OMBRE
Pubblicato da letizia il 8 gennaio 2008
OMBRE
Era notte fonda, tutta la casa dormiva… Jack, infagottato nelle coperte stava sognando di correre facendo volare un aquilone. L’uomo ragno in bilico tra un grattacielo e un autobus scivolò in avanti andando a sbattere il naso contro il bordo della cesta in cui erano ammucchiati i giochi. Un’asse del pavimento di legno scricchiolò assestandosi, Jack rise piano nel sonno voltandosi sull’altro fianco.
Fuori della finestra si alzò il vento. Dapprima leggero, lievi folate che facevano giocare le foglie e rincorrevano le lattine lasciate in strada… poi acquistarono più vigore. Allontanarono le nubi che coprivano la luna piena, spinsero le altalene ai giardinetti pubblici, rovesciarono alcuni vasi di fiori, fecero sbattere una porta… Scagliarono i rami di un albero contro la finestra della cameretta dove dormiva Jack… e fu così che iniziò la lotta.
Il bimbo aprì gli occhi svegliandosi di soprassalto. Spostò un poco le coperte e rivolse alla stanza un’occhiata indagatrice. Tutto era immobile, immerso nel sonno e in un buio rischiarato dalla luce argentea della luna.
I suoi giochi giacevano nelle ceste, sulla seggiola accanto al letto gli abiti per il suo primo giorno di scuola attendevano ben ripiegati di essere indossati… tutto pareva in ordine e il piccolo stava per riaffondare il naso sotto le coperte quando vide!
Le loro ombre danzavano sul muro e osservò affascinato, più che spaventato, la lotta per la sopravvivenza che si stava svolgendo.
Un terribile mostro, un dinosauro forse, minacciava un piccolo batuffolino, di certo un coniglietto.
Il dinosauro aveva aculei sulla schiena e denti aguzzi, il coniglietto era una pallina di pelo con due lunghe orecchie. Non pareva per niente intimorito mentre saltellava qua e là schivando gli attacchi del dinosauro che si dimenava con furia.
Jack seguiva eccitato la battaglia facendo il tifo per il coniglietto. Forza piccolo, difenditi!
Il dinosauro, incapace di arrivare a sbranare il coniglietto nelle attuali condizioni, mutò in un altro essere: ora aveva una forma più imprecisa, sembrava possedere tentacoli e questi arrivavano a toccare il piccolo animaletto che ora tremava terrorizzato.
Jack si sollevò a sedere sul letto. E adesso? Tra poco il mostro se lo mangia, che faccio?
Il combattimento continuava senza tregua. I tentacoli si dimenavano furiosi stringendo la loro preda. Il coniglietto lottava, ma era ormai allo stremo delle sue forze e soccombeva stretto tra le diramazioni del mostro.
Jack gemette. Come aiutarlo? Sentì le folate violente del vento che spazzavano la strada deserta e gli venne un’idea. Spinse in fuori le labbra e iniziò a soffiare contro le ombre che si agitavano sul muro.
Dapprima non successe nulla, anzi sembrò che il coniglietto alla fine fosse scomparso e che il mostro si stesse leccando i baffi soddisfatto… ma l’animaletto era troppo forte e anche dalla pancia del mostro, come pinocchio intrappolato nella balena, riuscì a venir fuori dimenandosi con ritrovata energia.
Jack soffiava cercando di spingere via il coniglietto, ma il mostro si tramutò ancora. Aveva una bocca enorme e gli artigli affilati tenevano stretto l’animaletto, che non aveva mai mutato forma.
Jack inspirò e soffiò con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Il coniglietto aiutato dalla sua spinta ruzzolò via e il mostro precipitò a terra con un sordo schianto.
Jack rise mormorando un soddisfatto evviva! Aveva salvato il coniglietto.
Tornò a distendersi tirandosi le coperte fin alle orecchie. Diede un’ultima sbirciata, ma l’ombra del coniglietto sul muro ora era sola … e salva. Chiuse gli occhi e si addormentò in pochi istanti, stremato dalla lotta a cui a suo modo aveva partecipato.
Il vento fuori della finestra continuò a infuriare. Fischiava tra le tegole dei tetti, strappava i panni dimenticati ad asciugare sui fili dei balconi, in qualche caso faceva scattare gli allarmi delle macchine parcheggiate in strada. Dall’albero davanti alla finestra della cameretta dove dormiva Jack strappò via un ramo vecchio… ma risparmiò un nido in cui quell’estate sarebbero nati dei passerotti.
9 gennaio 2008 alle 8:42 pm
Allora ti piacciono proprio i bambini a letto prima di addormentarsi! Sembra lo stesso bambino che ha mandato via Bleck (il mio mostro preferito) nell’altro racconto. Se è sempre lui che ha cambiato nome, nel prossimo racconto lo voglio morto! Non si fa mai gli affari suoi, antipatico!
Hai mai pensato di scrivere favole vere e proprie? Sembra che tu abbia la stoffa.
9 gennaio 2008 alle 10:33 pm
uhm……. ho un pò la sensazione che la maggior parte dei bambini reagisca in modo ben diverso se ,da solo nella sua camera ,vede ombre sul muro e fuori infuria il vento….
comunque brava, ben scritto
9 gennaio 2008 alle 11:04 pm
Me lo immaginavo parecchio più spaventoso, come ci hai abituati, ma comunque ha il suo fascino!
10 gennaio 2008 alle 1:24 am
Bene, un bimbo che sin da piccolo lotta attivamente per sconfiggere le sue paura e proteggere le cose che ama. Molto educativo.
E molto piacevole da leggere.