LUCIANO SOMMA

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SAL

Pubblicato da lusomma il 18 settembre 2007

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UN CANE ABBANDONATO

SAL   
Quell’estate ero rimasto in città’ , una forma
di esaurimento nervoso mi aveva impedito di andare al mare come invece facevo
da tanti anni .

Avevo trascorso i giorni di ferragosto
passeggiando per i vicoli del mio quartiere conversando ora con questo ora con
quello , assaporando una grande gioia e riscoprendo quei valori umani da tempo
dimenticati .

Abbandonata l’automobile in garage percorrevo
ogni giorno quelle strade che conoscevo fin da bambino e passavo da un’emozione
all’altra non vedendo piu’ alcune persone che erano morte o si erano trasferite
altrove o incontrando vecchie conoscenze ed amicizie .

Fu verso la fine d’agosto che il portiere una
mattina invece del solito saluto quasi urlò : ” Don Gennaro ” (non
avendo nessuna laurea e nessun diploma il buon uomo aveva provveduto – fin dal
primo giorno – a darmi il caratteristico e nobiliare titolo ) scusate ,
aggiunse , rendendosi conto della foga , ma ci stà il Cavaliere Raguso del 4 °
piano che vorrebbe parlarvi (chissà perchè i portieri napoletani ci tengono a
dire il piano dei condòmini )

Pensai subito ad una bussata a denari , diamine
, uno è privo di salutare gentilmente un vicino

e questi cerca , alla prima occasione , di
spillarti dei soldi .

Il portiere si rese conto di una certa mia
perplessità , in quanto non avevo risposto immediatamente e quasi per
rassicurarmi disse : non vi preoccupate credo si tratti d’un piacere da
chiedervi ma non quello che state pensando .

Come faceva Pasquale a leggere nel pensiero poi
…”Va buo’ ” risposi “dite pure al Cavaliere che questa sera
verso le otto sarò da lui .

“Grazie , Don Gennà , buona giornata ”
fu l’ossequioso saluto .

Da quando i miei due figli si erano sposati io e
mia moglie Rosa vivevamo soli nel vero senso della parola . Amici ne avevamo
pochissimi perchè nemici entrambi degli inevitabili pettegolezzi cercavamo di
tenerli alla larga , la maggior parte dei parenti si era trasferita in altre
zone della città e l’unico contatto rimasto era telefonico una volta ogni tanto
.

Per tutta la giornata non feci altro che pensare
all’appuntamento del cavaliere , era un uomo sulla settantina , pensionato di
non ricordo quale ente , che insieme alla moglie spesso stava fuori Napoli per
molti mesi ed i nostri rapporti erano limitati al semplice saluto . cosa mai
poteva volere da me ?

” Certamente ti busserà a quattrini ”
mi disse Rosa a tavola mentre mi porgeva un ricco piatto di spaghetti alle
vongole . ” Li conosco i tipi come il cavaliere Raguso , non vedi i viaggi
che fà ? Sicuramente avrà contratto dei debiti , questo succede quando uno fà
il passo più lungo della gamba ! “

” Rosa , te voglio bbene , quanta
confidenza , io si e no ‘o saluto ‘ o Cavaliere . “

Cercai di stoppare la conversazione ma Rosa
stava come si dice : ” ‘e genio ” e mi dovetti sopportare tutta la
storia della famiglia Raguso apprendendo così dei particolari a me del tutto
sconosciuti (e che francamente fino al giorno prima non m’interessavano un
fico)

Debiti , corna , sporcizia , avarizia …Nel
frattempo ero sprofondato nella poltrona e non la sentii più abbandonandomi ad
un sonno ristoratore .

Mi svegliai intontito , certamente a causa di
qualche bicchiere di vino bianco bevuto in più , con Rosa che sbraitava
ricordandomi l’appuntamento .

Alle venti in punto io e mia moglie ci
presentammo a casa del Cav.Raguso . Sentimmo l’abbaiare del cane e poi venne ad
aprirci il nostro vicino , in persona , con una vestaglia da camera di un
colore imprecisato , tanto era sporca , confermando in pieno uno dei difetti
che Rosa aveva riscontrato e riferito dopo pranzo .

” Scusatemi Don Gennaro se vi ho disturbato
, sembrava sincero , ma debbo chiedervi un favore che forse solo voi potete
farmi ” . Istintivamente misi la mano sulla tasca posteriore del pantalone
dove alla destra avevo il portafogli e presentivo che purtroppo anche in questo
probabilmente poteva avere ragione mia moglie . L’esordio è proprio buono ,
pensai , e nella mia mente gia’ vedevo in una nuvoletta diversi biglietti da
centomila che volavano .

” Prego , accomodatevi ” si premurò il
Cavaliere , ” mia moglie è a Milano da qualche giorno , scusate la
confusione ” poi rivolto al cane che abbaiava : ” Tu , Sal , stai
zitto ! “

Quest’ultimo mogio mogio si accucciò nell’angolo
del saloncino .

