Saluti dall’Inferno (3)
Pubblicato da chris84 il 20 novembre 2007
All’inizio pensai che quel libro fosse
davvero quello che avevo ipotizzato, e cioè un banale trattato di stregoneria,
ma dopo le prime pagine il libro cambiava: sembrava che qualcuno avesse
sostituito il testo originale, mantenendone però intatte le prime pagine.
L’altro libro trattava argomenti ben diversi, molto meno banali del testo
originale, ma di questo mi accorsi solo nei giorni seguenti perchè all’improvviso,
mentre ero immerso nella lettura, caddi in un sonno tanto profondo quanto
infestato da visioni oscure e altrettanto oscure presenze: sognai di stare
camminando con lei, la ragazza dei miei sogni, e mi sentivo felice anche se
qualcosa di non manifesto turbava quel quadro, altrimenti perfetto; ad un
tratto, sempre mentre camminavamo, una mano sbucò fuori dal terreno e l’afferra
per le caviglie, trascinandola giù con se. Io grido, cerco di correre in suo
aiuto ma non riesco a fare altro che assistere a quella scena, impotente. Ciò
che mi colpì fu la sua espressione: non era di paura, ma esprimeva dolore,
dolore per sè stessa. Sembrava anche triste o preoccupata per me…Prima di
scomparire definitivamente sottoterra disse queste parole: “Lo so, sei stato
tu, ma sapevo che non era così che volevi che finisse; ti perdono lo
stesso!” Dopodichè si sentì riecheggiare una risata malefica che sembrava
racchiudere in sè tutta la malvagità di questo mondo dannato…Dopo ancora vidi
in rapidissima successione i volti di tutte le persone che conoscevo rivolgermi
queste parole: “E’ solo colpa tua!!” Mi risvegliai urlando nel cuore
della notte, madido di sudore freddo, con la fronte imperlata. Per un attimo
ebbi l’impressione che qualcuno avesse vegliato sul mio sonno, e che fosse
rimasto vicino a me fino ad un attimo prima di svegliarmi, ma tutto ciò non era
assolutamente possibile. Cercai di riprendere il controllo di me stesso,
nonostante la paura crescesse di minuto in minuto; alla fine ci riuscii, ed
arrivai alla conclusione che ero semplicemente scosso dopo la giornata che
avevo trascorso, e che col tempo sarebbe tornato tutto come prima. Decisi di
mettere da parte il libro per un pò e tutto andò abbastanza bene, finchè una
notte lo ripresi, senza nemmeno sapere perchè lo stessi facendo: sentivo che
dovevo farlo. Sentivo una forza dentro di me, un impulso irrazionale che faceva
muovere le mie mani verso l’armadio che da tempo ormai custodiva il libro;
mentre ero intento a sfogliarne freneticamente le pagine, cominciai a sentire
una vocina fioca ma chiara che diceva: “Dai, perchè non ti vendichi del
male che ti hanno fatto? Avrebbe potuto essere la tua ragazza, invece di stare
con quel babbeo…Su, che ti costa? Nessuno verrebbe a saperlo…Forza…”
All’inizio cercai di oppormi a ciò che quella voce mi sussurrava, ma ben presto
mi accorsi che era tutto inutile e che ero totalmente in balia del libro, o
meglio di ciò che in esso era contenuto. Mi ritrovai così a pronunciare
incantesimi che nessuna lingua umana ha mai osato pronunciare: in un baleno mi
ritrovai nella stanza del mio amico, che dormiva senza immaginare minimamente
quello che gli sarebbe successo. Non sapevo come avevo fatto ad arrivare lì, ma
sapevo che era merito del libro. Lo riaprii e cominciai a leggere. Non
chiedetemi come facessi a sapere quale incantesimo dovevo leggere: lo sapevo e
basta. Non appena finii di recitare l’incantesimo, uscii da quella specie di
trance in cui giacevo poco prima, appena in tempo per vedere il corpo del mio
amico accartocciarsi e svanire, come cenere sparsa al vento. Mi sentii
strappare via un pezzo dell’anima, e vi assicuro che fu una sensazione
orribile. Non appena gli ultimi resti straziati del mio amico si dissolsero nel
nulla, ricaddi nuovamente in quello stato che definisco trance in mancanza di
una definizione migliore, e mi ritrovai a ridere di piacere, un piacere sadico
derivante dalla vista della fine che era toccata al mio amico, e fu con estrema
cupidigia che mi chinai a leccare alcune gocce del suo sangue, cadute per
terra. Ma la mia indesiderata vendetta non aveva ancora avuto termine: mancava
la parte più agghiacciante. Allo stesso modo in cui avevo raggiunto la casa del
mio amico, mi diressi verso la sua casa; allo stesso modo entrai nella
sua stanza, e allo stesso modo recitai l’incantesimo fatale che l’avrebbe fatta
cadere tra le braccia dell’oscuro mietitore…ma, mentre la vedevo morire, la
mia coscienza ebbe uno scatto e mi imposi di fare qualcosa: le afferrai una
mano, ma questa bruciava come le fiamme dell’inferno; cercai di non mollare la
presa, ma fu tutto inutile, e tutto ciò che rimane di quel tentativo che feci
per salvarla sono la cicatrice che mi procurai quando lei, nonostante tutto, mi
accarezzò prima di andarsene per sempre, e la mia mano sinistra con cui la
trattenevo, e che se n’è andata con lei. Questa volta fu anche peggio della
prima: mi sentii completamente annientato, distrutto. Lei era l’unico motivo
che mi spingeva ad andare avanti, era la mia unica ragione di vita anche se
sapevo che non sarebbe mai stata mia; e adesso era andata via per sempre, in un
luogo dove non avrei mai potuto raggiungerla. Quando lo scempio fu concluso, si
sentì riecheggiare una risata inconfondibile: l’odioso ghigno del rigattiere
che mi aveva dato il libro! Capii solo allora che accettando quel libro avevo
venduto la mia anima a Satana, ma decisi che avrei cercato di porre rimedio,
seppur in piccolissima parte, ai miei errori: bruciai immediatamente quel libro
diabolico e fuggii. Fuggii per anni, attanagliato dai rimorsi, piangendo alla
luna, invocando i nomi di coloro che avevo strappato alle loro vite. Facevo
sogni orrendi tutte le notti, ma questa lo so, è solo una parte del prezzo che
mi toccherà pagare quando anch’io avrò il mio incontro con il Tizio vestito di
scuro che porta una falce in mano. Nel frattempo aspetto qui, in questo luogo
sperduto, dimenticato ed odiato da tutti, in attesa dell’ultimo giudizio…
20 novembre 2007 alle 11:23 am
Bella l’atmosfera cupa. Anche se e’ un racconto vecchio, padroneggiavi abbastanza bene gli elementi classici della storia “di paura”: il negozio misterioso che sparisce, l’oscuro libro di incantesimi, l’amore non corrisposto come miccia che scatena la cupidigia, il pentimento finale (ma comunque troppo tardi).
Molto piacevole come lettura, complimenti
20 novembre 2007 alle 11:52 am
Anche a me è piaciuta moltissimo l’atmosfera.
Di questo racconto ne ho apprezzato molto la struttura, nella parte iniziale riveli al lettore la mutilazione del personaggio principale, mentre nella parte finale sveli gli eventi ad essa legati. ^_^
20 novembre 2007 alle 5:48 pm
Grazie a tutti voi, che avete letto questo mio racconto fino alla fine: essendo il mio primo scritto, l’ho sempre tenuto in scarsa considerazione, ma i vostri commenti me lo stanno facendo vedere sotto una luce diversa. Thanx!