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Altra dimensione – Parte sesta

Pubblicato da poetto il 28 settembre 2010

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Infastiditi dal comportamento dell’edicolante, ci allontaniamo, continuando il nostro tragitto verso il centro.

. Vorrei compare un giornale o un settimanale, anzi diciamo anche dei libri di storia… insomma, voglio capire questa realtà – mi dice Albert.

. Nella nostra realtà, un poco avanti, sulla sinistra, c’è uno sportello della banca del Maine, proviamo a cambiare qualche dollaro.

. Mi pare una buona idea.

Anche in questa realtà c’è lo sportello della banca, a parte i simboli, totalmente diversi, apparentemente il resto sembra non differire molto dalla nostra.

Resto seduto sulle poltroncine mentre Albert, arrivato il suo turno, si fa avanti.

. Salve, vorrei cambiare 100 dollari.

. Va bene.

Tira fuori una serie di banconote, mentre il cassiere fa delle strane espressioni con il viso.

. Mi perdoni, quelle non sono più in corso da tre anni. – gli fa il cassiere come vede le prime banconote sul banco.

. Non sono più valide?

. La Confederazione Americana ha cambiato le sue banconote quattro anni fa e ha dato un anno di tempo per poter cambiare la valuta in circolazione. Guardi, noi abbiamo accettato questo tipo di banconote fino a due anni fa, in quanto avevamo una convenzione particolare, ma ora siamo decisamente oltre…mi sorprende che non..

. Non sono del posto, ho abitato molti anni all’estero e…insomma non lo sapevo.

. Mi spiace ma non posso cambiarle.

Usciamo delusi. Riprendiamo il percorso verso il centro cittadino, dove si trova sia la stazione dei treni che il municipio, il palazzo del governatore e altre strutture importanti.

. Penso che tuo fratello non volesse mandarci qui. Ritengo che lo strumento sia ancora da perfezionare. In base ai nostri studi esistono un’infinità di universi alternativi, mi stava dicendo Martin che in uno di questi ha visto dei dinosauri. Quando arrivano anche gli altri del gruppo stiliamo un bel protocollo per studiare alcune di queste realtà, magari, e ne sono convinto, in alcune si è riusciti a vincere alcune malattie…insomma una bella invenzione, non trovi?

. Direi di si! Come mai, secondo te, siamo finiti nel posto sbagliato?

. La differenza nel passare tra un multiverso ed un altro è molto piccola, occorrono computer molto potenti per “leggere” in modo corretto. Pensa che tra 0 e 1 ci sono infiniti numeri razionali, per capire quante realtà alternative alla nostra esistono bisogna pensare a 0 e 1, esiste sempre un numero, per quanto sia piccolo, per noi irrilevante, che comunque è più grande del precedente. Bisogna capire che stiamo parlando di fisica quantistica, dove tutto è molto piccolo. Vuoi sapere la verità? Pensavo che non ci saremo mai riusciti, le difficoltà erano così grandi e i nostri mezzi così pochi che mi sembrava una vera e propria utopia…invece.

. Invece eccoci qui!

Albert è molto interessato a quello che lo circonda.

. Hai un cellulare che fa le foto?

. No, è un vecchio modello senza fotocamera.

. Caspita, non riusciamo a portarci via nessun ricordo!

Arriviamo nella stazione dei treni, dei vecchi televisori sono piazzati nella sala d’aspetto.

Ci sediamo e ascoltiamo il telegiornale.

Scopriamo che gli Stati Uniti si sono sciolti e al loro posto è nata una confederazione, che, però, ha perso diversi stati di quello che furono gli Usa, tra cui anche il Maine, dove ci troviamo.

Guardo l’ora.

. E’ ora di tornare? – mi fa Albert.

. Direi di si. Sono già passati 45 minuti.

. Così tanto? Guarda un giornale abbandonato su quella poltrona. Avrei voluto avere una bella telecamera o una bella macchina fotografica. Per i prossimi viaggi ci organizziamo come si deve, siamo veramente partiti all’avventura, così, nature.

Albert prende il giornale, ritorniamo verso la “nostra” casa.

Arrivati davanti al portone di casa scopro che le chiavi, quelle che uso normalmente, qui non funzionano, la serratura è diversa.

. Che succede? Non si apre? – mi domanda Albert vedendomi armeggiare come un forsennato.

. Non apre! E ora come facciamo?

. Non apre? Siamo partiti troppo all’avventura…accidenti! Dobbiamo assolutamente entrare in quella casa, al costo di aprire la porta a spallate. Rompiamo una finestra e entriamo.

Le nostre mosse sono seguite da due tipi dall’altra parte della strada.

Come colpisco il vetro della finestra i due si avvicinano, tirano fuori un tesserino.

. Signori, potete mostrarci i documenti? – ci fa il più alto dei due.

. Sono il professor Turing, siamo riamasti chiusi fuori e…

. Chiusi fuori? Senta, sono poliziotto di quartiere da tre anni e questa casa è disabitata da due, se non di più, anni…poteva scegliere una scusa migliore – ci fa l’altro poliziotto.

Mi avvicino a Albert e gli sussurro: Seguimi, stammi dietro.

Con mossa fulminea svicoliamo dai due che, sorpresi dal nostro comportamento, restano un attimo immobili, poi ci vengono dietro, solo che uno, quello più basso e calvo, è decisamente troppo grasso per correrci dietro.

Nel mio universo conosco questo posto come le mie tasche, confido sul fatto che le differenze non siano tante.

Corriamo inoltrandoci in cortili e stradine buie.

Entriamo dentro una costruzione, che nella mia realtà è un vecchio deposito chiuso da qualche mese, qui, invece è, sicuramente, abbandonato da anni. Ci sediamo in una stanza, per riprendere fiato, non siamo più ragazzini.

Dopo alcuni minuti sentiamo le sirene della polizia.

- Continua -

Un commento a “Altra dimensione – Parte sesta”

  1. andrea dice:

    Ti sto alle calcagna…

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