Il salvadanaio magico
Pubblicato da poetto il 3 febbraio 2009
Non è la prima volta che vado ad un mercatino dell’usato, non vado spesso ma, quando ho la possibilità, mi piace andarci.
Mi aggiro guardando distrattamente le varie cose esposte, non cerco nulla di particolare, l’altra volta ho preso un libro, ma giusto per caso, un’altra volta ho preso un quadro, l’ho visto, mi è piaciuto e l’ho preso.
Un signore sulla settantina attira la mia attenzione, ha esposto tutta una serie di strani salvadanai, alcuni decisamente originali.
Mi avvicino per vederli meglio.
Il signore mi guarda, sorride.
Mi inginocchio per vedere più da vicino alcuni di questi curiosi oggetti.
Ne prendo uno in mano, ha la forma di una torre.
- Sembra la torre della nostra città- dico al signore che segue le mie mosse.
- Infatti è quella! Le piace?
- Si è bella! Quanto costa?
- È sicuro di volerla prendere?
- Perché non è in vendita? – sono sorpreso dalla strana domanda. Quando mai si mettono oggetti in un mercatino dell’usato solo in esposizione?
- Bene! Voglio informarti che una volta preso non può essere più restituito. E che…
- Va bene!- lo interrompo, forse non molto educatamente, perché mi sembra un discorso “strano”, per non dire altro.
- Sono quindici euro.
Guardo nel portafoglio, è esattamente la cifra che mi sono portato dietro, di solito esco con più denaro appreso, questa volta, involontariamente, sono uscito con pochi soldi.
Pago il signore.
Faccio per andarmene, alle mie spalle lo sento salutare pronunciando il mio nome.
Ciao Marco, sento distintamente dietro di me.
Mi giro, alcune persone mi ostruiscono la vista, quando si spostano scopro che al posto del signore dei salvadanai non c’è più nulla.
Resto di sasso.
Come può aver spostato tutto quanto in pochi secondi e poi come faceva a sapere il mio nome?
Torno a casa con la torre salvadanaio.
In casa non c’è ancora nessuno.
Chiara deve ancora uscire dal lavoro, i ragazzi sono a mangiare da amici.
Sono solo.
Accendo la tivu’, sul tavolo dove metto le riviste la bolletta della luce mi “guarda”, sembra quasi volermi ricordare che domani, o al massimo dopodomani, devo sborsare centodieci euro per lei.
La porta si apre, è Chiara.
Le faccio vedere la torre.
Prendendola mi rendo conto che è notevolmente più pesante.
Proviamo a togliere i tappo, pian piano escono un mare di monete di tutti i tagli.
Sono centodieci euro in monete.
Restiamo sorpresi.
- Devi rendere questi soldi a quel signore, sentenzia Chiara.
Le spiego che ormai è troppo tardi, anzi era già scomparso poco dopo che avevo preso la torre.
Dopo l’iniziale sorpresa, scopriamo che il salvadanaio “regala” ogni volta dei soldi, tutti in moneta, mai grandi cifre, non potrebbe neanche viste le dimensioni.
Resta un nostro piccolo segreto.
È passato quasi un anno da quando ho preso la torre.
L’altro giorno ho incontrato un collega che non vedevo da tempo, mi ha trovato sciupato, invecchiato.
- Perdonami se te lo dico, mi sembri più vecchio, stai passando un brutto periodo? Mi dice lui dopo vari minuti di conversazione.
Li per li non ci faccio poi caso.
A casa anche i ragazzi mi dicono che sembro più vecchio; alla loro età, penso, anche a me i cinquantenni sembravano non vecchi ma vecchissimi.
Durante tutto l’anno non abbiamo usato più di tanto il salvadanaio.
L’abbiamo lasciato come soprammobile, solo occasionalmente, quasi sempre io, abbiamo attinto qualche soldo da lui.
Con l’anno nuovo le cose cambiano, senza quasi rendercene, anzi meglio dire rendermene, conto iniziamo una prelevazione quasi costante dalla torre.
I mesi passano, mi sento sempre più fiacco, stanco, mi guardo allo specchio e vedo il viso di un vecchio.
Il mio medico dice di non capire cosa mi sia successo, ho cinquant’anni ma ne dimostro molti di più, mi fa mille domande, se fumo, se ho motivi di stress, tante domande.
In casa colleghiamo il tutto alla torre, è, a nostro avviso, lei.
È lei che, in qualche modo, mi ha ridotto così, rubandomi anni di vita.
Decidiamo di liberarci di quell’oggetto.
Questa sera abbiamo ospiti, sono mio cugino e la moglie, stanno facendo il giro dei parenti prima di ripartire per la Svizzera.
Guardano insistentemente la torre.
- Questo è un oggetto molto interessante – mi fa mio cugino indicandomi la torre.
- Ti piace? Prendilo! … quando lo guarderai ti ricorderai di noi.
Non mi sembra vero di essere riuscito a liberarmi della torre.
Sono combattuto se dirgli quello che è successo a noi.
I cugini vanno via, come esco per accompagnarli alla macchina vedo il signore del mercatino.
Mi avvicino a lui.
- Vedo che hai usato parecchio la torre- mi dice come mi vede arrivare.
- Chi è lei?
- Che importa? Spero che tu abbia capito la lezione?
- Quale lezione? Quell’oggetto mi ha fatto invecchiare di dieci anni…è questa la lezione?
- Ti avevo chiesto se eri sicuro di prenderlo.
- Non sapevo però…
- Lo so che lo sapevi…pensi che non sappia che ti eri accorto di quella “piccola” controindicazione? Lo sapevi ed hai continuato ad usarlo.
- Chi sei?
- Scusa, ora devo seguire altre persone.
- Sei stato tu…
- Ciao Marco!
Il signore si incammina nella nebbia, cerco di stargli dietro, voglio altre spiegazioni, voglio sapere ancora.
Cammino dietro di lui parlando e domandandogli mille cose, mi ritrovo ad un centinaio di metri, forse anche oltre, da casa , il signore è sparito.
4 febbraio 2009 alle 09:30
molto bello!
certo che Narco poteva buttrla, l torre, e invece l’ha rifilata a suo cugino!!!
visto lo stile impeccabile, mi permetto di suggerire un “a m mi” di troppo.
o era gergale?
comunuqe molto piacevole e scorrevole.
stelline fuoriescono nn dalla torre ma dalle mie dita
4 febbraio 2009 alle 10:21
La cosa migliore sarebbe stata quello di buttare la torre, ho pensato anche io a questa soluzione.
Qualche anno fa ho letto una storia di fantasmi dove un libro, una vecchia guida di una città, un libro non particolarmente importante, appariva nei posti più strani nella casa di un signore, ebbene questo tale anziché buttare via il libro “posseduto” l’ha regalato a dei cugini residenti in un’altra città, l’idea mi è piaciuta l’ho, quindi, riportata in questo breve racconto.
Grazie del commento.
4 febbraio 2009 alle 17:37
Racconto morale, che dovrebbe fare riflettere tanti di noi che si perdono dietro al danaro, anche se, forse, la punizione per il danaro guadagnato senza fatica, sembra un poco esagerata per un uso tutto sommato episodico della torre, comunque induce alla riflessione. Bravo.