non c’e’ altro modo. e non c’e’ mai stato.

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Sulla via delle pietre 2

Pubblicato da caterina il 30 settembre 2008

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Sms del 25 Agosto 2007, ore 18.04

 

“Nazareth e’ bellissima e mi fa impazzire la convivenza tra Ebrei, Cristiani e Arabi.Tutto si mescola …e la vita è bella.”

 

Gnam gnam, che bontà.

Siamo seduti nel refettorio del convento per la cena, innanzi a me muri di pietre bianche, appese ci sono bellissime fotografie color seppia, incorniciate con un vetro, molto semplici e tutte uguali.

Denotano che qualcuno ha scelto.

Molto meglio di ciò che pensavo.

Mi era stato detto “dormiremo nelle celle di certi conventi che ti passerà la voglia di fare la principessa sul pisello, vedrai”.

Urca.

Invece questo sembra un hotel di prima classe.

Sotto addirittura ci sono degli scavi visitabili.

Ci andrò, forse. Adesso ho decisamente una fame da lupi. Non si placa nemmeno qui e il convivio è piacevole.

Il tavolo è grande e quadrato e offre a tutti la possibilità di guardarsi in faccia e parlarsi, fare conoscenza con i miei pellegrini. Dovrò stare insieme a loro per un’intensa settimana. Meglio sondare. Meglio sorridere, ricambiata.

Certo che le pietanze sono buonissime e sopratutto il pane!

Poi ci sono queste salsine fatte con i ceci e non so cos’altro.

Io in cucina sono una schiappa ma so apprezzare.

Davvero tutto buono a parte la mancanza del caffè.

Io non sopporto quelli che si portano gli spaghetti nella borsa o la moka in valigia, che poi all’aeroporto in questi ultimi anni ti fanno un sacco di storie, la devi dichiarare, te la smontano come fosse una bomba a mano. Visto coi miei occhi.

Certo che in questo momento un bel caffettino leggermente ristretto, con uno strato di cremina, caldo al punto giusto, di quelli che ti lasciano un ottimo sapore…

Dopo cena vado a ritirare il mio bagaglio, buttato là nel mucchio colorato di tutti gli altri e nel farlo attraverso una lunga veranda dai pavimenti antichissimi e i divani e le panche in legno azzurrino. Il corridoio da’ su di un cortile interno, illuminato da una soffusa luce giallognola e nel cuore del patio, un palmeto!

Le frasche delle palme stampigliano la loro ombra sulle pareti rese gialle dalla luce artificiale…che atmosfera d’incanto, quanta mediorientalità che inizio a respirare.

Suggestivo, il tutto.

Sono stravolta e guardo la valigia con un senso di nausea. Perché non si può andare in giro con un solo vestito e trovare tutto sul posto?

Dobbiamo sempre trascinarci dietro una minicasa come le lumache?

Mi ficco in camera… ma è deliziosa! Cosa mi avevano raccontato, allora!

Pulita, marmo per terra, bagno eccellente, tutto nuovo, letti separati, finestra che da’ su di un cortile.

Silenzio di tomba , il benefit che apprezzo sopra ogni cosa ovunque vada.

Vado a letto. Domani vorrei svegliarmi alle cinque e mezza e andare con mia zia, con la quale condivido stanza e viaggio, a pregare nella Grotta di Maria.

Mi sembra un’esperienza emozionante, una mia prima volta, una delle tante. Sì sì, sono proprio intenzionata.

Mi par di aver dormito una settimana e invece è passata mezz’ora ma sento un rumorino fastidiosissimo che evidentemente mi ha svegliata. E’ mia zia con la sua strana attrazione per sacchetti e sacchettini…”cciccicci, ccicicicicuk”…cosa cercherà?

“Zia dormi, t i prego. Domani la sveglia è con le galline.”

Alle quattro e mezzo il silenzio irreale di Nazareth viene squarciato da una voce.

