L’indifferenza

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UTOPIE

Pubblicato da charly11 il 25 settembre 2009

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                                          UTOPIE                 (nel mondo reale ed in quello virtuale)  Forse sbaglio. Ma se il sole sorgesse ad ovest e tramontasse ad est, forse, ripeto forse, capirei meglio come va il mondo.Per ora non ci sono riuscito ed è una grave pecca.Ma mi pongo un problema molto serio: sono io che non capisco o sono gli altri ?Quando si è in una comunità il rapposto umano è fondamentale, anzi è la base di tutto, sia che ci si ami o che ci si odi.Poi viene la conoscenza, la simpatia, l’affetto, la stima, l’amicizia ed anche l’amore.E’ vero che sto cercando “amore”, lo ammetto perché altrimenti darei bugiardo, ma ciò che mi annichilisce completamente il cervello (che per me è l’organo fondamentale di un essere umano) sono le posizioni “beote” (vedere il dizionario), cioè le posizioni di chi, sollecitato, ti dà una non-risposta. Ovvero nega l’ovvio, se volete.E questo proprio non lo digerisco essendo forse troppo razionale.Se uno/a scrive qualcosa è indubbio che, bene o male, lo scrive per dedicarlo a qualcuno/a. Così succede in ogni Forum (si veda l’etimologia latina).Ma se qualcuno/a poi afferma di non esistere (il non-essere di filosofica memoria), negando se stesso/a, allora, credetemi, si va proprio a finire nel campo della psicoanalisi.Mi spiego. La negazione dell’io diventa un alibi, comodo e facile,, per sottrarsi ad ogni forma di auto-responsabilizzazione su cose oggettive e reali. Nel caso specipico si dice che “non esiste” (??????). E qui l’analisi diventa dura perché vien da pensare che si può veramente essere anche cattivi (per non dir peggio) nei confronti di chi, scrivendo, e quindi inviando un piccolo e dolce messaggio, chiede solo una parola di risposta.Tanto per giustificare a se stesso/a che esiste magari leggendo una semplice risposta del tipo “bello” (o “brutto”) quello che hai scritto”. Ma negare una risposta perché non si esiste, quando due parole si sono scritte per dire che non si esiste rasenta una sindrome maniacale, perché negare l’esistenza, scrivendo, è decisamente allucinante.Ti verrebbe la voglia di urlare di rabbia solo per il fatto che ti si nega il diritto anche alla più banale delle frasi di risposta magari che so: “ma chi sei ?”…”che diavolo vuoi ?”, eccetera…Ma non si può porre rimedio a questa situazione feudiana perché quando uno/a si chiude a difesa del proprio io non pensante, ovvero nel mondo utopico, preclude, quantomeno, la via ad un sentimento semplicissimo che si chiama “amicizia”, e forse (molto dubitativo), nega anche se stesso/a rifugiandosi in facili anfratti mentali.Qualcuno potrebbe dire: “ma che sta dicendo questo ?”.Non ci sono spiegazioni, credetemi.Si vive con dei fantasmi, magari per un bel po’ di tempo, e poi ci si accorge che non solo si ha a che fare con ectoplami dotati di involucro fisico (è un’antitesi, lo so), ma addirittura con entità nulle e che forse non avrebbero meritato tanta attenzione e /o affetto.Insomma, ti dedico una cosa qualunque e mi sento rispondere: “non esisto !”. Per me, forse. Allora non pensi (Cartesio). Oppure il solo fatto di mettersi a pensare provoca un disagio tale da negare la propria personalità o addirittura a sdoppiarla in due mondi diversi.Ed io che non me ne ero accorto per un bel po’ di tempo !!!Ma, che dire ? Evidentemente quando si fanno delle scelte si tende ad aliminare il superfluo, l’inutile e persino il ricordo (il che si potrebbe anche interpretare come una forma di vigliaccheria); quello insomma che si vuol far completamente scomparire dalla mente. Un resettaggio vero e proprio.Indesiderato. Ecco, forse, ho trovato la parola giusta. E allora il discorso cambia.Credi di avere un rapporto amichevole e simpatico ed invece ti ritrovi solo ed indesiderato, quasi come se avessi la peste bubbonica.Certo che è triste vivere così, amici miei. E non lo dico solo per me.La vita va avanti tra le sue mille peripezie e stranezze, concedendoti solo (al massimo) il beneficio del dubbio. Peggio che essere giudicati in un’aula di tribunale: lì almeno ti danno la possibilità della difesa e della esibizione delle prove “a discolpa”. Qui no.E allora, senza farla tanto lunga (che “menata” dirà qualcuno !), non mi resta che dire: “oggi è un bel giorno per morire”, come affermato da chi era ed è più bravo di me nell’ars scribendi. E così sia. Amen.Ah ! Grazie per l’attenzione. Forse esisto ancora. Forse. Per quanto ? Questo non lo so, anche perché non spetta solo a me darmi una risposta.Citazione:“ Le utopie appaiono oggi assai più realizzabili di quanto non si credesse un tempo E noi ci troviamo attualmente davanti ad una questione ben più angosciosa: come evitare la loro realizzazione definitiva ?…Le utopie sono realizzabili. La vita marcia verso le utopie. E forse una nuova era è cominciata: un’era nella quale gli intellettuali e la classe colta penseranno ai mezzi per evitare le utopie e ritornare ad una società non utopistica, meno perfetta e più libera”. (Nicola Berdiaeff)…ma soprattutto con più amore, aggiungo io. Click. 

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