non c’e’ altro modo. e non c’e’ mai stato.

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ognuno dovrebbe avere il suo pontile

Pubblicato da caterina il 30 gennaio 2008

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Squisiti Lettori,

Siamo giunti un’altra volta alle soglie dei quaranta gradi all’ombra.
Odio l’estate.
Ma no che non la odio, invece.
E a questo proposito, per un gioco di parole o forse un’assonanza, mi viene in mente quella battuta che fa sempre ridere i miei e che vorrei proporre anche a Voi , quella di lei, bionda avvenente, tutta languida e ingioiellata, innamoratissima del suo fidanzato che invece la trascura un po’ e probabilmente in uno dei pomeriggi afosi nei quali ci stiamo immedesimando all’inizio di questo nuovo contatto con Voi, gli si rivolge sbattendo le folte ciglia castane, cariche di mascara : ”pero’, Ileandro, se tu mi amassi…” e lui, l’Ileandro che tutte noi zingles vorremmo… “ma no, che non ti amasso”…
E’il caldo, Squisiti, e’ il caldo che mi fa venire certi pensieri!
Temo occorrerà farsene una ragione; gestirlo, questo tempo, razionalizzare le forze, in una sola parola STARE CALMI, appianando le onde increspate del nostro umore, rimanere impassibili davanti all’omino dell’afa che con le sue manine lunghe e bitorzolute ci tira dentro al suo vortice di umidità e di appicciccaticcio, con un sacco di “c” !
Mio papà che faccio sempre finta di non prendere in considerazione altrimenti verrei meno a quella sorta di ribellione insita nei figli verso i padri ( non lo faccio apposta, naturalmente, credo sia nella logica delle cose…) ma che in realtà e’ un po’ il faro luminoso del mio mare sempre in tempesta, mi disse tempo fa: “cara Titta , il caldo e il freddo non esistono. E’ sempre e solo una questione di testa”.
Già, la testa…e’ che a volte me la tasto e mi sembra di non avercela, la crapa! Mi perdo in mille rivoli che mi allontanano dagli obiettivi fondamentali come per esempio quello di impormi che sì, la stagione e’ potente, il clima fa il suo dovere ma che non fa poi cosi’ caldo e non sarà una tragedia, alla fine.
Arriveranno nuovi Autunni, santo bernacca!
Ognuno ha i suoi sistemi se si vuole autoconvincere di un fatto.
Nei miei momenti di difficoltà, non solo quelli legati alle pressioni atmosferiche, a me piace immaginarmi in riva ad una situazione acquatica e vista la mia vicinanza geografica, il pensiero mi corre sempre al lago, “il mio” lago di Garda.
Sapete, cari Lettori, il Benaco popola i miei sogni fin da bambina, tanto che l’ho soprannominato BENNY, THE LAKE.
Questo immenso fiasco di vino , colorato in certi giorni proprio come il vetro verde scuro delle bottiglie delle osterie e il collo che si insinua in Trentino, con il suo vago odore di marcio ( detto sempre con tutto il mio affetto), le sue infinite sfumature e le sue onde, che quando fa il prepotentello, diventano alte quasi come quelle del fratello maggiore, il mare…
Questo lago, proprio questo e nessun altro al mondo, e’ la mia riserva pregiata di ricordi, e’ la mia bottiglia d’annata, da stappare nelle migliori occasioni.
E questa con Voi, Squisiti, lo e’ da molto tempo, ormai…
Da sempre che quasi non ho ricordo del primo giorno in cui siamo stati presentati, frequento San Benedetto e la Lugana di Sirmione, in un accavallamento di tabelle stradali che mi affascina sempre.
Con un saltino riesco a valicare due province e due regioni, di continuo, a piedi, in bici, in auto, di qua e di la’, a cavallo del confine immaginario sul territorio lambito da Benny The Lake.
E non mi importa se d’estate diventa di tutti gli altri e lo devo dividere.
Tanto, di acqua ce ne’ tanta…che posso fare uno sforzo…come anche posso sorvolare quando sento “Aufidersen” e “iavol” dappertutto!
Del resto la Principessa Sissi con la quale millanto una lontana parentela ( mi si potrebbe mai smentire a questo punto? ) parlava tedesco e allora pace fatta anzi , gemellaggi continui con i nostri estimatori d’oltralpe che considerano il Garda un gioiello.