Ci sedemmo sul divano , abbastanza unto , e dopo
qualche minuto sorseggiavamo un caffè (appena un dito ed amarissimo ed ecco -
pensai – la seconda conferma d’un altro difetto sottolienatomi da Rosa)il
padrone di casa mi parlò del suo problema . ” Vedete , Don Gennà ,

io tra qualche giorno dovrò trasferirmi a Milano
in un alloggio molto più piccolo di questo , già

modesto . Sapete è per stare vicino a mio figlio
che lavora presso un’agenzia di credito Lombarda , noi solo a lui teniamo , se
fosse stato per me (capii che fingeva)sarei rimasto a Napoli ma sapete le madri
come sono , non ce la faceva più a stare lontano . “

Ancora una volta , mentre parlava , pensavo ai
miei soldi , e probabilmente anche per il caldo

sentii il sudore scendere a gocce un po’ dappertutto
,evidentemente gli servivano per il viaggio.

” Voi vi chiederete perchè ho interpellato
Don Gennaro con tante persone che ci sono nel condominio , ” infatti
pensai e sentivo il pericolo sempre più vicino , ” io credo che il mio
povero Sal non starebbe in migliori mani , voi avete i figli sposati , vivete
soli e la povera bestia

potrà farvi senz’altro una buona compagnia .

Per poco non mi venne un colpo ! In un’altra
occasione avrei urlato : ” No ! ” ma l’allontanarsi del
pericolo-prestito mi fece fare buon viso a cattiva sorte .

Questo era dunque il motivo dell’incontro , e
quell’infame di Pasquale il custode lo sapeva , eccome , voleva sbarazzarsi del
pastore tedesco che con la coda dell’occhio ci guardava steso a terra
nell’angolo . Rosa mi toccò la mano accondiscendente ma io comunque cercai di
prendere tempo : ” carissimo Cavaliere , , io non troverei nulla in
contrario a prendere Sal , ho sempre amato gli animali e poi sinceramente
abbiamo bisogno d’un po’ di compagnia , ma credo che sarà difficile per il cane
abituarsi a dei nuovi padroni . ” Chisto pare nu ciuccio , tanto è grande
, ad occhio e croce avrà un paio d’anni e per noi sarebbe come adottare un
giovanetto di 13/14 anni .

” Anch’io non sono convinto che si adatterà
subito alla nuova condizione , ” disse il Cavaliere ,

ma purtroppo non potrò portarlo a Milano , se
proprio non potete tenerlo voi datemi un consiglio , che dite lo porto al
canile ? “

Quella parola ghiacciò sia me che Rosa che
all’unisono rispondemmo : ” Va bene ,Cavalie’ ,

siamo a vostra disposizione , prima della
partenza portateci il cane , ci arrangeremo .

Istintivamente guardai nel frattempo il cane che
a sua volta alzò gli occhi su di me per poi squadrare dal basso in alto Rosa e
poi il padrone .

Chiacchierammo poi del più e del meno , delle
striminzite pensioni , del carovita ed alla fine ci salutammo con una stretta
di mano per l’intesa raggiunta .

Passò qualche giorno , mi ero quasi dimenticato
di quell’impegno preso , quando un pomeriggio , sul tardi , una bussata di
porta e mi trovai il Cavaliere con le valigie e Sal

davanti . ” Don Gennà , ogni promessa è
debito , come d’accordo vi lascio il cane , se sapeste quanto mi dispiace (mi
accorsi che mentiva spudoratamente) speriamo che si abituerà nella vostra casa
, del resto è un piano più sotto e la stessa verticale .

Improvvisamente accadde l’imprevisto : Sal mi si
avvicinò e cominciò a leccarmi la mano ,

si volse a guardare quello che era stato il suo
padrone ed abbaiò un paio di volte , come se avesse voluto dirgli qualcosa ,
poi andò verso Rosa che lo sistemò nel soggiorno .

Sono trascorsi da allora 6 anni , ormai Sal fa
parte della nostra famiglia gli vogliamo bene, sicuri di essere ricambiati ed
affrontiamo per lui il sacrificio di scendere almeno tre volte al giorno per
fargli fare i bisogni .

C’è solo un piccolo particolare : quando salgo
le scale , prima di entrare in casa , debbo lasciarlo libero dal guinzaglio ,
sale l’altro piano si ferma davanti alla porta dove abitava il cavaliere e
sfoga un piccolo bisogno corporale , ed ogni paio di giorni facciamo questioni
col nuovo condomino , poi ritorna al terzo piano e corre verso la sua cuccia .


Qualche volta mentre dorme ho osservato che
singhiozza ma credo si tratti di cattiva digestione , anche i cani possono
essere deboli di stomaco , o no ?

Luciano Somma

 





 

 

3 Commenti a “SAL”

  1. Andrea dice:

    Ciao Luciano. Che bello, un’altra storia di animali :)
    Bello il tono leggero e scorrevole col quale narri, e il modo in cui rendi con pochi dettagli tutta la complessita’ di una personalita’ (penso al dito di caffe’ amaro). E poi Sal che va a “sfogarsi” davanti alla sua vecchia porta e’ proprio spassoso.
    Grazie per avercelo fatto leggere.

  2. fabio dice:

    Ciao Luciano, Sal è decisamente grandioso con quel suo modo di fare! Mi chiedo soltanto come possa un uomo separarsi dal suo cane, non riesco proprio a capirlo.

  3. LUSOMMA dice:

    Vi ringrazio per i commenti letti solo adesso perchè preso da altri impegni. Salutissimi,
    Luciano

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