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Alison

Pubblicato da chris84 il 20 novembre 2007

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Alison

 

Il mondo
non ti era mai apparso più bello che in quel giorno, vero Alison? So che è
così. Quel giorno i tuoi occhi, specchio della tua anima candida, vedevano
quanto di bello e di buono c’è al mondo: una madre con il suo bambino, il
parco, con gli alberi semi sepolti dalla neve, la fontana ridotta ad uno
zampillo di ghiaccio, ed i passeri che vagolavano alla ricerca di qualche
briciola, e tutto quello che era semplice, ma splendido nella sua semplicità.
Tutto era talmente bello perchè infine avevi trovato l’amore, quello vero,
pieno, ricambiato, dolce, che ti fa sentire avvolta in un caldo abbraccio che
non si scioglierà mai… Era semplicemente stupendo l’aver trovato un’ anima il
cui cuore batte esattamente all’unisono col tuo, qualcuno che ti ama per come
sei, con tutti i tuoi difetti; qualcuno con cui confidarsi senza dover
tralasciare nulla, qualcuno che ti offre una spalla amica nei momenti
difficili, qualcuno che può essere amico ed amante allo stesso tempo. Non me
l’hai mai detto, Alison, ma io so che questi erano i pensieri che affollavano
la tua mente quel giorno. Ricordi? Lungo la strada di casa avevi indugiato
sotto una finestra aperta, dalla quale proveniva la voce di una mamma che
cantava la ninna nanna al proprio bambino. Ti eri fermata a pensare: un giorno
anche tu avresti avuto un bambino, e gli avresti dato tutto l’affetto e l’amore
di cui saresti stata capace. Cominciava a nevicare: grossi fiocchi di un
candore accecante cadevano giù dal cielo, come delle grosse lacrime soffici.
Davanti alla porta di casa ti fermasti, ancora ebbra di gioia, con il cuore in
tumulto, sorridendo al cielo. Ma…C’è sempre un “ma” che interviene
a rovinare storie come questa. Urla e pianti di donna provenivano da dietro la
porta. “Mia madre!” pensasti, ed incurante, nella tua innocenza,
varcasti la soglia della casa della Morte e della Disperazione. Tua madre
giaceva raggomitolata in una angolo della stanza, il volto sfigurato e grondante
sangue, singhiozzando piano. Inorridita, ti eri inginocchiata accanto a lei,
sussurrando il suo nome, mentre lacrime come diamanti solcavano le tue guance.
All’ improvviso senti qualcuno dietro di te. Ti volti lentamente, senza sapere
ancora cosa il destino ti abbia tenuto in serbo. Vedi un uomo dall’espressione
stravolta: ha gli occhi fuori dalle orbite, i capelli arruffati, e le labbra
contratte e tese sui denti, che risplendono come quelli di una belva feroce. E’
anch’egli macchiato di sangue, sul petto e sulle braccia, ma il sangue non è il
suo…Poi, ad un tratto, lo riconosci: tuo padre. Tutta la bellezza, la
felicità, le risate, la gioia di questo mondo vengono inghiottiti in una
voragine di follia, in un tetro abisso di disperazione e morte. Il tempo sembra
essersi fermato, impietrito anch’esso dall’orrore, e tu ti senti come
proiettata in una dimensione aliena, dove il dolore e l’aberrazione dominano
incontrastati. In quei pochi secondi trascorsi prima che lui terminasse di
dannare la sua anima, ti chiedi cosa possa averlo spinto a macchiarsi di un’
azione del genere; ti guardi intorno, alla disperata ricerca di una risposta, e
intanto rivolgi una muta preghiera a Dio. Poi vedi una bottiglia vuota, con il
collo spezzato, ed allora capisci. Sembrava solo un brutto ricordo legato ad un
triste passato, invece la belva disumana evocata dall’alcool non era per niente
scomparsa: aveva solo indossato una maschera di tranquillità, per poter colpire
alla fine, più violentemente che mai. Quando lo vedesti avvicinarsi a te, e
quando lo sentisti strapparti di dosso i vestiti, capisti che non ci sarebbe
stata nessuna via d’uscita: avevi imboccato un sentiero che ti avrebbe condotto
tra le braccia dell’ Oscuro Mietitore. Dio, perchè non la chiamasti a te, prima
che la sua innocenza venisse così brutalmente assassinata? Perchè hai permesso
che tutto questo accadesse? Perchè tra tutti i figli tuoi hai scelto proprio
lei, che era la più innocente di tutti? Domande che affollano la mia mente fin
da quel giorno, ma che sono destinate a rimanere senza una risposta… Come
avrei potuto mai immaginare quello che ti sarebbe successo? Ero tornato a casa,
e cercavo di rievocare attraverso i ricordi l’oceano di sensazioni meravigliose
che il nostro amore aveva generato nella mia anima. Ti vedevo abbracciarmi,
baciarmi, sorridermi, e ripetermi che non ci saremmo mai lasciati. Ti amavo e
ti amo ancora con tutto il mio cuore, con tutto me stesso. Ma il Destino stava
già facendo il suo corso… Un mattino avvolto dalla più nera disperazione mi attendeva.
Avevo comprato un mazzetto di rose bianche, le tue preferite. Sarebbe stata una
giornata perfetta, Alison. Quando arrivai a casa tua uno spettacolo
agghiacciante mi si parò davanti, imprimendosi a fuoco nella memoria: c’erano
tre corpi abbracciati, nell’inestricabile vincolo della Morte; quando i fumi
dell’alcool svanirono, quell’uomo, che non era più un uomo e che era stato tuo
padre, si rese conto dell’atto scellerato che aveva compiuto, e decise di farla
finita togliendosi la vita: quale dignità poteva infatti avere ancora agli
occhi di Dio, dopo aver brutalmente assassinato due sue Creature? Sapeva che
non avrebbe potuto sopportare il dolore… Ma prima di farsi saltare la testa,
in un ultimo barlume di coscienza, mise vicine madre e figlia, come se stessero
dormendo abbracciandosi l’un l’altra, e poi diede il suo addio al mondo,
morendo accanto a coloro che aveva ucciso. Io rimasi lì non so per quanto
tempo, finchè udii una voce, non so a chi appartenesse, che dolcemente mi
diceva che stava nevicando, e mi pregava di tornare a casa. A quelle parole mi
accorsi di essere semi sepolto nella neve fino alle ginocchia: mi districai a
fatica e, dopo un ultimo sguardo alla sagoma riversa che eri stata tu, Alison,
mi incamminai verso casa mia. Vengo ogni giorno qui, Alison, per portarti una
delle rose che ti piacevano tanto, e per chiederti di perdonarmi per non averti
saputo proteggere, e anche per rivolgerti una preghiera: aspettami, amore mio,
aspettami finchè sarò morto anch’io, così potremo proseguire insieme il sogno
d’amore che in Vita ci è stato negato…

5 Commenti a “Alison”

  1. Andrea dice:

    Molto commovente. La canzone, se l’hai in mp3, la ospitiamo volentieri qui sul sito, collegandola a questo racconto :)

  2. Olaf dice:

    sono riuscito a leggerlo, ma alla fine ero in difficoltà, gli occhiali erano umidi e vedevo poco! … molto toccante!

  3. Ilaria dice:

    Ho le lacrime agli occhi… è veramente bello!!

  4. Chris84 dice:

    Grazie ragazzi! Purtroppo l’mp3 non ho la possibilità di crearlo…sorry! Però potrei provare a creare un file midi della canzone!

  5. Andrea dice:

    Chris, come preferisci tu :) Mandalo a staff@storydrawer.org, lo linkeremo in questo racconto.

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