Altra dimensione – parte seconda
Pubblicato da poetto il 28 agosto 2010
Ero meravigliato dal fatto che Martin fosse riuscito da solo a compiere un’impresa del genere, i miei sospetti si rivelarono fondati, aveva avuto un aiuto, o meglio, alcuni suoi amici l’avevano aiutato nella progettazione degli strumenti che si trovavano in garage.
- Non ho fatto tutto da solo. Ti ricordi di Albert? Quello magrissimo che sembrava uscito da una foto degli anni sessanta? Lui è un fisico delle particelle, mi ha dato una mano per il progetto di questa meraviglia. Siamo quattro ex studenti di fisica che, complice internet, si sono ritrovati e hanno ripreso il loro progetto sui multiversi. Per farla breve, lunedì verranno a casa per studiare il modo per far conoscere al mondo questa…meraviglia. – Martin sembrava un bambino che parla del suo giocattolo preferito.
Preso dall’euforia del momento, dalla strabiliante novità che aveva invaso la mia vita, mi “scordai” completamente qualunque regola di buon senso, qualunque regola di sicurezza.
Non chiesi come avrei fatto a tornare indietro, quali rischi correvo nell’attraversare lo strumento, insomma tutte domande che il buon senso mi avrebbe dovuto imporre, invece mi precipitai verso la “cabina”, oramai l’avevo nominata così, senza precauzioni di sorta, per fortuna c’era Martin.
- Io sono pronto – feci avvicinandomi a grossi passi verso la cabina.
- Aspetta! Prima di attraversare bisogna che tu conosca alcune precauzioni, alcune regole che ho imposto per ridurre al minimo gli inconvenienti. Allora, nell’altra dimensione troverai il nostro garage come era tre anni fa, quindi senza questi macchinari. Ho predisposto un campo di riproiezione, verso il nostro universo, in corrispondenza della finestra, quindi quando vuoi tornare non devi far altro che avvicinarti alla finestra del garage. Ti lascio questa videocamerina, se sei in difficoltà, ad esempio non riesci a raggiungere il garage, dimmelo tramite il suo microfono. Siccome non si conoscono le reazioni dell’organismo a questi viaggi, penso che non ci siano problemi però non sono un medico, è meglio, tra vedere e non vedere, che questo viaggio non superi le due ore.
- Caspita quante precauzioni! Sono d’accordo, è una cosa nuova e bisogna…ma sì! Sono pronto!
Attraversata la cabina mi ritrovo nel garage dell’altra dimensione.
Mi dirigo verso la cucina, qui trovo mia nonna, lei mi guarda, non riesco a restare fermo, mi avvicino a lei, non mi sembra vero poterla rivedere, l’abbraccio.
- Carl! Che ti prende? Come mai non sei a lavoro?
- Sono uscito prima, avevo finito e…sono contento per una cosa.
- Lo vedo! Senti, viene a pranzo anche la tua amica?
- Amica? – attualmente la mia situazione sentimentale è: single, non so quindi chi possa essere questa sconosciuta amica.
- Si, quella rossa, la tua collega.
- Oggi non credo che verrà, anzi ne sono certo.
Non riesco a smettere di fissare mia nonna, in questa dimensione lei è presente, fa parte della vita mia e di Martin, per un attimo mi viene in mente di rimanere qui, ma, naturalmente, ciò non è possibile.
Faccio un giro per la casa, questa, tranne piccole differenze, è la stessa della “mia” casa.
Mia nonna aveva problemi d’udito, lei diceva di sentirci bene, ma non era così, infatti metteva la tivu’ a volume alto.
Il volume della televisione attira la mia attenzione, è un’edizione straordinaria del telegiornale.
Scendo le scale e mi dirigo verso la cucina, dove mia nonna sta guardando la tivu’.
Il telegiornale mostra dei mezzi corazzati in movimento.
- Che succede? – chiedo a mia nonna.
- Succede quello che dicevamo l’altro giorno. Avevi ragione tu. Che il signore ci aiuti!
Io, naturalmente, non so nulla di quello che sta accadendo, lei non ha mai parlato con me di queste cose.
Dopo qualche minuto riesco a capire cosa sta succedendo.
Due mesi fa, in questa realtà dimensionale, gli Stati Uniti hanno attaccato la Corea del Nord in risposta all’attacco a sorpresa di questa contro la Corea del Sud; la Cina sembrava essere disposta a restare una spettatrice del conflitto, invece, inaspettatamente, aveva posizionato le sue truppe con chiari intenti offensivi.
Dopo aver mangiato qualcosa decisi di uscire per vedere cosa riservava questa realtà alternativa.
La prima sorpresa fu vedere, anzi nel non vedere la casa dei nostri vicini, i coniugi Holland, al suo posto uno spazio aperto.
Mi incammino verso il centro, la mia casa non è lontana dal centro, apparentemente nulla differisce dalla mia realtà dimensionale, cammino per un po’.
Arrivo alla stazione ferroviaria, qui un capannello di persone si accalca davanti ad un mega schermo.
La notizia che fa ammutolire tutti è l’ultimatum della Cina.
Siamo a un passo dalla guerra, almeno in questa dimensione.
La gente si guarda interrogandosi sul da farsi, cosa vuol dire questo ultimatum, è guerra? è solo un’espediente diplomatico, una pressione diplomatica estrema?
La paura fa capolino nei discorsi di tutti.
Visto il tempo passato decido di tornare verso casa, non voglio superare le due ore stabilite.
Mentre cammino mi domando cosa potrebbe accadere in questa realtà, poi una “vocina” insistente mi propone una…pazzia.
Se dovesse scoppiare una guerra in questa realtà potrebbe essere pensabile che questa sia nucleare, potrebbe spazzare via la mia città, mia nonna compresa… allora perché non salvarla e portarla nella nostra realtà?
– Continua –
8 settembre 2010 alle 13:12
Ciao Poetto,
intrigante fino ad ora, e anche ben scritto.
Aspetto il seguito!