poetto

Una raccolta www.storydrawer.org

Fratelli coltelli

Pubblicato da poetto il 3 febbraio 2009

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (3 voti, media: 3,00 su 5)
Loading ... Loading ...

Scarica come ePub

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (3 voti, media: 3,00 su 5)
Loading ... Loading …

Mario non è solo mio unico fratello ma un amico, confidente, quasi un secondo me, non avevo segreti per lui.
Qualche tempo fa un’ombra si è insinuata fra di noi, un piccolo punto di dubbio, inizialmente non l’ho visto, anzi, non l’ho voluto vedere, poi la cosa è diventata talmente macroscopica da non poter essere ignorata.
Mio fratello aveva un segreto, agiva in modo strano, insolito, eludeva le mie domande, qualcosa non quadrava, decisi di capire cosa potesse nascondermi, confesso che la cosa mi mise una forte agitazione, i miei si accorsero che qualcosa bolliva in pentola, il loro “piccolo” nascondeva qualcosa.
Un lunedì decisi di seguirlo per capire cosa non andava, chiesi una giornata di ferie per il mercoledì seguente, giorno in cui aveva iniziato a seguire una strana routine, ossia arrivava a casa sua con un’ora, a volte anche di più, di ritardo confronto al solito.
Clara, la moglie, sembrava non accorgersi di nulla, mi viene da pensare che, forse, non lo conosce come lo conosco io, forse riesce a nascondere i suoi atteggiamenti con una “cortina fumogena” di balle ben raccontate, fatto sta che lei è tranquilla.
Mercoledì mattina, ho chiesto ad un amico la sua auto in prestito, camuffato con sciarpa e cappello, prestati anche questi, mi posiziono a pochi passi dalla macchina di Mario.
Le otto, eccolo uscire, non si accorge della piccoletta rossa dove sono io, mette in moto, lo seguo, arriva alla sede del suo ufficio, trovo miracolosamente parcheggio a pochi passi dalla sua auto, aspetto dentro la mia auto leggendo il giornale, qualche dubbio affiora nella mia mente, mi domando se non stia esagerando con tutta questa cosa, nel mentre che i dubbi mi assalgono eccolo uscire dal portone dell’edificio con una ragazza dai capelli castani, lo vedo ad una certa distanza, ridono, scherzano, si infilano nel bar a pochi passi di distanza, qualche minuto dopo li vedo uscire e dirigersi verso la sede dell’ufficio.
Le ore passano, oramai il giornale, che ho preso per passare il tempo, lo conosco a memoria, l’orario di servizio è terminato, eccolo di nuovo, si dirige verso la sua auto,
lo seguo.
Pensavo di conoscere Mario come me stesso, evidentemente mi sbagliavo, la sua auto, un Suv, percorre strade decisamente illogiche per tornare a casa, gli sto dietro cercando di capire il motivo di questo percorso, esce dalla città, si dirige verso San Marcello, la sua auto rallenta, una macchina mi sorpassa in modo azzardato facendomi perdere la visuale del Suv, impreco come un matto, lanciando ogni tipo di insulto allo sconosciuto autore di questo sorpasso.
Riprendo contatto visivo col Suv, è fermo all’ingresso di un cancello di una bella villa, mi metto in seconda corsia per cercare di vedere meglio, intanto diversi automobilisti suonano infastiditi dal mio comportamento.
La domanda del perché si è fermato viene subito soddisfatta, una ragazza, sulla ventina, bionda, alta, abbraccia in modo affettuoso Mario, il quale contraccambia con un bacio sulla guancia, le diverse auto che passano oscurano la visuale, riesco a vedere solo parti di questo incontro.
Al momento non realizzo quello che sta succedendo, non mi pare possibile che Mario faccia una cosa del genere, la mia mente cerca delle spiegazioni logiche ma perfettamente compatibili con una situazione normale, faccio mille congetture su chi possa essere quella ragazza, il guaio è che queste ipotesi cadono rovinosamente, non reggono, appare sempre più evidente che quella ragazza è molto più di una amica.
Mi sento tradito, capisco che chi ha più da perdere è Clara, capisco che se venisse fuori questa storia ci sarebbe, per Chiara e Maurizio, una svolta nelle loro giovani vite, il fatto è che è vivo questa scoperta come un tradimento alla mia fiducia, al mio senso di complementarietà.
Mario continua a parlare con la misteriosa ragazza, preso com’è non credo che abbia notato la mia presenza, vedo che le dà un pacchetto dopodiché il bacio, non certo fraterno, smonta in modo irrevocabile qualunque ipotesi sul chi sia quella giovane.

