L’INCREDIBILE STORIA DI PASQUALINO IL POVERO LADRONE
Pubblicato da Domenico De Ferraro il 6 aprile 2020
Di : Domenico De Ferraro
Domenica delle Palme in attesa , passi questa tragedia , passi il male sotto tante forme virali , il quale si porterà questa volontà di vivere , oltre quel giardino incantato, dove giocano i bimbi con gli angeli, dove l’acqua scorre , scende dai monti . Ruscelli chiari , come gli occhi della donna seduta ai margini delle sponde del lago. Una domenica desolata , qualcosa d’oscuro corre tra i mie pensieri , si trasforma in un atto filologico in un sapere che mi confonde , mi rende assai triste. Sapere e come viaggiare , con il mio aeroplano immaginario , verde , rosso, giallo. Volo verso il mare, sopra le nuvole, dentro il cuore di milioni di persone , nella solitudine di uno scoiattolo che saltella tra i rami . Questa domenica è un ricordo di tanto tempo fa ai tempi della peste, , vestita di bianco , andava verso una sacra chiesa , dipinta dal sagrestano ubriaco di rosso , dalle finestre blu come il mare. La chiesa aveva diversi nomi , ed altri nomi, inventati dall’amore. Una colomba di pace sorvolava il cielo azzurro , in molti si preparano per la santa messa. In molti in quel santo giorno , pregavano di nascosto, nell’incanto che li circondava, in molti si crogiolavano nella genuflessa essenza delle cose perdute, lassi in sentimenti timidi , spinti dal vento. Una domenica tranquilla ai fornelli , la vecchia nonna dai capelli tinti di verde con le lenti spesse , esempio prossimo alla comprensione che regala un mesto ricordo , una pace infinita la tra le radure dei ricordi simili ad aghi di pino , conficcati sulle foglie portate dal vento. Foglie rincorse da bimbi e dai fantasmi della sua giovinezza. La povera colomba , mezza ubriaca dopo essere riuscita a sopravvivere al fucile del cacciatore con chiuso nel becco un piccolo ramoscello d’ulivo ,sorvola città e paesi , come se fosse una quaglia incinta , come fosse un passero solitario , si spinge verso gli uomini di buona volontà. Le strade si riempiono di gente un via vai verso il grande tempio di marmo che splende imperituro di grazia in mezzo al verde della campagna in fiore. Una fila interminabile di persone , molti sono morti, molti non hanno più storie da raccontare , sono foglie mosse dal vento , camminano verso la pace , vanno oltre , quello un uomo normalmente potrebbe aspirare , potrebbe capire. Si muovono a scatti , piano, piano tra l’erba alta , sulle foglie degli alberi , tra i raggi del sole che splende fosco tra le nuvole grigie , tra assopite disgrazie di un esistenza raminga , rapita da una misera crudeltà , dalla banda di spacciatori del rione . Le donne si avviano , verso la maternità , in quel sollevarsi l’animo , dalle tante afflizioni, tra mille benedizioni, copule e cornucopie , senza mutande, in stretti reggiseni, con sederi al vento sventolanti , ancheggianti, leggiadri nell’amore del tempo che passa , formose e belle , fanno alzare le bandiere al vento.
Una fragile felicità si rincorre , una pace interiore che non è facile conquistare , qualcosa di soprannaturale un bene s’ infonde nello spirito , ti rende migliore la vita . Pasqualino era uno di loro ne peggiore, ne migliore forse un gran coglione. In quella domenica di festa s’infila tra la folla con nuovo paio di occhiali dorati , rubati durante una rapina finita male che portò il malcapitato automobilista , rapinato alle prime luci dell’alba, con una pistola giocattolo al pronto soccorso dell’ospedale delle grazie. Il poveretto si era fidato dei delinquenti ed aveva aperto il finestrino dell’auto alla richiesta di un fiammifero .
La prego ha un accendino
Si prego
Ma voi chi siete
Siamo quelli che ti portano la pace
Ma voi siete colombiani ?
