la guerra dei Savio 2
Pubblicato da caterina il 13 febbraio 2008
Squisiti Lettori,
E’ gia’ la seconda volta che, proiettandomi a quando mi farete l’immenso piacere di leggere “le mie facezie”, Vi penso immersi nella stagione autunnale . Mi piace immaginarVi ansiosi di correre in edicola, smaniosi di avere una mezz’oretta tutta per voi da dedicare anche all’ultima pagina dello splendido mensile che mi ospita, davanti ad una bella tazza di te, spingendomi a pensare ad un gozzoviglio con una scodellona di cioccolato fumante e panna… troppo? invece, mentre scrivo, grondo di sudore e i grilli sono ancora li’ li’ per fare una cantatina.
Non che mi dispiaccia, anzi…viva l’estate, per carita’. Ma a questo punto Voi non sentite il desiderio di voltare meteorologicamente pagina ? non avreste voglia di qualcosa di nuovo, di colori marroni, di tutto questo balletto di foglie svolazzanti?
Non sentite il bisogno di un corroborante passaggio dall’ora legale
a quella solare? a questo punto, io devo dire di si’. vedo arancione ovunque per la mia brama di zucca e relativi tortelli.
Saro’ zitella, si’, anzi, presidentessa dell’ormai famoso, per mia fortuna, Zeta Club, consesso di un gruppo sempre piu’ nutrito di singles affamate di principi azzurri, ma provo un certo piacere a rincattucciarmi, arrotolarmi a palla davanti ad un filmone ed iniziare a svuotare la mente dalle immagini di una stagione estiva ormai archiviata, anch’essa piena, luminosa, gioiosa, tanto piu’ esaltante e ricca di promesse proprio perche’ effimera. OHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!! ma basta, santa malinconia!
non eravamo d’accordo che ci saremmo tenuti compagnia un tantino
allegramente Voi e io, anche se mi rendo perfettamente conto che il mondo offre sempre tanti spunti di riflessone e non tutti ilari e divertenti? Il Direttore mi disse all’inizio di questa fantastica avventura: “Savio, mi raccomando, di gente che fa piangere, c’e’ pieno ovunque”. Sara’ stata la sbrisolona che avevo davanti, sara’ stata la facciata da urlo del Palazzo Ducale in piazza a Mantova, con quell’aria isabelliana, gaudente e rinascimentale che ho respirato in quel frangente, che tutte queste cose messe insieme mi fecero dire di si’ con la testa con estremo vigore. “Direttore, posso raccontare le mie s…fortune, diciamo cosi’?” E vai! A distanza di due anni, eccomi qui a “fare a pezzi i miei”.
Si fa per dire, eh?! Pare che i miei genitori abbiano gradito il mio “outing” su di loro e la loro strepitosa storia d’amore con tutti i suoi annessi e connessi, tanto che vorrei dare un seguito ed ovviamente un epilogo al tutto. Stamane mi ha perfino telefonato mio papa’, sempre piu’ piccolo di statura di mia mamma e sempre il mio specchio vivente. Continuo ad assomigliargi fisicamente moltissimo e mi adeguo alle leggi sull’ereditarieta’. ci sara’ un motivo per cui sono come lui, con un accenno di cuperose sulla guancia destra mentre mia mamma potrebbe fare la pubblicita’ delle creme per pelli mature come Jane Fonda in questo periodo.
Ci sara’ un disegno divino secondo il quale non supero come lui, il
metro e sesantacinque, con la prerogativa che mi posso mettere i tacchi mentre, se avessi preso da mamma’, almeno sarei stata “un donnone”, ecco. Spero almeno di non perdere i capelli come lui… scherzo, Squisiti Lettori, scherzo, come sempre.
E’ il grande affetto nei loro confronti che mi fa parlare cosi’.
Mio papa’ esordisce dicendo “mi raccomando di non esagerare…” Ma no, tranquillo.
