Il gioco – parte prima
Pubblicato da poetto il 10 luglio 2010
E’ la seconda volta che vado al mercatino dell’usato, è pieno di oggetti curiosi, alcuni veramente vecchi, altri meno, giro incuriosito tra molti di questi oggetti.
Un gioco elettronico cattura la mia attenzione, si chiama: Il mondo nuovo.
Lo prendo e mi dirigo verso la cassa.
- Strano, non ricordavo che ci fosse questo gioco – mi dice il ragazzo alla cassa.
- Era il primo dischetto sulla destra.
- Non riesco neanche a trovarlo nel computer…oh! È apparso ora!
Secondo il ragazzo ieri quel gioco non c’era, almeno, questo è quello che lui ritiene, forse si ricorda male, d’altronde se l’ho trovato vuol dire che qualcuno lì l’ha messo.
Arrivato a casa, e già dimenticato il pseudo mistero della sua comparsa, carico il gioco nel computer.
Si inizia con la nomina dei generali, dell’acquisto di materiali, armi e con la strategia da seguire per difendere il territorio e sconfiggere il regno di Blon.
E’ la terza volta che carico il gioco.
Stranamente non riesco a modificare lo schieramento delle truppe, purtroppo non ho le istruzioni e quindi non riesco a capire pienamente come siano le regole del gioco.
Finora non ho incontrato truppe nemiche, sto solamente disponendo le mie difese e acquistando mezzi per un eventuale contrattacco.
Sono, in sogno, in una grande sala con un mucchio di militari.
Dietro di me una grande cartina della zona del gioco, con puntini rossi, gialli e blu.
Davanti a me un generale con una divisa blu, mi guarda con aria interrogativa, a dire il vero tutti mi guardano come se aspettassero da me qualche risposta di importanza vitale.
- Signore, la disposizione dei mezzi di difesa deve essere completata. Abbiamo notizie che il nemico ha completato lo schieramento offensivo e si appresta ad attaccare la città di Oberon. Abbiamo poco tempo, signore – mi dice il generale Logan, comandante dell’esercito, con tono intimidatorio.
- Devo valutare cosa sia meglio fare per la difesa delle frontiere. Non ci sono molti fondi.
- Mi perdoni ma…lei come è arrivato al commando di questo regno? La disposizione delle truppe è …
- Sono io che commando e sono io che vedo cosa fare…ha capito generale? Sono io che l’ho creata…ma dimmi un po’! Stia al suo posto…ha capito?!
Mi sveglio adirato, quasi come se non fosse una realtà del mondo onirico ma un fatto realmente accaduto, una storia vera.
Sono tre giorni che non carico il gioco. Il sogno mi ha un po’ condizionato.
Come carico il gioco vado subito a cambiare il generale che ho visto nel sogno, lo so che è una cosa infantile, sciocca, era solo un sogno, però …insomma voglio eliminare il generale del sogno.
Lo trovo e lo cambio con il generale Portland, che diventa il nuovo comandante dell’esercito, mentre il comandante delle forze armate, nonché capo del regno, sono io, poi sposto uomini e mezzi, prendo due caccia e un bombardiere medio, creo altri reparti di fanteria e due cacciatorpediniere.
Incredibilmente l’attacco alla città di Oberon si verifica, proprio come aveva detto il generale nel sogno, sicuramente un caso, riesco a respingerlo con qualche difficoltà.
Il generale Logan riappare in sogno. Questa volta sono davanti a un edificio distrutto vicino a me alcuni carri armati, davanti ho una trentina di militari, davanti a loro il generale che si avvicina a me con tono intimidatorio.
- Ha fatto un grosso errore a estromettermi – mi dice Logan avvicinandosi.
- Io sono il comandante e…
- Bella risposta infantile. Lo sa che sta scavando la fossa del nostro regno? Si dimetta e dia il commando a chi ne ha la capacità.
- Come si permette? Ma roba da matti! Ma perché sono qui a parlare con lei? – sto continuando a urlare contro il generale quando la sveglia blocca il mio sogno.
