favoletta natalizia
Pubblicato da wildant il 3 febbraio 2008
Quella notte Babbo Natale aveva una sensazione strana. Stava ultimando il giro delle case ove deponeva i doni tanto attesi dai bimbi addormentati ma si sentiva a disagio. Come se avesse dimenticato qualcosa di importante. Il vago pensiero non lo lasciava tranquillo e gli rendeva stranamente faticosa quella che era stata da sempre la ” sua notte”.
Consegnato l’ultimo pacchetto si guardò in giro, non soddisfatto come era sempre stato, ma molto inquieto.I suoi occhi caddero su una piccola casa ai limiti della città e gli venne un accidente.
Ecco cos’era…in quella casa ,ove c’era un bimbo addormentato,non aveva portato doni ! Come era potuto succedere?
Quel bimbo era molto povero e triste e non aveva scritto alcuna letterina e non si era permesso neppure di desiderare qualcosa perchè si era convinto che anche Babbo Natale quell’anno non avrebbe avuto soldi per comprare qualcosa per lui.
Sua mamma lavorava quando poteva e suo papà spendeva più di quel che guadagnava.
Il bambino sapeva che la situazione era difficile,molto difficile, sarebbe migliorata un giorno, ma per ora era davvero difficile, così non aveva espresso desideri e se ne era andato a letto sforzandosi di non pensare al mattino dopo, al piccolissimo alberello che avevano comunque preparato e sotto al quale ci sarebbe stato niente.
Babbo Natale era furioso con se stesso:che significa, tutti i bimbi per natale hanno diritto ad un regalino e lui si era sempre intrufolato nei sogni dei bimbi che non gli scrivevano letterine e aveva sempre saputo cosa portare a tutti.
Ma di quel bimbo, quell’anno, si era dimenticato.
Per un attimo si arrabbiò così tanto da restarsene immobile come paralizzato a recriminare e con una gran voglia di piangere, poi si rese conto che era una cosa davvero stupida e che se voleva cercare di rimediare non aveva più molto tempo.
Provò ad entrare nel sogno che in quel momento stava accompagnando il sonno del bambino, ma lui stava sognando di dormire…guardò in giro nella povera stanzetta in cerca di un indizio, non era possibile che il bimbo desiderasse davvero niente e alla fine lo sguardo gli cadde su un libro aperto ed una matita appoggiata come un segnale sulla fotografia di un ragazzo che suonava un flauto.
UN FLAUTO ! ecco !
Si, ma dove trovare un flauto a quell’ora della notte di natale?
Si può sempre costruire ,ma bisogna fare in fretta prima che il bambino si svegli.
Babbo Natale si precipitò ad un albero dove aveva visto ore prima un picchio accomodarsi nel proprio nido per dormire.
Lo svegliò bruscamente e senza permettergli di aprire becco per protestare lo interrogò affannosamente :” Sei in grado di creare in pochissimo tempo un flauto da questo ramo? E’ importantissimo ora non ho tempo di spiegarti il perchè, puoi?”
Il picchio, sebbene seccatissimo, capì che era davvero importante, intuì persino quello che poteva essere successo e senza perdere tempo a discutere si mise subito al lavoro.
Babbo Natale lo aiutava come poteva, reggendo il rametto e spostandolo ogni vollta che c’era bisogno. Fortuna che entrambi avevano le idee molto chiare su come deve essere fatto un flauto, ma il tempo era comunque pochissimo e il bambino cominciava a muoversi un pò nel suo letto,l’alba si stava avvicinando, qualche bimbo si era già alzato con la scusa di fare pipì e aveva già adocchiato i propri doni.
Babbo Matale stava impazzendo per l’ansia e sapeva che non si sarebbe mai perdonato quell’errore se non fossero arrivati in tempo.
Anche il picchio, pur non sapendo di preciso cosa stava succedendo,stava diventando sempre più ansioso e frenetico finchè..cadde sfinito all’indietro, nel suo nido: il flauto era finito.
Aveva il becco così dolorante da pensare di non riuscire più a mangiare per molto tempo, ma era contento.
Babbo Natale corse verso la casa lucidando il flauto sulla propria barba e arrivò appena in tempo: posato il dono sotto l’albero dovette nascondersi perchè si udì un rumore.
Il bambino si alzò,andò in bagno, poi in camera sua a vestirsi, poi in cucina a cercare un pezzo di pane, poi di nuovo in bagno a lavarsi i denti e poi di nuovo in cucina a fare i compiti.
Era passato almeno 5 volte davanti all’albero senza mai guardarlo. Babbo Natale che lo stava spiando ci rimase male, non tanto perchè si era così affannato ma perchè trovava molto triste che il bimbo fosse così sicuro di non trovare alcun regalo. Dopo molto tempo stava per andarsene quando improvvisamente il flauto emise una piccola nota.
Il bambino alzò la testa dai suoi quaderni, rimase un attimo incerto, poi si girò e vide il flauto.
La sua gioia fu così grande che quasi si sentì male e per un attimo non riuscì neppure a muoversi, poi cominciò a piangere dala felicità, corse a prenderlo e mentre stava per correre dalla mamma per chiederle come poteva Babbo Natale sapere che quello era il suo sogno segreto, così segreto che neppure si era permesso di sognarlo e che non lo aveva mai detto a nessuno, vide due altre piccole cose:un dolcetto piccolo piccolo e un aquilone di carta rossa e ramoscelli che il papà e la mamma avevano messo per lui e che neppure Babbo Matale , troppo preso dal suo problema, aveva visto.
Il bimbo si fermò, toccò gli altri due regali, strinse a se il flauto e si sentì per la prima volta non solo felice ma anche ricco, perchè la vera ricchezza è avere qualcuno che ci vuol bene.
Babbo Natale intanto lasciò un sacchetto di briciole di panettone davanti al nido del picchio addormentato come un sasso e se ne tornò sorridendo al polo.
3 febbraio 2008 alle 8:49 pm
Mi piace….e molto….ma hai fatto la fine troppo corta: c’è come una preparazione al finale, una tensione……che si scioglie troppo presto!
Ma è molto dolce. E Vera. Sopratutto per me che volgio credere ancora a Babbo Natale………………..
4 febbraio 2008 alle 1:02 pm
Concordo con Meled sul finale un po’ sbrigativo, ma nel complesso una lettura piacevolissima
4 febbraio 2008 alle 4:04 pm
avete ragione..ma l’ho copiato così com’era…. evidentemente mi avevan richiamata al dovere proprio sul più bello…vedrò di riprenderlo e modificare il finale, ma devo trovare qualcosa di spiritoso perchè odio le melensaggini e qui un pò già di miele ne scorre….
5 febbraio 2008 alle 11:18 am
A me è piaciuto così com’è. Brava Iris!
5 febbraio 2008 alle 2:59 pm
Anche a me è piaciuto, specialmente la parte centrale con il picchio che lavora come un forsennato mentre il tempo passa e il bimbo rischia di svegliarsi.. ^_^ Bello!
5 febbraio 2008 alle 8:16 pm
Davvero molto simpatico e carino ^^ Mi è piaciuto molto
6 febbraio 2008 alle 6:26 pm
Carino davvero! Brava