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Il treno per Mares – parte terza

Pubblicato da poetto il 6 febbraio 2009

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Il giovane carabiniere si avvicina, mi fa cenno di seguirlo.
Percorriamo il corridoio sotto lo sguardo delle persone presenti nell’andito.
Entro dentro una stanza, il giovane chiude la porta, mi fa cenno di accomodarmi, sono molto teso, temo per quello che mi deve dire.
Il carabiniere mi guarda, sembra cercare le parole per dire qualcosa di pesante.
- Proprio pochi minuti fa un collega mi ha dato una buona notizia…l’abbiamo trovata.
- Come?! Dove?!
- Una signora del posto ci ha segnalato una ragazza, sporca di fango, senza capotto con questo freddo, ferma davanti al cancelletto della sua abitazione, le sembrava spaesata.
- Ma …siamo sicuri che sia lei?…oh mio Dio! Cosa le sarà successo? – il carabiniere continua parlarmi, non riesco a sentire più nulla, la mia mente fa mille congetture su quello che può essere successo, intanto mi ritrovo davanti gli stessi militi di ieri, mi giro, quello più alto mi dice qualcosa.
- Segua i colleghi – mi dice il giovane carabiniere che intanto si sta alzando.
Esco dalla stazione dei carabinieri, lo sguardo delle persone è rivolto verso di me, guardano la scena come se fosse uno di quei film in bianco e nero, solo che non è un film, è la mia vita, è una brutta storia che, spero, termini con il famoso lieto fine.
Entro dentro l’auto, la meta non è lontana.
Attraversiamo il paese, non mi mai sembrato grigio come oggi, tutto ora mi sembra strano.
L’auto si ferma, davanti a me una piccola villetta con un grazioso giardinetto, affianco all’auto un’altra vettura dei carabinieri.
Una ragazzina bionda ci apre il portoncino, sorride, forse è divertita dal fatto di essere al centro dell’attenzione in un paese dove, solitamente, non succede mai nulla.
Entriamo.
Non riesco a pensare a nulla, sento il cuore in gola, talmente sono agitato.
Eccola! In piedi con una tazza in mano, sporca come se si fosse arrotolata nel fango, sulla tempia ha uno strano rossore.
- Paola! – grido come la vedo, mi avvicino di corsa a lei, la abbraccio, la stringo a me.
Lei mi guarda, non dice nulla.
- Paola! Sono io! Guardami! Paola!
- Ha perso la memoria – mi dice la signora che l’ha accolta.
- La memoria? Cosa è successo? Paola……….ti prego!
- Dobbiamo portarla in ospedale – dice uno dei carabinieri, intanto un altro sta finendo di interrogare i componenti della famiglia che hanno accolto Paola.
Vedo le luci azzurre di un’ambulanza che si riflettono dentro la casa, entrano pochi secondi dopo gli infermieri, tutto si svolge come se fossi in uno stato di trance, come se non riguardasse me ma un’altra persona, come se il fatto fosse successo ad un estraneo.
Paola segue l’infermiere senza dire nulla, il suo sguardo è vuoto, assente, mi vede ma è come se stesse guardando un quadro, non riconosce in me l’uomo della sua vita, la persona che fino all’altro giorno divideva le gioie e i dolori che tutte le esistenze danno.
Sono distrutto a vederla così.
Il tragitto verso l’ospedale è breve, pochi chilometri, da dentro l’ambulanza non riesco a vedere la strada, e poi chi sta a pensare alla strada?
Le tengo la mano, lei mi guarda.
Entriamo direttamente in pronto soccorso, i carabinieri al nostro fianco spiegano brevemente ai medici l’accaduto, mi fanno accomodare fuori.
La sala d’attesa è, in questo momento, vuota, ci sono forse una ventina di sedie blu elettrico, un distributore automatico vicino all’ingresso.
Mi siedo, aspetto, nel mentre escono anche i carabinieri, si siedono vicino a me, anche loro sono silenziosi.
I minuti passano, sembrano ore.
La porta si apre, il medico, alto magro, con i capelli castani tenuti in disordine, si avvicina, ci alziamo tutti.
- Ha avuto un forte shock, escludiamo la violenza sessuale. Probabilmente è caduta ed ha sbattuto la testa, non solo la testa ma anche altre parti del corpo. Abbiamo fatto una Tac…escluderei che sia stata aggredita, direi che, queste sono lesioni volontarie…ripeto forse è caduta.

2 Commenti a “Il treno per Mares – parte terza”

  1. mattiekian dice:

    ma come finisce così? Senza un vero finale? Tutta questa tensione che sale e poi…
    spero ci sia una quarta parte

    PS Ti do un consiglio non pubblicare così tanti racconti tutti insieme altrimenti non ti si riesce a stare dietro

  2. caterina dice:

    ciao.
    sono sulla stessa linea di Mattie.
    e’ stato bello leggere ma…adesso ho l’amaro in bocca…

    :)

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