. Appena premuto il pulsante d’apertura, il pannello metallico scivolò alla loro destra facendo capitolare un alieno addosso a Biggs. Wedge non esitò ad aprire il fuoco travolgendo l’aggressore con una raffica di proiettili.
«E’ già morto Wedge, era solo appoggiato alla porta…»
Biggs cercava di pronunciare quelle parole con fermezza, ma il suo tono era lievemente incrinato e affannato mentre spostava il cadavere facendolo crollare a terra.
«Perquisitelo e analizzatelo.»
«Sissignore.»
La risposta di Biggs e Jessie arrivò all’unisono alle orecchie del vecchio soldato. Lui avanzò di qualche passo nel corridoio restando attento che non ci fossero movimenti sospetti. Mentre i suoi compagni si occupavano del corpo dell’alieno, i pensieri di Wedge tornarono alle due navi simili esplorate negli ultimi mesi: il diario di bordo distrutto, morti ovunque e un’alta percentuale di gas nocivi nell’aria. Chiunque avesse commesso quel massacro l’aveva fatto con una meticolosità degna di nota.
«Sembra un soldato, Wedge: quella che ha addosso potrebbe essere la loro divisa, ne ho viste altre uguali nelle scorse missioni.»
Wedge annuì senza voltare il capo.
«Ha… un cellulare…»
«Un cellulare?»
«E’ un telefono, serve per comunicare…»
La voce del traduttore era bassa e timida nel pronunciare quelle parole. Come un soffio di vento gonfia appena una vela nella bonaccia, quel sussurro infiammò l’ormai spenta speranza di Wedge. Finalmente una traccia per fare luce su quella vicenda. Il capitano si voltò rapidamente verso i suoi uomini.
«Allora controllalo, potrebbe contenere informazioni utili.»
Jim annuì rapidamente e raccolse con mano tremante il congegno. A prima vista era simile ai dispositivi di comunicazione che Wedge e Biggs portavano in missione quando erano Incursori, soltanto un po’ più grosso e ingombrante. Il capitano guardava Jim armeggiare con i tasti di quell’aggeggio primordiale pensando che non aveva altra scelta che fidarsi delle parole di quell’alieno, mentre Biggs prese il suo posto di guardia nel corridoio.
«Allora?»
«Dai messaggi ancora salvati mi sembra di capire che fosse il capitano della nave.»
Lo sguardo di Wedge si spostò sul cadavere: che aria patetica per un capitano. Poco robusto, senza cicatrici, con gli occhiali e disarmato. Se fosse stato così i suoi uomini l’avrebbero ammutinato alla prima missione, questo era certo.
«Il suo ultimo messaggio era diretto ad una certa Jane, e dice solo “ti amo” e… Santo Dio…»
«Cosa, cosa c’è scritto?»
Incalzò Wedge avvicinandosi a Jim e tenendo il fucile basso per non intimidirlo.
«Non li ha uccisi qualcuno, o qualcosa… Si sono uccisi tra di loro…»
Un’assordante sinfonia di silenzio investì il corridoio mentre i soldati si guardavano l’un l’altro.
«Ne sei sicuro?»
«Il suo telefono è collegato con il diario di bordo, c’è scritto di una rivolta in cui sono stati liberati i gas velenosi per il loro.. no, il nostro, apparato respiratorio.»
Wedge fece un profondo respiro e guardò Jim che aveva sollevato occhi colmi di lacrime su di lui. Era diverso da loro, meno robusto e muscoloso, la sua pelle era morbida e facile da perforare e non aveva zanne.
«Da dove venivano?»
«Dalla Terra, stavano migrando perché il loro pianeta era quasi del tutto morto.»
19 novembre 2008 alle 11:06 am
Ottimo bro!!!
Fluido e intrigante…. apprezzo i racconti brevi!
*POLLICE SU*
23 novembre 2008 alle 12:03 am
Bello lo stile: i personaggi e l’ambientazione vengono introdotti in maniera sintetica e chiara (ah, che invidia!), e ci si cala subito nella situazione.
Si crea un sacco di suspance appena viene nominato il traduttore, visto che è anche il titolo del racconto. Forse però mi aspettavo un colpo di scena maggiore =P
5 agosto 2011 alle 10:52 am
[...] trovare il racconto clickando qui, lo dico perchè quel che segue è un po’ spoiler e sarebbe meglio leggerlo prima di [...]