Il plagio
Pubblicato da poetto il 26 luglio 2010
Mi sono stancato di inviare racconti in quel sito.
Sono tre anni che invio delle piccole storie, dei brevi racconti nel sito: Nuovi Racconti, inizialmente il riscontro di pubblico è stato positivo, o meglio, il numero di visite e di commenti era, per quanto mi riguarda, soddisfacente.
Un mio racconto è arrivato a superare ben 1200 visualizzazioni, questo non vuol dire che tutte le mille e passa visualizzazioni sono automaticamente mille diverse persone che hanno avuto la pazienza di leggere il mio racconto.
Una visualizzazione è il passaggio che un utente fa al racconto, cioè vede la pagina web dove c’è il racconto ma questo non significa che automaticamente lo legga, comunque il fatto che ci fossero oltre mille visualizzazioni voleva dire che almeno una buona parte di questi utenti, molto probabilmente, il racconto lo aveva letto.
Con il tempo il numero delle visualizzazioni, non solo dei miei racconti ma in generale, si è ridotto; prima un mio racconto, il sito è solo di racconti di tutti i generi, arrivava facilmente a 300 visualizzazioni nell’arco del mese, nell’ultimo periodo, invece, non riesco ad arrivare a 100, sempre nello stesso arco di tempo.
Anche i commenti languiscono, in troppi hanno lasciato il sito per motivi vari e i pochi rimasti fanno quello che possono per tenerlo vivo.
Essendo un dilettante, ossia mi diletto nello scrivere, sono ben conscio che i miei scritti hanno tanti difetti.
Invio i miei racconti per condividere con altri la passione dello scrivere, per avere un riscontro riguardo alle mie opere.
Il successo di commenti e di visualizzazioni di alcuni racconti sono stati per me molto gratificanti e mi hanno dato la molla per continuare a inviare altre opere.
Da qualche mese, come già detto, le cose sono cambiate.
Nell’ultimo racconto ho “raccolto” solamente 60 visualizzazioni e nessuno si è avventurato a commentarlo.
Davanti a questa situazione non mi resta che chiudere bottega e cercare altri lidi, anche se, devo ammettere, la passione dello scrivere è stata, in questo ultimo periodo, offuscata da un’altra passione, ben più potente, che si chiama Marta.
Mi sono fidanzato, non ufficialmente con tanto di anello ma quasi, questo, come era prevedibile, ha messo in secondo piano la passione per i racconti, la quale non è svanita.
Sono tre mesi che non invio più racconti, ne ho scritto uno ma sono indeciso sul dove inviarlo, ho infatti intenzione di cancellare le mie opere dal solito sito e inviarle in un altro.
Sto pensando a questo mentre passeggio all’interno della liberia del centro commerciale.
Una copertina attira la mia attenzione, mi inchino per prendere il libro, lo guardo velocemente poi lo riemetto apposto, ne prendo altri, sono tutti delle novità, leggo sul retro di cosa parlano, uno mi lascia di stucco.
Il titolo non mi dice assolutamente nulla ma il breve sommario sul retro ha qualcosa che posso definire famigliare, è tale e quale un mio racconto.
Lo compro, voglio capire meglio, la trama in sintesi è troppo poco per far gridare al plagio.
Il titolo del libro è: Un anno fuori casa, l’autore è un certo K. Finnell, uno scrittore americano di cui non avevo mai sentito parlare.
Il libro è la storia di Peter Holland che per un anno fa il postino in una piccola cittadina.
Leggo il libro a una velocità incredibile.
Le mie impressioni sono giuste, in pratica sono stati cambiati i nomi delle persone e dei posti ma la struttura del racconto è uguale a quello che avevo inviato io, che poi era una serie di dieci racconti, lo scorso anno nel sito di racconti.
Questo tipo ha copiato la mia storia.
Mi domando che fare? Non mi pare corretto che una mia idea venga utilizzata senza il mio permesso a scopi commerciali.
Giusto per complicare le cose il sito di racconti è scomparso dal web.
Ne parlo a mio fratello con fare talmente agitato da farlo preoccupare.
La cosa mi irrita parecchio, non ho mai pensato di trarre un profitto economico dai miei racconti, la mia è una passione, un hobby, inoltre, onestamente, non pensavo che miei racconti potessero avere un mercato, evidentemente mi sbagliavo e anche di grosso.
Mario, mio fratello, mi consiglia di non impelagarmi con avvocati, tribunali e via dicendo…
. Hai letto il regolamento del sito? – mi domanda Mario.
. Si, ma sai che non mi ricordo più nulla, l’ho letto velocemente…non ricordo che c’era scritto.
. Senti Carlo, capisco che la cosa ti faccia girare le scatole, però, vedi le cose con il suo giusto colore…sai come potrebbe andare a finire questa storia?
