Siamo così
desolantemente nudi,
così noi stessi,
nella sofferenza,
un uomo in tuta,
forse in pigiama,
sporco,
ansima
boccheggiando
nel letto vicino al mio,
non si cura di me,
una donna
trascina,
trascinandosi,
una flebo
piena d’un liquido opaco,
bello neppure a guardarsi,
nel pomeriggio grigio,
caduti trucchi e occhiate,
perso ogni potere sugl’altri,
ha cura solo
che qualcuno
la faccia sopravvivere.
Giovanni, ogni tua poesia e’ una sorpresa! Questa sulla malattia e’ particolarmente toccante.
Grazie per avercela fatta leggere :)
PS: ma tu stai bene vero?
BENE grazie!
Ero solo nelle vicinanze…
Ciao
5 stelline x te!!
Partecipatamente intelleggibile, così, bravo!