Ma lo sanno che hanno scoperto l’acqua calda, i “kartoffen”, sempre amichevolmente parlando, e che ci fu un tempo in cui Uno con la U maiuscola definì una zona del Benny “la Perla delle penisole”?
L’unica cosa che ho preservato dal latino e che cerco di ficcar dentro ovunque, nei discorsi, così, tanto per far bella figura anch’io, di quando in quando.
Non so, stiamo parlando di un bel film? Ah beh, ma e’ la perla delle moviole che in latino suonerebbe più o meno come “Perla moviolarum!”, una “Perla pelliculae!”.
Un bel vestito?
Ci troviamo davanti alla classica “Perla stilistorum!”.
Eh Eh, lascio che Catullo si rivolti tranquillo nella tomba…chissà che giravolte la’ sotto, ogni volta che qualche sua citazione esce sbagliata ma il latino nn lo parlo mica tutti i giorni .MI MANCA L’ALLENAMENTO, santo Virgilio!
Il Lago, verde scuro, verde smeraldo, con qualche spennellata di blu, le alghe che fanno capolino qua e la’, con i canneti a lambirne gran parte della costa, protetti dal Demanio, per fortuna, affascinanti e misteriosi covi di chissà quali tesori e anche di viscide bisce d’acqua. Lo so per certo. Viste.
Una volta con la mia amica Rossella che se mai leggerà, saluto con affetto immutato dal mio cuore di bambina, andammo con una barca alquanto fatiscente fin dentro ad uno di questi grovigli di bambù e fu in quel frangente che giurai guerra ai rettili…
Eh ma si spavento’ anche lei, la Pippi Calzelunghe di San Benedetto, che tirava sempre il gruppetto in certe avventure da Tom Sawyer. Quel pomeriggio fece una retromarcia al fulmicotone, proprio mentre una di quelle schifose bisce gialle coi puntini neri sulla schienina tutta snodata si stava attorcigliando attorno ad un remo.
Brrrrrrrrrrr se ci penso…mamma mia che paura. Che senso di impotenza, di scivolosa impossibilita’ a mettermi in salvo.
Hanno un bel dire che bisce e serpenti servono all’ecosistema perché mangiano non so cosa, topi e altre prelibatezze di fogna e a loro volta sono mangiati dai rapaci.
Che bel banchetto, signori miei, al quale non vorrò mai più essere invitata.
Forse l’unica occasione in cui rinuncerei al cibo, santo Vissani!!
Lago, lago delle mie brame, chi e’ la più bella del reame?
Ci passo le estati, in questo angolo di mondo e mi dico fortunata non una ma mille e centomila e un milione e un miliardo di volte, tutte quelle in cui mi sono svegliata al mattino con le tapparelle alzate e il Monte Baldo che piano piano si colora di rosa.
Che spettacolo…perla felicitatis!
Forse il più bello del reame e’ lui che maestosamente si specchia nel lago tutti i giorni…e anche un po’ narciso, se ci rifletto su.
C’è un pontile, una sorta di cimelio, che d’inverno viene utilizzato anche da cacciatori e pescatori .
E’ fatto a listelle di legno, probabilmente procacciato nei dintorni e che con il passare dei decenni, e’ diventato grigio, su cui si e’ distesa la patina del tempo.
E’ proprio il caso di dire, se il pontile avesse la bocca…ma quanti segretucci, quanti pettegolezzi, quante chiacchiere, quante speranze, quanto di tutti noi gli e’ stato affidato.
Mi proietto a molti anni fa e mi rivedo giovanissima a sospirare per una sorta di principe azzurro di nome Flavio che aveva tutto ma dico tutto per essere un principe.
Biondo, alto, sorriso ammaliante, capello semimosso, lungo, con meches naturali, voce profonda, occhio leggermente languido e dal colore discretamente nocciola, simpatico anche e pure atletico…può bastare?!
Oggi direi che assomigliava al calciatore Beckam , un tipo cosi’.
Rivisto da grande, Squisiti, e’ ancora più bello di un tempo! Una vera Perla delle Pulchelle, Signori miei.
Ovviamente tutte le “squaquerine” dell’epoca, me compresa, lo attorniavano e circondavano di mille attenzioni; tutte avremmo voluto essere la sua Vittoria (sempre in riferimento ai Beckam).
Ma tutte volevamo anche essere anche la più bella, la più desiderata, quella scelta dal nostro principe il quale, essendo dei Pesci, aveva la prerogativa di non voler scontentare nessuna. Lo so perché sono dei Pesci anch’io, santo zodiaco!
Voleva piacere a tutte, questo Adone bergamasco e il bello e’ che ci riusciva.
