la vita dietro l’angolo (titolo provvisorio…)

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NOTTE DI PIOGGIA

Pubblicato da mostarda il 26 dicembre 2007

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Fradicio. Era bagnato fradicio, perdipiù nel cuore della notte, pioveva da molte ore e lui stava vagando per un quartiere periferico di una città che non conosceva e non riusciva a trovare neanche uno straccio di bar aperto.
La situazione obiettivamente non era al massimo, ma Cornelius non era il tipo da abbattersi facilmente, era già contento che era riuscito a scrollarsi di dosso un camionista tedesco ubriaco perso; chissà perchè aveva accettato quel passaggio chilometri prima. Sembrava un tipo tranquillo poco prima alla stazione di servizio, poi dopo una bottiglia di chianti aveva iniziato a cantare tenendo il tempo con l’acceleratore e accompagnando la melodia con ampi gesti al volante, – CORBEZZOLI – non si era neanche accorto che pioveva, sio lamentava della scarsa visibilità senza rendersi conto che occorreva accendere il tergicristallo per poterci vedere. 
Fortunatamente in qualche modo erano arrivati al luogo dove lui doveva caricare la merce all’alba dell’indomani; così appena fermati era stato ben contento di schiodare velocemente senza troppo pensare al futuro che quel pazzo gli aveva prospettato durante quei lampi di lucidità durante il viaggio: e poi francamente fare il guardiano notturno non era il massimo, in germania poi…. mangiano troppi polli arrosto. Cornelius odiava i polli, non riusciva mai a non farsi andare qualche ossicino di traverso.
Comunque sia, ora era sì al sicuro da quella prospettiva di schiantarsi a 140 all’ora contro vari guard-rail e altri oggetti, però aveva una fame pazzesca, iniziava anche ad avere freddo.  Almeno un lurido baracchino di quelli frequentati da puttane, magnaccia e attacchini abusivi poteva trovalro aperto…..NIENTE!….ok, vuol dire che per consolarsi avrebbe aspettato vicino ad una edicola per poter prendere al volo qualche copia gratuita dei primi giornali che consegnavano gli altri disperati lavoratori notturni.
Ad un certo punto una figura si avvicina, scura e solitaria, un altro esaurito senza neanche l’ombrello in quella notte gocciolante: maledicendo sommessamente il tempo inclemente Michele si stava avviando verso casa.
Nell’angolo dove Cornelius sta pigramente aspettando che qualcosa di buono gli succeda è molto buio; fra l’edicola e la siepe di un bar non arriva la luce stradale, ma Michele riconosce nell’oscurità il luccichio di due occhi e si mette all’erta; pronto al peggio, anche perchè nel quartiere dove vive ci sono più tossicomani all’ultimo stadio che alberi, poi capendo meglio di chi si tratta prova a fare l’indifferente, tira dritto stando attento comunque con la coda dell’occhio a ciò che gli può capitare alle spalle.
Infatti Cornelius sentendosi sin troppo bagnato e capendo che in fin dei conti l’altro figuro doveva pur avere una dimora asciutta, gli si avvicina con calma, per non spaventarlo.
Michele lo sente, fa ancora due passi incerto, poi decide che è meglio chiarire subito la questione.
I due bagnati tristi e infreddoliti della notte si guardano bene in faccia: Michele si fida del suo istinto e dice all’altro: “Ehi, sei uno sfigato ad andare in giro con questo tempo, eh?”. Cornelius si guarda bene dallo smentire questa affermazione, meglio mostrarsi simpatico e arrendevole piuttosto che pretendere chissa cosa.
Intanto Michele squadra meglio Cornelius e continua: “O.K. mi sembri tranquillo, forse un po’ svitato, come me direi; vediamo se posso trovarti un posto dove andare a passare la notte. Seguimi!”  L’altro non se lo fa ripetere due volte e insieme arrivano a metà della via, dove di fronte a un cancello grigio Michele si ferma e chiede retoricamente al suo compagno: “Dimmi un po’, tu hai anche la faccia di uno che ha fame. Dico bene?” .   Cornelius finalmente si rende conto che forse ha fatto centro, può darsi che oltre all’asciutto trovo anche qualcosa da buttare nello stomaco. – SPERIAMO NON SIA VEGETARIANO – pensa mentre Michele è al citofono cercando di capire se a suo fratello la novità piaccia o meno.
“Allora Gianni, lo so che sono le due di notte, ma lo vuoi o no un cane? E bello grosso e nero, e mi sa che è anche un po’ ciula.”
Cornelius lo guarda sorpreso, – CIULA?!

fine

8 Commenti a “NOTTE DI PIOGGIA”

  1. wildant. dice:

    ahahahahah …non c’ero proprio arrivata a capire…. sto ridendo da sola e temo proprio che lo sguardo di mia figlia voglia proprio dire che pensa di me quello che michele pensa di cornelius… divertente !

  2. Diego dice:

    Molto divertente! Un bel raccontino davvero!

  3. emmaus 2007 dice:

    Bellissimo Mostarda! Ho capito solo alla fine che si trattava di un cane! Bravo!

  4. mattiekian dice:

    carino davvero e chi mai avrebbe pensato che si trattava di un cane!
    Bravo

  5. MOSTARDA dice:

    siete i soliti esagerati…. grazie.
    a me di questo racconto piace molto l’attacco.
    Il primo capoverso devo dire che mi convince. Il resto è tutto in un equilibrio difficile. Non lo trovo particolarmente profondo.
    Siamo un po’ tutti dei Cornelius….. :)

  6. Chris84 dice:

    E’ piaciuto molto anche a me, neanch’io avevo capito che cornelius è un cane…ma forse avresti potuto allungare il racconto, aggiungendo “indizi ai lettori” qua e là!

  7. MOSTARDA dice:

    potresti avere ragione, però di indizi ve ne sono: non parla mai, gli vanno di traverso le ossa dei polli (se non hai un cane però forse non lo sai), spera di non capitare a casa di un vegetariano, doveva fare il custode in germania (noi umani diremmo cane da guardia).
    Grazie comunque dello spunto.
    ciao

  8. Bernardo d'Aleppo dice:

    Mi sembra il migliore tra quelli che hai pubblicato qui, sembra proprio esserci qualcosa di vissuto…
    BdA

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