Non siamo della pigna secca
Allora questa è una rapina
Certamente
Ed io volevo cambiare strada
Sei finito tra le nostre braccia, ora dacci tutto
Ma io sono disoccupato
Anche noi
Sono proprio sfortunato
Pure noi
Voi volete vedermi morto
Non piangere che ti diamo solo , una botta in testa
Cosi gli puntarono una pistola alla tempia, il poveretto rimase senza sorriso, cadde in una pozza di sangue, languidamente dopo tanto male inflitto . Il povero automobilista , era figlio della mala sorte , di una storia che fini assai male per lui. Pasqualino gli rubò gli occhiali ed il portafoglio , gli rubò la dignità ed il sorriso domenicale. Gli portò via il fiore che aveva all’occhiello , con cui sfoggiava all’apice della gioia in quell’amore che muore lentamente con il male che cresce con il tempo che scorre. Ma purtroppo ribellarsi , non giova ai coraggiosi di spirito e questo Pasqualino lo sapeva bene , in compagnia del suo amico Gigino nasecane con cui era stato recluso nel carcere di massima detenzione di Catanzaro . Pasqualino il peggior mariolo di tutto il quartiere , Scampia , si era messo in testa , di rubare tutte le uova di cioccolata della città . Delitto che improvvisamente intuisce il parroco mentre recita messa sopra all’altare , avvertito dal suo angelo custode. Preso coscienza dell’imminente pericolo, il povero parroco avverte cosi tutti i fedeli della sua parrocchia :
State attenti alle brutte sorprese , s’aggira tra di noi un ladro pericoloso .
Chi è padre questo manigoldo
Non lo conosco, ma so che assai pericoloso
Non ci posso credere perfino in chiesa fanno queste cose
Ma allora sono dei veri idioti
State attenti , sono armati
Vengano pure padre , adesso avvertiamo le forze dell’ordine
Siate prudenti , potrebbero farvi del male
Ci provasse siamo in tanti
Pigliate le precauzione
Io mi sono comprato un pacchetto di profilattici
Ecco fate come Giovanna d’arco
Ci stanno uccidendo con queste rapine
Lo so, lo so, figlioli ma voi porgete l’altra guancia
Mo’ ci caliamo pure ò calzone
Quello no, figliolo quello te lo tieni sopra con le bretelle
Ma , non si può vivere , sempre con la paura
Io vi dico andate, non perite
Padre noi siamo più di mille, quello è un uomo morto
Ricordate chi di spada ferisce , di spada perisce
Dopo quella santa omelia , molti scappano, chi si armò , di forcone e zappa , chi di fucile , chi di mitraglia ,chi si fuggì in luoghi sicuri e inaccessibili in tanti terrorizzati non sapendo come difendersi si tappano in casa aspettando un miracolo . Qualcuno , più coraggioso, provò a fermare Pasqualino il brutto ladrone. E mentre egli s’arrampica sui tetti , appeso ad una grondaia con due o tre piroette nell’aria come un gatto randagio, agile e furbo s’infila nelle case dei più ricchi del quartiere per far man bassa di tutto ciò di valore trova in casa del malcapitato. Pasqualino nel giro di poco tempo , tra rapine , mano armate e truffe di varie genere riuscì mettere a segno , diversi colpi buoni . Giungendo ad accumulare una discreta fortuna che immediatamente spedì via western union in una banca di Panama in Sud America , assicurandosi così una rendita sicura in caso di peggiori giorni d’affrontare. Pasqualino alto è grasso , come un uovo , povero è solo come un uccello in gabbia.
Pasqualino oggi è un uomo ricchissimo , nessuno sa che lui ha rubato, tutto dalle casse comunali , dalla banca centrale, dalle imposte , che non ha mai pagato le tasse, cosi ha messo una fortuna notevole da parte fatta di oro e gioielli ed azioni , buoni fruttiferi a non finire. Una fortuna fatta di rapine e speranze ,notti, passate in attesa di riuscire a compiere il grande colpo per dire basta a quella vita disonestà e criminale. Di speranze Pasqualino ne aveva coltivate tante, grandi progetti a delinquere ,piani formidabili su come rapinare il ricco epulone , riuscire a creare un traffico clandestino di prostitute extraterrestre . Rubare, imbrogliare , agganciare e complottare con capi bastoni , cattivissimi criminali, capaci di ogni nefandezza. Capaci di tante brutte azione pur di avere ,sempre più denaro e potere. Rubare tutte le uova pasquali , era l’idea geniale , la rapina del secolo , l’apice della cattiveria , la punta dell’iceberg della crudeltà , verso i poveri impiegati, gli operai , la povera gente da quella schiera di persone che l’avevano trattato sempre male. Perché lui era figlio di un ladro e suo nonno era stato ladro ed assassino e sua madre non l’aveva mai conosciuta. Chi diceva che era figlio di una russa , chi d’una ungherese , chi che ella era Lilly Marlene , chi Sofia Loren , chi Rossella O’Hara di via con il vento . Ma Pasqualino non li aveva mai creduto , cosi era cresciuto con tanto odio in corpo, con la pistola in pugno, con le parole addomesticate in bocca , che balbettano , fanno le mosse. Le