Io vivo ancora con i miei, mio padre, quando vuole farmi arrabbiare, mi chiama “il signorino” per indicare il fatto che non mi sono ancora sistemato.
Tornando a casa cerco una formula da seguire, che devo fare? Come mi devo comportare?
Mia madre, che sapeva di questa mia iniziativa, è la prima a chiedere cosa avessi scoperto, da prima sono titubante, i miei capiscono che sotto c’è qualcosa, non mollano la presa, continuano a domandare, mi martellano insistentemente di mille domande, alla fine cedo, racconto tutto quello che ho visto.
Mia madre pensa subito ai bambini, alla loro sistemazione, mio padre, invece, pensa che la cosa più giusta da fare è convincere Mario a lasciare quella ragazza, la discussione sul da farsi si protrae fino a tarda notte, non riusciamo a trovare un accordo su come comportarci con lui, tutti ci sentiamo traditi da quella scelta, anche se, ripeto, la vera tradita è la moglie, nel nostro caso il tradimento è psicologico, uno schiaffo alla fiducia illimitata che noi, come famiglia, gli abbiamo dato.
I giorni passano, mio padre ha deciso che domenica prossima sarà il giorno del “discorso”, ha provato su un foglietto quello da dirgli, aggiunge e toglie delle cose che ritiene più adatte, è teso come una corda di violino, non sa, neanche noi d’altronde, come potrebbe reagire.
Venerdì mattina, il telefono prende a squillare insistentemente, guardo l’ora le dieci, chi sarà che disturba nel mio giorno di riposo? All’altro capo è un certo dottor Filiberti, responsabile del settore di Mario, questi mi comunica che mio fratello non si è recato a lavoro, ha provato a contattare la moglie, anch’essa a lavoro, lei conferma che ha visto Mario uscire di casa come tutti i giorni, gli dico che non è qui.
Mi vesto, mio padre preoccupato vuole venire con me.
In auto percorriamo il tragitto che di solito fa Mario, potrebbe aver avuto un incidente, la nostra ricerca non da esiti, arriviamo alla sede del suo ufficio, nulla!
Nel frattempo anche Clara è tornata a casa, siamo tutti preoccupati, proviamo a chiamare tutti gli ospedali della zona, nessun Mario Opperini risulta essere passato in pronto soccorso, chiamiamo la polizia, spieghiamo loro l’accaduto, gli diciamo che abbiamo provato in tutti gli ospedali, tra gli amici, tra i colleghi, nei posti dove abitualmente si recava, esempio nel Bar Nazionale, sembra essere sparito nel nulla.
La polizia inizia le ricerche, subito un risultato, la sua auto viene ritrovata nel parcheggio dell’aeroporto cittadino, le indagini rivelano che lui si è volontariamente recato in Brasile, probabilmente con la ragazza della villa; per tutti noi è uno shock, siamo quasi increduli alla notizia.
I bambini inizialmente non colgono la gravità della situazione, solo quando vedono tutti noi con delle facce funeree, sentono il silenzio tombale capiscono che qualcosa di importante, che sconvolgerà anche le loro vite, è accaduto.

2 Commenti a “Fratelli coltelli”

  1. bernardodaleppo dice:

    Un po’ frettoloso in certi passaggi, ma non male, solo dovresti, per favore dichiarare subito che si tratta di una parte di un racconto in più parti ad es. 1/3 (se prima di tre), sai io se non c’è tutto non comincio neanche, qualcuno ha lasciato incompleti dei racconti per mesi…

  2. andrea dice:

    Ciao Poetto,

    concordo con Bernardi nel trovare alcuni passaggi un po’ frettolosi. Ad esempio, sui sentimenti della voce narrante quando scopre che il fratello tradive la cognata, io avrei speso qualche riga in piu’, come pure sulla reazione dei genitori.
    Nel complesso comunque una lettura piacevole :)

Lascia un commento

XHTML: Puoi usare questi tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>