il temporale
Pubblicato da gigi il 26 novembre 2009
Il temporale
Come rideva Primavera in cuore!
Sembrava non dovessi mai lasciarla
ma lasciai Primavera per Amore
senza rimpianti
solo in qualche sogno
tesi la mano all’ultimo aquilone
che rotto il filo fuggiva ormai lontano
Estate fu benigna e lunga e calda
e qualche lieve nube all’orizzonte
da Zéfiro fu spinta assai lontano
lasciando veleggiar speranze e sogni
Poi…un temporale estivo mi rammento
la nube che sconvolse l’orizzonte
e il turbinar del vento che ci avvolse
sempre più forte
e che alla fin ci vinse
ed in quel volo che parea di morte
precipitando, un ramo saldo strinsi
ed una mano verso te protesi
che a un filo d’erba ti vedevo avvinta
-non mi lasciare mai- questo ti chiesi
poi il grido del mio cuore lacerato
e un vento freddo ti portò lontano
e piovve e piovve e piovve.
Quante volte, nel buio della notte,
quando il silenzio accresce ogni rumore
mi è parso di sentire la tua voce
-non ti ho lasciato, sai-
Poi finalmente è ritornato il sole
il freddo sole dell’autunno mio
e, al sole freddo, caddero le foglie
…sulle speranze e i sogni.
26 novembre 2009 alle 21:43
Le speranze ed i sogni possono essere nascosti dalle foglie … ma ci sono! è solo letargo la loro malattia.
E’ stato un piacere leggerla, complimenti.
27 novembre 2009 alle 18:25
Caro Olaf, ti ringrazio per il commento,prova a leggere Mariposa forse capirai meglio la tragedia comune alle due poesie. Se non ti vuoi cimentare nella lettura del sassarese, puoi leggere la traduzione “tricolore”, ma penso che ti cimenterai nella prima soluzione.Ciao