Inizio ad essere infastidito da questo tipo di sogni, eppure non ci gioco più di tanto, non riesco a capire il perché continuo a farli.
Carico il gioco, ho intenzione di ricominciare con un nuovo regno, in pratica azzerare tutto e iniziare da zero.
Riesco a far sparire il nome del generale Logan dal gioco.
Incredibilmente il gioco non si azzera ma continua con il quadro precedente.
Subisco un attacco nemico che distrugge il porto di Oberon, perdo anche tre caccia, un incrociatore pesante, sei carri armati, trecento soldati e molti edifici e altro materiale, una vera e propria disfatta.
Prima di spegnere il gioco cerco nuovamente di caricare un nuovo quadro senza riuscirci.
Sogno ancora una volta la sala del quartier generale del gioco.
Come già detto, sono infastidito da questo genere di sogni.
Cerco una porta per uscire, la vedo alla fine della stanza, che misteriosamente è vuota, mi dirigo li.
Vorrei svegliarmi ma non è possibile.
Apro la porta e mi ritrovo davanti il generale Portland assieme allo stato maggiore al completo.
Cerco di andare dritto, evitare di parlarci, tanto è un sogno, che cosa mi può accadere? Nulla!
Il generale mi segue.
- Signore, signore …un attimo.
- Cosa vuole? Senta sono veramente stanco di questa storia, non capisco perché continuo a sognare questo stupido gioco. Non voglio parlare con lei, ha capito?
- Mi perdoni ma non capisco. Lei è il capo di questo regno, non può andarsene. È suo preciso compito difendere, con ogni mezzo, il regno.
- Ma per favore! – faccio per uscire, il generale, assieme a due uomini dello stato maggiore, mi fermano, mi tengono per un braccio.
- Lei non può abbandonarci. Ha capito?! È suo preciso compito dare al regno tutti i mezzi per difenderci dai nemici.
- Basta! Basta! Sono stanco di questa pagliacciata. Domani mattina mi libererò di quello stupido gioco.
Mi sveglio, grazie alla sveglia. Questa storia inizia a preoccuparmi.
Penso che lo darò a Marco, un collega appassionato di videogiochi.
Metà mattina, apro il cassetto della mia scrivania per prendere il dischetto del gioco, vedo Marco, lo chiamo, gli parlo brevemente di questo videogioco, anche se avevo già accennato della cosa alcuni giorni fa, infatti erano giorni che meditavo di liberarmene.
Le ventidue, chiamo a casa dei miei genitori, telefono a Giulio per la partita di calcetto di domenica e poi vado a letto.
Suona il campanello.
Vado ad aprire, davanti a me un soldato.
- Desidera?
- Buona sera signore, ho l’incarico di darle questa da parte degli stati maggiori riuniti – mi porge una lettera.
- Ci deve essere un errore. Io sono un semplice impiegato delle poste.
- Nessun errore, signore. La prego, apra la lettera e la legga.
- Mi scusi ma vista l’ora e visto che io non ho nulla a che fare con i militari. Senta mi faccia la cortesia di andarsene prima che chiami le forze dell’ordine.
- Legga la lettera, signore.
- No! non leggerò proprio un bel nulla, se ne vada, ha capito?!
Chiudo la porta al soldato, poi mi viene in mente che la divisa che indossa è la stessa dei soldati del gioco.
Apro la lettera: “ La invitiamo a riprendere immediatamente il commando del regno…si ricordi che l’alto tradimento è punito…” una lettera delirante, piena di sciocchezze assurde.
Temo di essere entrato nel mirino di qualche burlone.
Mi viene in mente Carlo, lui sarebbe in grado di organizzare uno scherzo del genere.
Ricordo che ascoltava con attenzione i racconti che gli facevo dei sogni.
Uno stupido scherzo, ecco di cosa si tratta, ora il tipo vestito da soldato insieme a vari colleghi e amici amanti degli scherzi si staranno facendo quattro risate.
Butto la lettera, senza neanche finire di leggerla, tanto sono solo un mucchio di sciocchezze