LA VENDETTA DEL PEONES
Pubblicato da giangia il 16 maggio 2009
“Sicca sicca” ecco come mi definirebbe un siciliano che volesse valutare il mio aspetto fisico.
Mia madre, per giustificare lo scarso esito della sua opera, dando una motivazione vigliaccamente religiosa, mille volte mi ha ripetuto: “Non indurre in tentazione…ecco perché ti ho fatta così”.
Mio padre, uomo pratico e onesto, invece mi dice: “Tesoro, cosa vuoi…mi ricordo bene quella volta, fu una sveltina per salutare la casa in affitto, prima di trasferirci in quella che avevamo comprato con un feroce super-mutuo, che mi aveva strozzato quasi tutto…”.
La mia amica Giovanna, reggiseno taglia 3 coppa D, che gli uomini si girano a guardare, ululando magari un “Tarchiata ma ‘bbona” a cui lei, offesa per il tarchiata, replica con un immediato “Stronzo!”, quando mi vede spogliata si mette a ridere dicendo: “Cosa sono quelle due prugne secche che hai davanti?”
Ecco, questo per incominciare.
Sì, sì, oggi voglio proprio raccontare di me, liberarmi dell’astio che provo nei miei confronti (non mi sono mai piaciuta fisicamente e non mi sono neanche mai stata tanto simpatica), perché oggi è successa una cosa…ho avuto un riscontro che mi ha reso felice, che solo io conosco e che non rivelerò alla mia famiglia, a Giovanna e a tutti quelli che mi guardano con sufficienza o compassione. Sarà la mia vendetta, chiamiamola pure “la vendetta del peones”, di fatto è la mia vendetta!
Alta 1 metro e 70 (…e 68 in realtà, ma, siccome tutti dichiarano sempre qualche centimetro in più, perché non posso farlo anch’io?), sono una taglia 40, niente male detto così, solo che un appendiabiti è più sexi di me. Ho già detto del mio davanti, ora spiego il resto.
Didietro: inesistente, ghigliottinato. Ho ricevuto un’unica pacca sul sedere da un cretinone mezzo ubriaco che voleva, testuali parole, palpare un culo che non c’è.
Fianchi e giro-vita: niente! Dalle ascelle e fino ai fianchi sono tutta dritta, non c’è una curvina, seppur minima, proprio non c’è.
Gambe: lieve accenno di muscolatura. Nessuno può capire il mio dramma-collant: dovrei usare una prima perché la calza aderisca decentemente a coscia e polpaccio, ma regolarmente compro una terza se no il cavallo…diventa un pony e me lo ritrovo ad altezza ginocchia, cosicchè la calza si affloscia come una vela quando c’è bonaccia. Per dovere di cronaca aggiungo che da bambina, e fino all’adolescenza, i bambini del mio giro mi hanno sempre chiamata “Stinchetti” .
Anche i piedi mi creano problemi: uso solo scarpe con allacciatura alta; una sola volta ho comprato e indossato scarpe decoltè per una cerimonia, risultato: ho ciabattato tutto il giorno come la più buzzurra delle massaie.
Finisco con la faccia.
Viso lungo e magro, fronte alta, occhi celesti (non azzurri, sarebbe troppo!) miopi, naso importante (…eufemismo) , labbra filiformi, dentatura cavallina (non riesco a definirla diversamente), mento pronunciato e aguzzo.
I capelli? Beh, almeno lì vado bene: possiedo una folta capigliatura bionda (ossigenata, ça va sans dire), che curo con grande amore e di cui vado molto fiera.
E ora un aneddoto.
Un giorno, al lavoro, sostituisco la collega addetta alle banche e porto al consulente finanziario una serie di importanti documenti firmati dai grandi capi.
Per me è un diversivo e vado serena.
In banca mi fanno accomodare in un salottino; cinque minuti di attesa e sento dei passi in avvicinamento, vedo un’ombra che si sistema giacca e cravatta; io preparo il mio sorriso professionale mentre un uomo ben stazzato entra tuonando :“Buon giorno, bellissima signo…”, un momento di sbigottimento seguito da un chiaro imbarazzo, da una serie di colpettini di tosse e, infine, da una risata irrefrenabile.
Il tizio mi cede il passo, percorriamo un corridoio, lui cerca di trattenersi ma ogni tanto gli scoppia fuori una risata.
Mi fa accomodare nel suo ufficio, siede di fronte a me, mi guarda, e riparte una risata che cerca di trattenere; allora comincia ad inghiottire, il pomo d’Adamo sembra un ascensore impazzito, gli occhi si fanno lucidi.
D’un tratto china il capo, ghermisce dalle mie mani i documenti, me ne ritorna alcuni controfirmati, si alza, mi accompagna alla porta, mi da la mano e borbotta un: “Arrivederci”.
Mi allontano perplessa mentre nella filiale risuona una risata cosmica, che mi ricorda lo storico rutto da birra di Fantozzi.
Torno in ufficio, i miei colleghi mi guardano di sottecchi, alcuni sembrano imbarazzati, altri soffocano qualche risatina, io li guardo e non capisco, fino a quando una collega, la più anziana, mi dice: “Abbiamo anticipato il tuo arrivo al consulente! Così ti abbiamo descritta: non può passare inosservata, poco oltre la trentina, molto fine, alta, fisichetto asciutto, bionda, grandi occhi azzurri, sorriso smagliante…scusaci!”
CAPITO?
E veniamo al perché oggi sono felice.
Da tempo soffro di dolori addominali, piccole crisi che compaiono soprattutto dopo periodi di stress, arrabbiature o delusioni.
Il medico di famiglia mi ha prescritto alcuni accertamenti e, oggi, dopo aver visto gli esiti, mi ha rassicurato, anzi, appoggiando una mano sulla mia spalla e guardandomi negli occhi con sorriso paterno, mi ha detto: “Figliola, vai serena, sei perfetta!” e in quel momento ho realizzato la grande verità…eccola, la vendetta del peones!
Ebbene sì, stupido mondo che guardi e giudichi solo quello che ti viene sbattuto davanti al naso e non cogli il bello interiore di una persona, IO, Annarita Imperatore, detta Stinchetti, SONO BELLA DENTRO, ho la certificazione…non è ISO 9000 e rotti…ma ha il suo bel valore scientifico, mi è costata 35,16 euro, ticket versato al Servizio Sanitario Nazionale per un esame strumentale di cui ritengo poco elegante riferire il nome.
17 maggio 2009 alle 07:08
Bellissimo!
Molto divertente e davvero ben scritto. Lo si legge d’un fiato, il genere che piace a me.
Brava! 5 stelline da parte mia!
Al prossimo!
17 maggio 2009 alle 09:36
Ciao Emmaus,
quasi quasi mi vien da pensare che sei un po’ troppo generoso nei miei confronti, ma io me lo godo il tuo bel commento, ah se me lo godo!
Psst…psst, hai letto del concorso fiabe e filastrocche? Non è che ti scappa un desiderio irrefrenabile di partecipare?
Buona domenica!
21 maggio 2009 alle 06:48
Bello il concorso! Sto giusto preparando una filastrocca…
Ciao!!!
21 maggio 2009 alle 07:44
Grande Emmaus!
4 luglio 2009 alle 12:35
Troppo carino! Dietro la storia buffa si nasconde (e neanche tanto nascosta!) un’ironia che si fa saggia senza essere retorica! Brava!