Le avventure della formica Rena – La prima uscita
Pubblicato da poetto il 5 febbraio 2009
Non era mai stata una temeraria, anzi, aveva sempre avuto timore del nuovo, delle novità, tra qualche giorno, però, Rena dovrà seguire tre sue sorelle, il loro compito sarà quello di prendere una briciola di pane dalla casa di un uomo.
Era la prima volta che usciva dalla colonia, le sue sorelle cercavano di tranquillizzarla ma lei non riusciva a stare serena, troppe cose che aveva sentito la spaventavano, troppi racconti di mostri, di compagne, sorelle scomparse misteriosamente nel nulla, alcune voci davano per certo l’esistenza di mostri altissimi, cattivissimi tutto questo non faceva certo stare tranquilla la nostra Rena.
Il gran giorno è domani, Rena non riesce a chiudere occhio, si gira e rigira,” prima o poi sarebbe successo, questo è un passo inevitabile per tutte le formiche come noi” le dicevano in coro le sue sorelle.
La formica Vera, responsabile del settore di Rena, le si avvicina, ha in mano il frustino del commando, ha un’aria seria, da quando è stata ferita, in un non meglio specificato incidente, non fa più parte delle formiche guerriere che proteggono la colonia, è stata, a suo vedere, degradata a semplice guardiano, un ruolo che non le piace ma che svolge con perizia.
L’ora è giunta, Rena, assieme a tre sue sorelle, si incammina verso l’uscita della colonia, un raggio di luce accecante la colpisce, le sorelle la tirano per continuare il tragitto.
Un mare di verde è davanti ai suoi occhi, aveva già sentito parlare di questo spettacolo ma dal vivo è tutta un’altra cosa.
Camminano per diversi minuti, tutto intorno a loro è strano, nuovo, affascinante, Rena rimane incantata da quello spettacolo, la paura è scomparsa al suo posto c’è la curiosità, la sete di conoscere, sapere.
Le sorelle, più vecchie di lei e più pratiche dei pericoli sempre in agguato per delle giovani formiche, la tirano da una parte all’altra per evitare che si metta nei guai.
Entrano in un grande spazio bianco, Rena non lo sa, quello è il pavimento della casa di un uomo, in fondo a questo spazio ci sono altre compagne della colonia che si danno da fare portando via qualcosa, da lontano non riesce a distinguere cosa.
Questo nuovo incarico le piace, segue le sorelle verso il fondo dello spazio bianco, saluta alcune sue amiche, queste ricambiano, non solo, le fanno gli auguri per il nuovo lavoro.
Ecco il motivo della loro venuta qui, un grosso pezzo di cibo, una enorme briciola di pane, in poco tempo la caricano ed in quattro la portano via.
Il lavoro è pesante, camminano a fatica gravate dal peso.
Improvvisamente, dal fondo, un enorme essere color miele appare, le sorelle sembrano non preoccuparsi, “si chiama gatto, se non le diamo fastidio lui non ci darà fastidio, non preoccuparti” le dice Marfa, sua sorella maggiore.
Il viaggio verso la colonia continua, Rena segue le mosse del gatto con la coda dell’occhio, è enorme, non può non incutere timore, vede le sorelle serene, sicuramente hanno ragione loro, non è pericoloso.
Il viaggio verso la colonia termina con la deposizione nel magazzino generale della briciola.
Rena vorrebbe fare mille domande, vuole sapere, conoscere, perché il gatto, pur essendo enorme, non è pericoloso? Le sue sorelle sono partite per un altro lavoro, per lei la giornata continua con il solito lavoro dentro la colonia.
Deve mettere apposto il suo settore di magazzino, per oggi le uscite sono terminate.
Verso sera, nella mensa generale, vede, stanche, silenziose, le sue sorelle, le si avvicina con la chiara intenzione di tempestarle di domande.
Marfa la guarda, ha il volto scavato dalla stanchezza, le abbozza un sorriso, Rena capisce che quello non è il momento per chiedere.
Si siedono a mensa, Marfa la guarda “Domani ti prometto che risponderò alle tue domande…oggi sono stanchissima…va bene Rena?” .
Rena raggiunge il suo letto, la camerata ospita altre cento sue sorelle, è la più grande della colonia; oggi per lei è stato un gran giorno, un passo in avanti nella società, le sue sorelle minori la guardano con un pizzico di invidia, lei, sotto sotto ci gode di questa situazione.
È ora di dormire, domani sarà un altro giorno.
6 febbraio 2009 alle 08:14
Non male…a mio parere, però, devi fare un po’ attenzione alle frasi troppo lunghe, che finiscono per appesantire la lettura. Nulla di grave, comunque. Sono facilmente sistemabili.
Il gatto non è detto che non interferisca: una formica che trasporta qualcosa può essere di stimolo ad un nuovo gioco! In questo sono un esperto, avendone 9 (di gatti, non di formiche)
Ciao!