Saluti dall’Inferno
Pubblicato da chris84 il 17 novembre 2007
“Saluti
dall’Inferno”
Forse vi starete chiedendo il perchè
della lunga cicatrice che ho sulla guancia e della mia mano mutilata…Beh, se
volete posso anche spiegarvelo…Ma vi assicuro che non ci dormirete la notte!
Tutto iniziò quando andavo ancora a scuola; avevo circa diciassette anni
allora, ed ero un ragazzo ribelle, come lo è stato ciascuno di noi durante la
propria giovinezza: ascoltavo heavy metal, la musica proibita, e i miei
genitori non facevano altro che ripetermi che quella musica mi avrebbe portato
alla rovina; divoravo i libri di Allan Poe, ne ero totalmente affascinato,
“morbosamente” per ripetere le parole della mia professoressa di
italiano. Ero anche affascinato da ciò che si potrebbe definire occultismo, ma
non nell’accezione comune del termine: è una cosa che ancora oggi, dopo tutto
quello che ho passato, non riesco a spiegare, ed è con tutta probabilità un
qualcosa che porterò con me fin dentro la tomba. Fatto sta che facevo di tutto
per raccogliere una qualsiasi informazione, anche la più insignificante, purchè
riguardasse il mio amato mondo del mistero, o se vogliamo, dell’occulto. Come
potete immaginare, all’epoca roba del genere mi era assolutamente preclusa, sia
a causa della mia giovane età, sia a causa dei miei, già ostili alla mia musica
e quantomai ottusi e bigotti. Per soddisfare la mia sete di sapere dunque,
tormentavo il mio professore di filosofia, un uomo strano dal passato
sconosciuto, che era arrivato nel nostro tranquillo paesino qualche anno prima,
e che in alcune occasioni aveva dimostrato una timida e cauta simpatia per le
mie “ricerche”.
La mia vita a scuola procedeva
più o meno normalmente quando accadde la cosa che meno mi aspettavo potesse
accadermi: mi innamorai. Era la ragazza più bella che avessi mai visto, e per
il resto della mia vita non ne ho ma più conosciuta una che racchiudesse in sè,
come dentro uno scrigno, tutta la sua immensa dolcezza, la sua innocenza, la
sua immensa bellezza e le sue grandi qualità; lei era il tipo di persona che
riusciva sempre, qualunque cose potesse esserti accaduta, a strapparti un
sorriso e a farti tornare un pò di buon umore, anche se il problema magari
restava lì a tormentarti. Insomma, per non dilungarmi troppo, cominciai a farle
una corte serrata anche se non manifesta, ma lei non era il tipo da darti una
delusione del genere e quindi lasciava che le corressi appresso ma senza mai
dirmi niente che potesse farmi decidere a fare qualcosa di concreto.
17 novembre 2007 alle 8:14 pm
Scrivi bene, indubbiamente, però non ho capito bene il tuo racconto. C’è una seconda parte o finisce proprio così? Saluti! Ciao!!
18 novembre 2007 alle 9:54 am
Confermo il commento di Emmaus. Scritto molto bene. Per adesso è difficile dire qualcosa di più…
20 novembre 2007 alle 11:02 am
Visto che già c’è vado a leggere la seconda parte. ^_^