La paura non esiste
Pubblicato da carmen il 29 ottobre 2009
Ma no la paura non esiste… non esiste nulla perchè ammettere tutto questo creerebbe ancora una volte noi stessi. Tra follia e realtà, tra amore e pazienza, tra frasi, parole e uno sguardo… tra voglia di amare e sapere di non riuscire a fermarsi. Noi annulliamo noi stessi perchè e’ giusto che sia cosi’… a volte anche per poco ci crediamo, crediamo in noi o forse solo oltre di noi. Vorremo poter essere sinceri, vorremo poterlo fare davvero… completamente ma la paura: ciò che non esiste razionalmente ma e’ insito in noi nel più profondo, domina noi stessi, ci impedisce di credere perche’ ancora una volta nulla esiste davvero… ma in compenso qualche volta ci si concede di sognare… chissà forse solo per qualche ora. Solo il più abile… il più stabile, sa creare tutto questo. Tra paura ed amore, tra follia e ossessione, noi… solo noi… possiamo decidere cosa vivere… cosa credere… cosa creare.
31 ottobre 2009 alle 15:51
10 volte utilizzare i puntini di sospensione in 7 righe e mezzo.
Forse ci sono altre modi per rendere la propria prosa memorabile.
A costo di apparire antipatico, ma qua già mi conoscono e sanno che sono solo un po’ piccantino, come il mio nickname.
A parte i puntini… mi sono piaciute le ultime due frasi.
“Solo il più abile… il più stabile, sa creare tutto questo. Tra paura ed amore, tra follia ed ossessione, noi solo noi possiamo decidere cosa vivere… cosa credere… cosa creare.”
Ma permane una sensazione di incompiuto, fatto di fretta, non corretto.
Mi rimane un dubbio finale: che volevi dire?
Ciao
4 novembre 2009 alle 19:18
Piccantino?? ma no tranquillo nessun problema ovviamente ogni1 esprime e commenta cio’ che vuole e a volte anche solo cio’ che e’ riuscuto a percepire. Ritornando al mio scritto mi piacciono i puntini e me ne frego di non agevolare, o addirittura affannare la lettura …ogni1 legge come vuole! i puntini considerali dei sospiri tra un punto e l’altro. Nella vita non esistono ne punti ne virgole. Non li reputo particolarmente importanti, solo una convenzione per sopperire agli affanni della vita…ah mi chiedevi cosa volessi dire??? bhe’ RILEGGI…MAGARI ATTENTAMENTE!!! ciao
5 novembre 2009 alle 19:20
bene sono contento di non averti causato imbarazzo.
L’importante, secondo me è essere permeabili, perchè anche i geni più esagerati si sono fatti influenzare nel loro lavoro. Le tavole scritte nella pietra le scrisse Mosè sotto dettatura mi sembra, ma quelle è difficile mettere in dubbio, anche qua ci sono tante interpretazioni…
Insomma se pensi di avere già raggiunto il tuo obiettivo riguardo la qualità della tua scrittura, non saprei che dire.
Io non sono quasi mai soddisfatto al 100% dei miei scritti.
Quello che mi piace di più l’ho riscritto e corretto e limato almeno 50 volte.
Non per tutto ho questa pazienza.
L’idea che mi sono fatto è che neanche tu hai molta pazienza.
L’idea che la scrittura, come ogni arte, non è semplice istinto ma anche padronanza totale dello strumento, mi ha convinto solo ad una certa età.
Probabilmente sono un po’ gnucco.
Inoltre non posso insegnare certo io a scrivere, io mi limito a fungere da interlocutore appassionato.
Totò e Peppino sul punto e la virgola non la pensavano come te.