Aveva per ognuna, indistintamente, un sorriso, un complimento, un ballo lento alla luce delle lampadine che i pescatori appendono ai fili volanti tra un palo e l’altro piantati sulla riva melmosa dei canali di affluenza.
Ma in questo modo ci cannibalizzava tutte quante, noi, piccole Elene dell’Olimpo , con le nostre mele della discordia e nemmeno dorate ma forse provenienti dalla vicina Val Di Non, gettate cosi’ casualmente sul pontile e poi…boooom, gelosie a non finire in quelle estati lacustri, odoranti del vago odore di marcio e di spensieratezza…
Quando credevo di aver conquistato il suo cuore, arrivava sempre qualcuna delle mie “amiche”, anzi, “le mie nemiche”, come dice mia nipote Camilla, ricordandomi che la storia si ripete sempre , mutando solo i suoi protagonisti.
E le mie compagne estive mi raccontavano quanto era stato carino il Flavio la sera prima o il pomeriggio o la mattina e bla bla bla…C’era chi mi spifferava che le aveva offerto il gelato e le aveva prestato il disco dei Pooh e chi invece si accontentava della cassetta dei Beatles, quella dove era contenuta la canzone “The long and wilding road”, la più bella di tutte.
Lei si’, parlo della canzone, era la principessa della musica.
Ancora adesso quando la ascolto…vabbé ma questa e’ un’altra storia.
Che serpi, tutte quante noi, piccole donne, un altrettanto piccolo covo di bambine agguerrite che giocavano a fare le signore in un affascinante e immaginario canneto di segreti e desiderii.
Pensate, Squisiti, che a testimonianza di ciò, sul tavolino del mio salotto c’è tuttora una mia foto presa al volo da un amico in una di quelle estati mentre con un vecchio asciugamano facevo la ruota, sempre sul pontile, questo fantastico set della vita vacanziera, sospeso con le sue gambotte tozze di legno, sulla riva del “mio lago”.
E’ un’immagine di me gioiosa, felice, serena, e dietro , in lontananza, sapete cosa ha catturato il perfido obbiettivo di un’antesignana macchina fotografica?
Il Flavio!! Di schiena, questo piccolo Tronchetti Provera di San Benedetto di Lugana, a bordo della sua bella barca bianca, mentre prende il largo verso Punta San Vigilio e vicino a lui la mia amica Monica!!!!
Ah, ma bravi!
E IO?!
La Presidentessa dello Zeta Club lasciata miseramente a terra???!!!
Eh Eh, che bella lezione…
Quando mi cade l’occhio su quella foto, penso a quante volte nella vita sono rimasta “giù dalla barca”. E quante altre ci rimarrò!
Capita. Basta riderci su.
E’ tempo di andare ma prima lasciatemi fare i complimenti a dei veri Capitani del Lago, gli uomini dell’equipaggio di +39, la maestosa barca a vela che si e’ battuta come una leonessa del Garda nella competizione velica della L..Vuitton Cup a Valencia.
Sono stati bravi, bravissimi e coraggiosi anche se e’ arrivato qualcun altro di più forte che li ha disarcionati.
Non importa.
Loro sono i miei nuovi eroi del lago e mi e’ spuntata una lacrima ragionando sull’incredibile coincidenza Lago-di-Garda-Valencia, due posti che conosco a menadito, due luoghi che, ciascuno a modo suo, si prendono una fetta bella sostanziosa delle mie emozioni per quanto sono riusciti a regalarmi.
Squisiti, questa e’ la vera vacanza. Questo e’ il luogo dei sogni. Non e’ necessario andare lontano. L’importante e’ avere il proprio pontile nel proprio giardino segreto, uno spazio della mente, bello, pulito, gioioso dove stare bene e magari ripartire, carichi e pronti a nn farsi disarcionare troppo spesso nei nostri mari e laghi burrascosi.
Perché poi , per fortuna, torna sempre la calma ed e’ bello stare sul pontile a godere delle cose.

Vostra Affezionata

2 Commenti a “ognuno dovrebbe avere il suo pontile”

  1. emmaus 2007 dice:

    Mi spiace Cate, spero non me ne vorrai, ma questo tuo m’è piaciuto meno degli altri. C’è qualcosa di buono qua e là, ma manca un pochino l’insieme. Aspetto il prossimo, che sono sicuro mi piacerà! Ciao! A presto!

  2. Caterina dice:

    e io sono molto contenta di questo tuo commento.
    fugo in questo modo qualsiasi dubbio che la nostra amicizia potesse frenarci nel dire la verita’…
    bene cosi’. mi e’ di grande aiuto :)

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