DUE SACCHI AZZURRI
Pubblicato da giangia il 28 giugno 2009
Mare, ti amo!
Amo il tuo colore, talvolta verde, talvolta azzurro, talvolta trasparente, talvolta grigio, talvolta nero.
Amo le tue rive, i grandi golfi, le piccole baie, le alte scogliere, i lunghi litorali, le stupefacenti lagune.
Amo le tue onde, quelle leggere che lasciano la tua schiuma sulla sabbia, quelle rumorose che ti insinuano in migliaia di rivoli nella ghiaia, quelle prepotenti che ti disperdono in infinite gocce contro gli scogli.
Ti amo con il sole, con la pioggia, con il vento.
Ti amo incondizionatamente.
Una settimana fa ho passeggiato, godendo della tua furia, lungo il litorale e ho visto a terra due sacchi azzurri, discretamente protetti da pochi ombrelloni.
Dentro c’erano Silvia e Ala, anche loro sullo stesso litorale per godere di te, ingenuamente.
Ti odio, mare, sei crudele…eppure, ti amo.
29 giugno 2009 alle 06:35
Bello, Giangia, questo tuo componimento. Scusa l’ignoranza, ma non so chi siano Silvia e Ala, comunque il mare, a volte, pretende qualche vita, non c’è niente da fare…
Ciao! Al prossimo!
29 giugno 2009 alle 06:48
Buon giorno, Emmaus.
Silvia e Ala sono le due donne moldave morte il 21 giugno per salvare le figlie dalla furia del mare a Sottomarina.
Grazie per il tuo commento!
29 giugno 2009 alle 10:37
Ah, poverine… adesso ricordo d’aver sentito la notizia…hai fatto bene a ricordarle nel tuo componimento…
di nuovo ciao
29 giugno 2009 alle 11:06
Grazie Giangia,
mi hai, con questo testo, riportata alla mente un episodio in cui rimanemmo, altri bagnanti ed io, a fianco di un morto, sulla spiaggia, a lungo in attesa che lo portassero via, ci sembrava, forse, che lasciarlo solo fosse un rifiuto, per qualcuno che, poco prima, era tra noi in altra veste.
Titolarono i giornali in tutta Italia: “Bagnanti indifferenti si abbronzano a fianco di un cadavere.”
Fioccarono le lettere ai giornali di quelli tra noi che si sentirono offesi, io allora tacqui.
Sei stata quindi l’ispirazione da cui ora posterò un pensiero breve.
Ciao
29 giugno 2009 alle 11:15
Bravo giangia…mi è piaciuto molto questo tuo componimento…è giusto ricordare che questo mare, che per molti è meta di vacanze agognate, per molti (troppi!) è tomba di sogni infranti.
29 giugno 2009 alle 12:17
Grazie, cari Emmaus, Bernardo e Mattiekian, per aver apprezzato questo piccolo tributo a due donne sconosciute che, chissà con quale entusiasmo, erano arrivate al MARE!
Bernardo, al contrario di te, devo dire che ho percepito nei villeggianti e soprattutto nelle numerose forze della compassione (di solito si chiamano dell’ordine) presenti, un personale senso di rispetto e protezione nei confronti dei due sacchi azzurri.
Ciao e grazie ancora
29 giugno 2009 alle 13:37
Giangia, cercando d’essere breve non mi sono spiegato, c’era un profondo senso di rispetto nei confronti del morto, (semmai, un poco di sconcerto per i tempi d’intervento delle forze dell’ordine e le loro burocratiche lungaggini, s’è percepito alla fine tra gli astanti) furono i giornali che dipinsero in modo non veritiero la situazione e furono motivo di lunghe discussioni tra gli “abituè” di quelle rive e gettarono un’ombra sui giornali e sul loro costruire articoli a effetto basandosi su telegrafiche notizie ANSA, inventandosi particolari inesistenti.
29 giugno 2009 alle 14:03
Ti sei spiegato bene; ho solo avuto la sensazione che le forze dell’ordine non fossero arrivate velocemente, tutto qui; e ho capito lo stupore dei villeggianti e il senso di veglia e protezione nei confronti della persona vinta dal mare.
Sono da lungo tempo indifferente a quanto comunicano stampa e TV e non mi va di perdere tempo a esprimere considerazioni su quanto fiferiscono…me ne impippo!
21 agosto 2009 alle 09:22
mi è piaciuta molto. Spesso si dice che il mare e la montagna fanno vittime… non è così… siamo noi a pretendere spesso di essere superiori alle forze naturali, il prezzo della sfida normalmente è caro. Brava Giangia.
24 agosto 2009 alle 11:39
Grazie Olaf!