Ma si parla di altri livelli…
ciao (scherzo questo è un riferimento al famoso film dove i due attori scrivevano una delirante lettera)
da Wikipedia: Aldilà degli errori grammaticali, tesi verso un effetto comico, il testo contiene alcuni artifici di natura linguistica. Nel dire “addirvi (una parola)” Totò chiede che “a dirvi” si scriva tutto attaccato, con conseguente rafforzamento sintattico, e insieme esprime il concetto di “dire una parola”, cioè di comunicare qualcosa, concetto peraltro puramente tautologico. Più avanti la parola “specie” ha la funzione di legare due frasi subordinate attraverso un’accezione bifronte: “ci fanno specie” (“ci dispiace, ci duole”) intende dire che tutti quei soldi rappresentano un impegno oneroso, e aggiunge che accade in un anno di morìa bovina, quindi “specie” è usato anche come “specialmente”. La stessa tonalità di Totò dettante favorisce questo uso duplice del termine: analogamente indica, con un gesto, che “quest’anno” si debba scrivere tutto attaccato. Altri errori si possono comprendere dalle controscene di Totò mentre cerca di giustificare a Peppino le sue scelte lessicali: l’uso del punto e dei due punti e quindi del punto e punto-e-virgola per non essere tacciati di tirchieria, la voce verbale “avreta” invece di “avrete” perché il destinatario è al femminile, denominare “perché” come aggettivo qualificativo, fino all’invito a inserire la parentesi chiamandola “parente”. La correzione “con l’insalata” era invece un travisamento di Peppino che poi corregge. Al termine della dettatura, Totò chiede al fratello se vuole aggiungere qualcosa, e Peppino propone “salvo nulla a pretendere”, come a volersi cautelare a causa della sua avarizia.
6 novembre 2009 alle 13:09
Carmen, non è il caso di stare a fare discussioni e prendersela a male. Vedi, la scrittura ha certe regole, quando tu metti una virgola, un punto, due punti, tre puntini, è come se, secondo le convenzioni che osserviamo tutti, talvolta a malincuore, l’autore dicesse:”qui leggi così”, “è una domanda”, “è un’esclamazione”, “sospiro”. Quindi il discorso è semplice, ci possiamo mettere d’accordo e intendere quando tu metti tre puntini “sospiro”, e non ci sarebbero discussioni. Si da il caso però che il sospiro lo puoi far intendere con una virgola, un punto oppure un’onomatopea. Non voglio comunque in nessun caso offendere o giudicare, anzi, in alcuni casi, mi sento pure vicino a te e al tuo modo di raccontare, sono sempre stato un sostenitore della licenza poetica e della libertà di espressione, ma, qualche volta mi sono posto una domanda: “perchè e per chi scrivo io?”.
8 novembre 2009 alle 17:50
X Mostarda: ascolta… io non ho mai detto di essere soddisfatta del mio modo di scrivere al 100%, le cose che ho scritto e limato di piu’ non sono ancora perfette …non lo saranno mai. Io non ho poca pazienza come tu superficialmente scrivi, io amo i miei scritti… sono sicuramente ancora molto giovane e di sicuro molte cose ancora mi sfuggono o forse rincorro solo quelle sbagliate ma posso permettermi di dirlo solo io… riguardo a Toto’ e Peppino altri livelli??? direi altri generi… cosi’ non si offende nessuno.CIAO.
8 novembre 2009 alle 17:57
X GIOVANNI: NON FACCIO DISCUSSIONI ,NON LA PRENDO A MALE…PER NIENTE. LA SCRITTURA HA CERTE REGOLE …MA NON IO …CHE RISPOSTA TI SEI DATO A QUELLA DOMANDA?? SPERO PER TE CHE NON TI LASCI DOMINARE DEL RESTO. CIAO
10 novembre 2009 alle 13:37
…
24 novembre 2009 alle 11:13
Ciao Carmen,
vedo che hai conosciuto il nostro sempre amabile Mostarda
Ho solo una cosa da suggerirti: scrivi come piace di piu’ *a te*. scegli lo stile che piu’ *ti* aggrada, usa tutti i puntini di sospensione che vuoi insomma. Se non puoi essere libera nell’espressione allora non ha un gran senso scrivere no?
Eppure, scrivere e’ solo una faccia della medaglia: l’altra faccia e’ pubblicare, che implica prendere quello che tu hai creato ed esporlo nella pubblica piazza (anche al pubblico ludibrio a volte). Quando pubblichi, devi anche automaticamente essere pronta ad accettare (che non significa necessariamente ascoltare, puoi anche ignorarle!) le critiche, anche quelle dei troll.
Se posso darti un consiglio, dopo aver visto un bel po’ di discussioni come questa: fai tesoro di quello che ti viene detto in maniera cortese, ignora chi cerca solo di provocare.
A rileggerti presto!
24 novembre 2009 alle 17:14
ciao andrea grazie dei consigli…:-)