non c’e’ altro modo. e non c’e’ mai stato.

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Cuori di cemento

Pubblicato da caterina il 9 aprile 2009

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Quest’anno per gli auguri pasquali, avrei voluto riportare il sentimento preciso di quel giorno al Santo Sepolcro, a Gerusalemme.

La mia prima volta nel cuore di tutto, da dove tutto ebbe inizio.

Il profumo del nardo, la coda composta fuori dall’Edicola”, il piccolo santuario in marmo che ospita la tomba di Gesù da dove Egli risorse.

L’edificio sporco, maltenuto e fatiscente gestito da Cattolici, Armeni e Ortodossi.

La gente, sempre tanta gente, odori e preghiere, un Arabo Mussulmano che detiene le chiavi del portone.

Brusii, rumore di passi stanchi sui pavimenti sconnessi e ondulati, eco di voci, idiomi diversi, luccichio di lacrime per i peccati espiati e le richieste di grazia.

Golgota, Santo Sepolcro…pietre…pietre sacre sulle quali scivolano miliardi di mani fino a renderle sdrucite, sempre e solo pietre, il fulcro della Terrasanta.

Ma oggi, Giovedì Santo del 2009 il Calvario è qui, in Italia, sulle montagne abruzzesi, nel cuore di una città che non vola più.

I riti di ogni anno, la tradizione, la colomba e l’uovo di cioccolata sono divenuti piccolissimi davanti al macigno che ognuno si è sentito crescere nel cuore.

Anche questi sono sassi, diabolici pietroni che uccidono, travi che stritolano, pulegge che spezzano le ali.

Questo e’ il Calvario di nostri connazionali, di ragazzi giovanissimi e pieni di speranze, di bambini che non sapranno mai, di anziani il cui unico appiglio erano le cose di una vita, accumulate via via e lasciate là sotto.

Cosa faranno gli sfollati nei loro nuovi paesi di tela?

Alterneranno la disperazione alla noia di attendere che il loro “tran tran” bruscamente interrotto possa tornare?

Senza niente, senza privacy, senza un posto proprio dove andare a piangere, senza radio, televisione, musica, libri, internet.

Senza qualcosa che distragga la mente dall’incubo.

A molti mancheranno anche queste cose.

A me mancherebbero.

Auguri e una carezza, Italiani come me, sconosciuti sfortunati che mi avete fatto vedere che volto ha la dignità..

Anche di non accusare nessuno per questo disastro che avrebbe potuto avere dimensioni forse minori se l’uomo non fosse sempre cosi’ avido e non ragionasse solo con la logica del guadagno a tutti i costi, con il calcestruzzo di poco prezzo al posto del cuore.

Auguri ai Volontari e alle Forze scese in campo per rimettere insieme i cocci..

La’ dove la politica e le idee non hanno la facoltà di farci sentire un Popolo, ha potuto invece una tragedia.

Oggi e per questa Pasqua io sono Abruzzese.

Ma a che prezzo.

 

8 Commenti a “Cuori di cemento”

  1. emmaus2007 dice:

    Davvero bello…
    Hai trovato, con maestria, la similitudine fra la Palestina e le zone martoriate dal terremoto, facendoci forse capire un pochino di più cosa si può provare in una tragedia nella quale si può perdere tutto. E’ facile dire che chi ha avuto salva la vita è già stato fortunato, ma vedere tutta la tua realtà andare a pezzi, non esistere più… insomma, dev’essere terribile…
    E con quali prospettive? Di vivere, almeno per qualche mese, in tende, e poi di passare, se va bene, in casette di lamiera. A quando una casa come si deve? Mi sa che tanti anziani sarà difficile che la potranno rivedere…
    Questa pasqua, comunque, è assolutamente dedicata a loro, affinchè trovino la forza e lo spirito di riuscire ad andare avanti.

  2. caterina dice:

    :)
    Auguri, Ema,a modo mio.

  3. mattiekian dice:

    Bellissimo, davvero…capace di far riflettere senza cadere nella stupida retorica che troppo spesso sentiamo in TV.
    Buona Pasqua anche a te Cate
    A rileggerti

  4. giangia dice:

    Brava, Caterina, ti abbraccio

  5. crunch dice:

    Tu scrivi: “Auguri e una carezza, Italiani come me, sconosciuti sfortunati che mi avete fatto vedere che volto ha la dignità..
    Anche di non accusare nessuno per questo disastro che avrebbe potuto avere dimensioni forse minori se l’uomo non fosse sempre cosi’ avido e non ragionasse solo con la logica del guadagno a tutti i costi, con il calcestruzzo di poco prezzo al posto del cuore.”

    Non sono d’accordo con te cara Caterina, cosa c’entra la dignità col non chiedere conto a chi ha sbagliato, questo sarebbe un atteggiamento da una parte fatalistico, dall’altra mafioso.
    No! Dobbiamo chiedere conto di ogni morto che si sarebbe potuto evitare, di ogni soldo sprecato e che si aprano finalmente le porte dei carceri per i professionisti del malaffare e della malapolitica! Scusami, ma non posso trattenermi conosco bene quelle zone, mia madre e di lì.

  6. caterina dice:

    cara Crunch,
    ciao e auguri ancora.

    io nn sono di li’ ma i sentimneti di questi giorni mi hanno devastata comunque e sono rimasta impressionata proprio dalla dolcezza di ogni abruzzese nel nn puntare il dito.
    sarebbe stato molto facile e umanissimo.
    invece poco e niente.
    cio’ nn vuol dire che nn debbano pretendere la ricostruzione.
    credo che tutti la diamo per scontata!
    nn si dovrebbe nemmeno discuterne e speriamo di avere ragione in questo.
    e a questo proposito spero anche che venga accolta la proposta che siano loro a gestire i molti sldi che arriveranno, come si fece in Friuli.
    mi are tra l’altro che la Magstratura si siamosso velocemente e sono certa che si arrivera’ ai colpevoli delle case di sabbia.
    mi sono espressa male, evidentemente e me ne dispiace per l’equivoco sorto.
    i miei comuqnue erano e rimangono auguri di Pasqua, intrisi di tristezza, come per tutti noi, de resto.
    ma se vogliamo anche discuterne, sono qui nonostante di parole ne siano state gia’ spese mltissime.

    ancora ciao e grazie per essere passata di qui :)

  7. caterina dice:

    e naturalmnete spero che non abbiate avuto dei lutti, essendo di li’.
    sono addoloratissima e vicina alla tua mamma e agli Abruzzesi, gente di ferro!

  8. poetto dice:

    Il terremoto è un evento drammatico che lascia cicatrici indelibili, mi auguro di cuore che le promesse fatte vengano mantenute e che tra cinque, sei, sette mesi gli sfortunati che stanno ora nelle tende, possano avere una sistemazione più idonea in attesa di una nuova casa.

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