parole volgari , offendono fanno male , tirano l’acqua al proprio mulino, fanno il giro del mondo a cavallo. Alcune vanno in bicicletta e poi vanno in pellegrinaggio in terra santa , si mettono in posa, davanti al muro del pianto per farsi una foto ricordo. Dopo di ciò , si fanno un giro per Gerusalemme , con qualche rabbino o con qualche bella entraneuse, con una donna dalle forme procaci che ti fa girare la testa . Il piano di Pasqualino era di rivendere le uova rubate a meta prezzo ad uno sceicco dello Yemen del sud , proprietario di moltissimi alberghi a cinque stelle sul lontano pianeta Marte. Uova con sorpresa per i tanti turisti galattici. Alcune di quelle formidabili , uova parrocchiali , potevano contenere un diamante, una macchina sportiva, una bambola gonfiabile, un yacht lungo trenta metri ,un grattacielo , dei libri con baffi che sapeva parlare ogni lingua tu voglia. Ma Pasqualino era un golosone ,un insaziabile divorato di prelibato cioccolato e dato che non si sapeva trattenersi di fronte a tanta golosità. Fece il passo più lungo della gamba , scarto , apri , ruppe tante uova per il gusto di provare quel prelibato cioccolato, nero fondente, al latte , al sapore di fragola , di gianduiotto, cioccolato fatto della stessa sostanza dei sogni. Buon cioccolato fondente, prelibato, assai saporito , tanto buono da farti leccare i baffi da topo , squittire , correre come un matto tra Marte e Giove . Tutto cioccolato di marca svizzera. Era una irrefrenabile voglia , un desiderio irrefrenabile , l’afferrava per la gola ed una voglia spasmodica, lo trascinava per volontà effimere e pusillanimi intendimenti. Il suo corpo diventava elettrico, diventava un desiderio irresistibile, così contro ogni sua volontà Pasqualino si gettò sulle uova di cioccolato e incominciò a mangiarne tante, talmente tante che quella volta esagerò veramente .
E finito in ospedale al pronto soccorso con diarrea e mal di pancia. Gli fecero una lavanda gastrica, lo rivoltarono come un calzino, gli misero un tubo in bocca lungo tre metri che percorse tutto il suo corpo , facendolo cosi evacuare all’istante. Lo smerdazzo atrofizzò , il piloro, l’intestino, si rivoltò contro , ed un medico disse che puzza , cosa ha mangiato ?
L’infermiera di guardia si mise un po’ di profumo addosso, ma l’ora era giunta con il battito del cuore di Pasqualino , con la molla del letto su cui il medico e l’infermiera fecero l’amore per un ora intera. Povero Pasqualino, isolato in una stanza, dovette ascoltare i fremiti d’amore dei due amanti, tutte le canzone di pasqua della parrocchia , ove aveva rubato le uova di cioccolato. Ed il grido di un ghiro che dormiva sempre sopra un ramo di pino, s’udì prepotente nelle sue orecchie da farlo saltare da letto. Infermo, sudato, in maniche di camice, senza amici e senza domani il povero Pasqualino divenne un panciuto signore di mezza età che ascoltava la gente , venire a pregare al suo capezzale di ammalato. .
Ma anche in quella condizione così delicata egli riuscì a rubare un camice bianco e a farsi passare per un illustre professore per poi scappare con indosso un pantalone e una valigia piena di strumenti chirurgici. E sotto tale vesti si diresse , verso i paesi del sud America , come volontario di medici senza frontiera alla ricerca dell’uovo di colombo . Venne arrestato al confine del Messico , con una valigia piena di soldi , frutto delle tante sue rapine, imbrogli , varie ruberie. Cosi arrestato dalla polizia ferroviaria , venne condotto in catena sul golgota e li per le sue colpe venne crocifisso , affianco la santa croce . Il vecchio ladrone, con tante storie ancora da raccontare per pasqua , venne issato sulla croce, tra gli applausi dei presenti , soprattutto da quelli della parrocchia , venuti ad assistere al triste destino del povero ladrone che aveva provato a sfidare l’ira del parroco con il rubare quel bene prezioso che erano le loro uova pasquali. Per Pasqualino , il ladrone non ci fu resurrezione ne liberazione, ma solo la promessa ad imperitura memoria , che chi è ladro può essere perdonato per le colpe commesse, dopo aver scontato la sua pena terrena. Per cosi, alfine stare con nostro signore misericordioso in paradiso , libero tra i santi , poiché essere ladro o laico, non ha importanza , in quanto la fede vince il male ed il bene trionfa, sempre, questo è l’importante.
Ciò che conta per la morale di molti è la sorpresa, non la forma delle cose , ma il contenuto dell’uovo , che è il contenuto della nostra vita . Quella vita che noi viviamo , con la quale noi perseguiamo le nostre azioni ed i moti dello spirito. L’amore è un frutto , dalla forma di uovo e povera gallina che lo fece . La quale piange ancora e si dispera, per quel suo uovo , poiché è sempre il nuovo a vincere a condurci dove il cuore comanda.