Ancora qualche aneddoto qua e la’, giusto per definire il quadro su di voi,
mamma e papa’, appartenenti a quella generazione che si e’ trovata pronta a
partire a pochi anni dal dopoguerra, degli strepitosi anni sessanta, del baby
boom, del frigorifero , della lavatrice, dei pensili in formica bianca in
cucina, del mito di Mina e Battisti, del sogno possibile. Adesso che li vedo
cosi’ pacati, sorridenti ma mai rassegnati alla vita, cerco di ricordarmi quando erano delle furie viventi e considero che continuano a rimanere i miei eroi. E siccome parto dal presupposto che e ‘ meglio rapportarsi con persone migliori di me , e’ gia’ da tempo che …li frequento assiduamente, diciamo cosi’. Un viaggio sul sedile posteriore insieme a loro e’ ancora un privilegio che non mi voglio perdere e un lusso che mi regalo spesso. Come quella volta della gita sul Po. Si parte , tutti belli a posto, trucco e parrucco e la giacca del papa’ appesa al gancio della portiera posteriore perche’ il pressing di mia mamma e’ incessante “insomma, Nani, trattala bene la roba che sembri uno “zinzolo”…”
Non esiste traduzione. Zinzolo e’ tutto cio’ che non e’ ordinato e a volte ho il sospetto che sia anche tutto quanto non conforme a lei e al suo modo di
condurre. Le scaramucce sono innocue ma continue e gli spunti infiniti. Per esempio, che strada percorrere per giungere al punto prefissato, come anche quella mattina in cui il Po ci avrebbe visti protagonisti di li’ a poco. “io andrei giu’ di li’,” dice mia mamma, “Cicci ma non la allunghiamo cosi’?” di rimando mio papa’. “ma noooo, Nani, ma cosa dici?” A te basta andare, senza sapere niente e via.” “chissa’ quanti chilometri fai tu in piu’ in un anno…ah, ma contento tu. che laur, putei! lui non chiede mai, lui”. Risultato: siamo arrivati per ultimi e quasi quasi perdiamo il traghetto. Io li vedo, dagli specchietti laterali dell’auto. Dopo una collutazione verbale, muso bello tosto di lei e sguardo impenetrabile di lui, con appena appena un accenno di sorriso vittorioso a fior di labbra, seppur impercettibile ad un occhio non allenato, perche’ altrimenti, GUAI! Io , dal sedile di dietro, cosa posso fare se non stemperare con una delle nostre tante battute e barzellette, pietre miliari di ogni nucleo familiare e di cui gia’ Vi parlai in passato? Opto per un cavallo di battaglia e vado sul classico: “Nani, pero’, se tu mi amassi…” e all’espressione guardinga di mio papa’, mia mamma conclude la frase con un “ma no che non ti amasso…”. Uscite dialettali e giochi di parole rubati ai comici televisivi ma che sono meglio di un qualsiasi incontro al vertice della diplomazia.
E tutto torna normale fino a che il papa’ apre bocca un’altra volta e dice
” in fin dei conti a me la mamma mette in soggezione…”
Ma cosa mi tocca sentire! Come si fa ad avere soggezione di chi ti segue passo passo, ti lava perfino i capelli , ti sceglie il guardaroba e ti abbina le cose da mettere ogni mattino, da non so quante mattine a questa parte? Soggezione di chi si prende cura di te come un terzo figlio?! Santa subito , direi… scherzo ancora! E ancora una volta con una punta di ammirazione ma anche con una certa preoccupazione per la mia sorte sentimentale, considero che la loro continua ad essere una bella favola perche’ riescono sempre ad accomodare tutto e la domenica li trovi “dal Renato” a gustare i capunsei di Paola , Maria Vittoria e Renato, figli anche loro di altri genitori coi fiocchi e che per questo io considero i miei fratelli di stelle. Una di queste sere a tavola c’ero anch’io e ho voluto spingere per un brindisi. “Mamma, papa’, alziamo i calici e brindiamo a… non so, all’Amore? All’amicizia? Al vostro coraggio, alla vostra costanza e abnegazione? All’esempio che ci date continuamente? Alla pazienza?” “a cosa brindiamo, santa vendemmia che quando c’e’ bisogno di tirar fuori un’idea al volo, non mi viene mai niente…!” E mia mamma,la Cicci del Nani di Solferino, colei che ha messo sempre al primo posto famiglia e figli e per questo socia onoraria dello Zeta Club, con la velocita’ di una saetta e si capiva che le veniva dal profondo, guarda mio papa’ ed esclama “ai soldi, brindiamo ai soldi!”.
Ah … pero’!
15 febbraio 2008 alle 11:23 am
Ah, questo sì, Cate! Proprio ben scritto, ricco d’ironia e aneddoti. Lo Zingolo, poi, è stupendo! Brava!
Ma la prima parte? Smarrita?! Vergogna…
15 febbraio 2008 alle 1:58 pm
tu non ci creederai ma temevo il tuo commento e lo aspettavo, anche.
ci ho pensato durante tutto il tyragitto verso casa.
come quando consegnavo i compiti in classe. indescrivibile cio’ che provavo in quel lasso di tempo che intercorreva da li’ alla riconsegna. un limbo di incertezza…e’ meglio la verita’, a questo punto!!!
grazie, Emmy e un abbraccio a te, alla mamma e alla tua splendida citta’.
ps mi dai forza per prendere il giornale di quell’uscita e ricopiare tutta la prima parte!! che zinzola anch’io che sono.