. Ho capito dove vuoi arrivare ma ho ragione io. Quel tipo, non so come, forse confidando nel fatto che io non l’avrei mai scoperto o forse pensando che il libro sarebbe stato pubblicato solo negli Stati Uniti, ha rubato la mia idea, ha preso a piene mani una mia opera. Ci sarà certamente da qualche parte una memoria delle opere pubblicate nel sito che conferma il plagio.
. Lo so che hai ragione ma le cose con la giustizia potrebbero andare non come previsto, sai quanto durano le cause nel nostro paese?
. Vuoi che lasci perdere? È questo che mi stai dicendo?
. Non voglio che ti imbarchi in qualcosa che si trascini per anni.
. Scusami ma non sono d’accordo. Io non ho mai voluto, e tanto meno pensato, guadagnare nulla dai miei scritti ma il fatto che qualcuno mi rubi una mia opera e ci guadagni anche sopra…bhé proprio non lo sopporto. Domani andrò dall’avvocato, anche se la causa si trascinerà per anni…sono convinto che vincerò.
Mario non era convinto, ho capito il suo punto di vista, lui voleva evitarmi anni di tribunali e, secondo lui, il finale non era certo, nel senso che pur essendo un evidente plagio non era detto che il tipo che aveva pubblicato il libro sarebbe poi stato condannato, esistono tante leggi che si contraddicono a vicenda, inoltre non ricordavo il regolamento che poteva anche ammettere delle “formule” tali che anche un terzo poteva usare un opera del sito, ad esempio accordandosi con i gestori senza consultare l’autore del testo.
Convinto della bontà del mio gesto di buona mattina mi presento all’avvocato che anni fa aveva seguito mio padre.
Spero di non dover sentire mio fratello con la sua frase tipica: Scusa, che ti avevo detto?!
1 agosto 2010 alle 15:57
Bello ben scritto e molto scorrevole , ma non ho ben capito se è fiction o realtà ?
Comunque è stato un piacere leggerlo , fa riflettere.
Ciao!
Bruno 62
2 agosto 2010 alle 16:48
Mi fa piacere che il racconto sia piaciuto.
La storia è un’invenzione narrativa, penso, però, che chi scrive nel “mare magnum” di internet sia, purtroppo, facilmente a rischio di plagio.
Saluti Max.
3 agosto 2010 alle 08:51
Ciao Poetto,
concordo con Bruno: bella la scrittura. Trovo un po’ poco conclusivo il finale invece. Sembra quasi che ci si debba espettare un seguito, ma mi pare di aver capito che non ci sara’
Si’ purtroppo il plagio e’ un problema, e l’unico modo per evitarlo e’ forse pubblicare su piu’ di un sito, cosi’ da evitare il rischio che uno chiuda.
Btw, questo sito non corre il rischio di fallire, nel senso che chi lo gestisce e’ rassegnato a non guadagnarci mai un soldo, quindi peggio di cosi’ non puo’ andare
4 agosto 2010 alle 08:36
Mi fa piacere che il racconto ti sia piaciuto.
Mi rendo conto che in molti miei racconti esiste un finale “aperto”, è il mio modo di scrivere, il mio marchio di fabbrica; quando penso ad una storia non la penso “chiusa”, definitiva.
Il plagio con internet ha preso una nuova vita, nel senso che l’esplosione di scritti esistenti dà la possibilità, ai male intenzionati, di copiare di sana pianta delle opere senza essere scoperti e, magari, senza che la vittima del plagio ne venga mai a conoscenza.
Pensiamo ai tanti siti di scrittura e alla mole di opere esistenti.
In un altro sito di scrittura un autore si è reso conto che una sua poesia era stata copiata da un altro utente, il quale, forse, confidava nella grande mole di opere, e nel tempo che sarebbe stato necessario per leggerle, per evitare di venir scoperto, il caso ha voluto che quell’autore si imbattesse in quell’opera, a cui era stato cambiato il titolo e la riconoscesse come propria.
Questo caso mi ha ispirato per scrivere il racconto.
4 agosto 2010 alle 15:09
Ciao poetto,
sì quello che dici è senz’altro vero. D’altronde un lettore smaliziato ha anche tutti i mezzi per controllare che un testo non sia copiato. Basta cercarlo con google, ad esempio.
Ammetto tranquillamente che in alcuni casi che mi sembrano sospetti lo faccio (e che fino ad ora ho sempre avito torto, nel senso che plagi evidenti non ne ho trovati su questo sito).
Quello che è difficile invece è il caso che riporti tu, in cui il plagio avviene al di fuori dalla rete, per cui se non compri quel libro rischi di non venirne mai a conoscenza…
10 settembre 2010 alle 20:41
Si, il pericolo del plagio è dietro l’angolo :(… bisogna tenere gli occhi aperti!!! Anche se con i miei di racconti posso stare più che tranquillo!!! ahahah
Ottimo il consiglio di Andrea, ovvero di pubblicare su più siti.
Ciao Poetto, ci hai fatto riflettere.
Fabio