Paolo
Paolo scriveva preghiere e parole bellissime.
Si estraniava perfettamente dalla sua vita presente, si sigillava fuori dal suo lavoro anche solo pensandole, un po’ assorto, quasi rapito, da sembrare scemo.
Aveva un rapporto tutto particolare col suo piccolo Dio personale con cui condivideva ogni cosa.
Era il suo Genio e lo interrogava ogni qualvolta registrava una variazione di umore e sentimenti, dal dolore alla felicità.
Magari gli parlava soddisfatto salendo di corsa le scale del terrazzo con quel forte odore di trucco che dava il forte calore del giorno radioso a quell’angolo di casa, magari gli bisbigliava senza pigiama nel letto in camera sua pressappoco così:
Grazie Signore
per l’amicizia
serbata a questo corpo nudo..
Grazie Signore
per i ricordi
che dai agli speranti…
Grazie
nell’onomatopea
delle preghiere
che ti rivolgiamo
e nei nostri piccoli desideri…
Era un uomo che si guardava sempre intorno, ma non trovava mai niente.
Bella Gio!
Ricca di significato e con una scelta azzeccata di parole. Muy bien!!! per dirla alla messicana…