Cane
La strada vista che corre dietro la griglia fa molto Bollywood, va via dietro la terra secca e il cielo terso come s’un piano geometrico.
C’è una scritta s’una casa appena passata, sembra dirci ciao, addio, fatta di mattoni, rosso marrone, fa molto film.
Le rondini girano sull’autostrada, c’è una fila di camion e un cane sulla corsia d’emergenza, l’avranno abbandonato.
Ora va, mentre passano gl’autotreni, gira, si tuffa in un campo di grano, frusciano le pannocchie gialle e verdi, a onde, come una ferita che si richiude velocemente. Bellissima la pianura del nord sotto il cielo pulito di maggio, salta fuori trai platani, è più felice di prima.
Sembra salutare, anche una mongolfiera lassù, come vorrei essere lì…
L’autostrada corre solare, è spiritosa, così, è come la chiamata d’un vecchio amico, il cane e i treni gommati vanno per la loro strada, un freesby la passa da parte a parte e ci mettiamo a ridere.
Ciao Giovanni, grazie per quest’altra piccola perla. Molto riuscita l’immagine dell’ondeggiare del mais come ferita che si rimargina.