janblazer

Una raccolta www.storydrawer.org

..raccolta differenziata..

Pubblicato da janblazer il 14 ottobre 2009

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Era da poco spuntata l’alba, un sole rosso e accecante si incuneava tra i palazzi di periferia cancellando i postumi di una notte qualunque in un quartiere qualunque di una città qualunque.
Oliviero era già in piedi, vestito con un paio di pantaloni mimetici e la canottiera, pronto per il disperato tentativo di trovare qualche ora di lavoro, una manciata di euro, come manovale ai mercati generali.
Con la spugnetta stava pulendo alcune macchie di caffè sul pianale smaltato della cucina impietosamente incrostato di sporco.
Dalla sigaretta appesa alle labbra come una proboscide, cadde per terra un lungo pezzo di cenere che con un colpo di destro alla Kakà, finì sotto il lavello.
Un odore pungente nell’aria ricordò a Oliviero che non poteva dimenticare ancora una volta di portare l’immondizia nell’apposito contenitore sulla strada.
In quel quartiere degradato la raccolta differenziata era ancora fantascienza.
Scese il piano di scale di corsa, il camion dei rifiuti sarebbe passato poco dopo, ormai lo sapeva, era la sua sveglia mattutina.
Facendo leva col piede sulla barra di apertura alzò il coperchio e gettò i due sacchetti dentro al cassonetto.
Nel silenzio totale sentì provenire un miagolio dall’interno del conteiner e lo aprì completamente per vedere se qualche gatto malauguratamente fosse finito dentro.
Due occhi lo fissavano terrorizzati, non si trattava di un micio, ma di un essere umano.
Una figura femminile, completamente nuda, piena di graffi, lividi, coperta di sangue, che tremava come una foglia.
Nel momento in cui Oliviero si affacciò al cassonetto per guardare , la ragazza con la forza della disperazione gli gettò le braccia al collo, e a questo punto a lui non restò altro che tirarla fuori da quel lurido e disgustoso posto e dopo aver controllato con un colpo d’occhio che la strada fosse deserta, di corsa si precipitò su per le scale e si chiuse a chiave nell’ appartamento con il fagotto umano tra le braccia.
Non sapeva cosa fare prima.
Decise di adagiare la giovane nella vasca da bagno che, anche se scrostata e con tre dita di lerciume sul bordo, era sempre più pulita di lei.
L’acqua calda era un lusso che Oliviero non si poteva permettere, al massimo gorgogliando da un boiler incrostato di ruggine e calcare scendeva leggermente tiepida, e cominciò con la spugna e una scheggia di sapone a pulire quel corpo nudo e tremante.
Prima il viso e i capelli biondi, poi il collo.
Sembrava un angelo.
Il sangue raggrumato lasciò il posto a cicatrici fresche e lividi bluastri..
Il rumore sulla strada del camion della spazzatura che tritava i rifiuti fece fare un balzo alla ragazza che aprì gli occhi di colpo.
Erano azzurri e si leggeva il terrore dentro.
Oliviero continuava il suo lavoro di pulizia, prima le spalle poi le braccia, sottili e decorate di originali ed insoliti tatuaggi tribali.
Appoggiò la spugna sul petto e si fermò. La sconosciuta accennò col viso a un sì, e il giovane continuò la sua opera, con movimenti delicati, rotatori, insaponando e sciacquando i seni.
Seni così non li aveva mai visti, nè toccati.
Le prostitute del cimitero, le uniche con cui si poteva permettere un’avventura ogni tanto, avevano delle tette cadenti e flaccide, tutt’altra cosa di quei frutti sodi e maturi.
Oliviero deglutì più di una volta mentre passava la spugna su quel corpo, come un panno sulla carrozzeria di una Porsche, delicatamente, con timore e velato piacere.
Quando sentì i capezzoli indurirsi spostò la sua attenzione all’addome e poi alle gambe.
Lunghe e affusolate, toniche, ma che ci faceva questo ben di Dio in mezzo all’immondizia?
Oliviero, trovandosi vicino alle zone più intime si fermò, ma la ragazza, anche questa volta, con un cenno del capo, fece capire di proseguire e le sue mani e la spugna continuarono a scivolare su quella pelle morbida che sembrava seta.
Gocce di sudore grosse come acini d’uva scivolavano sulla fronte di Oliviero mentre delicatamente le mani con pudore e titubanza ripulivano quelle parti del corpo più nascoste.
La zona era molto arrossata e piena di graffi e di lividi e al solo sfiorarla, sul viso della ragazza bionda compariva una smorfia di dolore e di sofferenza.
Ultima cosa la schiena, anche quella segnata da grossi ematomi.
Poi la ragazza, aggrappandosi a lui, uscì dalla vasca da bagno.
Con un asciugamano di dubbia pulizia, Oliviero la asciugò frizionando quella pelle candida e delicata, poi dopo aver frugato in un cassetto del comò, le diede da indossare una t-shirt bianca e un paio di pantaloni di una tuta che anche se erano XL, poteva stringere in vita con il cordino.
Lavata e vestita aveva un altro aspetto.
Chissà cosa le era capitato per avere quello sguardo terrorizzato.
Lui non le avrebbe fatto del male.
Perché avere paura ?
Guardò per terra.
C’era una gonna, una camicetta strappata, una borsetta e un coltello da cucina sporco di sangue.
Di chi cazzo era quella roba?
La ragazza!
Dov’era la ragazza ! Un attimo prima era sdraiata sul letto con la sua tuta XL addosso e ora si vedevano solo delle lenzuola insanguinate.
Cristo! Non ci capiva più nulla.
Oliviero si spostò verso la finestra per accendersi una sigaretta e nello stesso istante, sfondando la porta, fecero irruzione due poliziotti dei corpi speciali che in un attimo lo immobilizzarono.
Dopo averlo ammanettato lo buttarono giù dalle scale e strattonandolo lo caricarono su una volante parcheggiata quasi sul marciapiede dove una piccola folla di curiosi inferocita aspettava gridando
Figlio di puttana ! Assassino ! Ammazzatelo !
Poco più in là, vicino a un cassonetto aperto, sdraiata nella lettiga di un‘ autoambulanza, una ragazza con i capelli biondi ed insoliti tatuaggi tribali sulle braccia indicava Oliviero singhiozzando.

La sirena dell’autoambulanza che sgommava in direzione del’Ospedale si prese tutti i vaffanculo degli abitanti di un quartiere qualunque, di una città qualunque, in un mattino qualunque.

4 Commenti a “..raccolta differenziata..”

  1. bernardodaleppo dice:

    Breve, ma intenso, non cerca di spiegare, solo di dare un flash.

  2. janblazer dice:

    Infatti li chiamo racconti flash..
    Grazie per l’attenzione..hai colto l’essenza..
    Un saluto
    Jan

  3. andrea dice:

    suggestivo. il fatto che non si capisca cosa sia successo esattamente (almeno, *io* non lo capisco) non danneggia il testo, anzi lo rende piu’ intrigante.
    grazie per avercelo fatto leggere!

  4. janblazer dice:

    Grazie a te..
    il fatto che non si capisca se Oliviero è responsabile o meno della violenza è voluto..
    Recenti fatti di cronaca giudiziaria ci dimostrano come da un giorno all’altro si possa essere colpevoli o innocenti..

    Un caro saluto Andrea..
    Jan

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