L’ALEPH
Pubblicato da Clelia Liù Grisù il 19 novembre 2007
Vidi la mia casa da una posizione inconsueta,
vidi, come un dejà vu la mia vita parallela,
quel giorno, sulle scale della scuola media.
sentii il vento profumato di tutte le mie primavere.
Mi comparsero le prime forme di vita monocellulari,
l’embrione, l’idrogeno, il big bang,
il centro della terra, il destino di un buco nero.
Vidi oltre l’orizzonte.
Vidi tutti i numeri, i raggi del cerchio,
i punti di una linea, una matrioska
e gli infiniti riflessi
di due specchi che si guardano.
Udii mia mamma raccontarmi ancora quella favola:
“C’era una volta un re, seduto sul sofà
che disse alla sua serva: – Raccontami una storia –
e la serva incominciò: – C’era una volta un re…”.
Percepii me stessa reincarnata in tutto ciò che vidi,
vidi il mio inconscio.
Intuii l’esistenza di vite sconosciute,
di altri universi, qualcosa come il nulla… il tutto.
Vidi la fine del mondo,
vidi la gente di tutti i popoli
stretta di fronte all’ultima ora,
e vidi uscire dai cuori di ognuno il male e il bene.
E poi non vidi più nulla
e mi svegliai in un’altra vita
e in un altro corpo
…che avevo visto troppo.
20 novembre 2007 alle 6:35 am
Rinnovo i miei complimenti. Pur nell’ermetismo della poesia, l’ho apprezzata