E’ quella del Muezzin.
Da uno dei tanti minareti esplode la sua preghiera e io, affondata nel mio cuscino, sorrido e non mi importa se mi ha destata.
Non capisco ovviamente un’acca di quella nenia ma e’ pur sempre una preghiera, per giunta cantata così dolcemente, malinconicamente.

Che bel buongiorno!

A casa non succede.
Devo anche ammettere che sarà la prima e ultima volta che lo sento perché nelle notti a venire avrò tanto di quel sonno da recuperare…
Mi chiedo ieri sera dove avevo la testa quando Don Tonino, il nostro panciuto, simpatico e già instancabile accompagnatore, ci ha tanto raccomandato di mettere avanti di un’ora l’orologio? Stavo gustandomi pane ebraico e salsina, forse??

Saltiamo colazione e preghiera nella Grotta e mia zia mi guarda in modo strano…

Alle sette e mezzo si parte e qui devo aprire una parentesi su di un orrendo inno che non ho capito se fosse quello israeliano o cos’altro, quella ballata che il colto Don Tonino ci propinava ogni volta che salivamo sul pullman. Sembrava una sorta di lasciapassare. O canti o scendi.
Alla fine mi è piaciuto da matti questo canto orientale, con tutto un crescendo roboante fino all’affondo finale…bello.
La musica mi e’ molto mancata, questa è la verità.

Posso dire con certezza che era l’unica pecca insieme al caffè.

Per il resto mi sento di dare dieci e lode a tutto quanto, con alcuni baci accademici sparsi qua e là.
Come nostra prima mattinata in terra israeliana, siamo diretti a “Nazareth Illith” , la zona collinare da cui si gode una splendida vista sulla città tutta bianca e adagiata come un morbido tappeto sulla vallata sottostante.

Di sera…un presepio espanso.
La parte collinare e’ la più elegante, ordinata e ricca ed e’ in mano agli Ebrei.
Scoprirò infatti che esiste una illith più o meno in ogni città e sempre con le stesse modalità di ricchezza e di appartenenza. .
Scendiamo e mi rendo conto di essere quasi totalmente a digiuno di vicende religiose. Eh sì che da piccola a catechismo ci andavo, eccome!

Solo che poi ho come resettato tutto, come mi è accaduto con lo studio del Latino. Forse troppo poco amore, poca passione e il gioco è fatto.

Non c’è purtroppo traccia delle tante righe lette, delle storie raccontate.

Me ne guardo bene dal darlo a vedere, naturalmente. Quando parto per qualche luogo che non conosco, non mi affanno a leggere molto, prima. Voglio arrivarci “tabula rasa”, per farmi permeare come un fanciullo innocente dall’ambiente che troverò, nel bene e nel male.

Credo molto nella teoria delle “good or bad wives”, le onde buone o cattive che un luogo può emanare e non voglio essere stata influenzata da niente a priori. Testo sul campo.

Ecco, magari questa era l’unica occasione in cui occorreva dare una ripassatina per non giungere completamente digiuni dei fatti salienti, soprattutto perché risulta più facile fare i collegamenti e ragionarci sopra.

Me ne accorsi alla Fontana dell’Arcangelo Gabriele.

Viene contesa fortemente dai Greci Ortodossi.

Dicono che spetti a loro.
Scoprirò come ci sia una forte diatriba sempre aperta con i Cristiani Cattolici.

Noi andiamo più d’accordo con altre diramazioni del Cristianesimo, come gli Armeni, i Copti e i Greci Cattolici.

Per me la Chiesa Ortodossa ha le sembianze di preti con lunghe barbe e altissimi e squadrati copricapo, oltre a quelle enormi croci appese al collo .

Evidentemente c’è molto altro e credo approfondirò.
Sto per entrare nella chiesa ortodossa adiacente la fontana, all’interno della quale esiste una sorgente d’acqua che sgorga da più di duemila anni e quindi in questo luogo vige la “certezza matematica” che Maria e il Bambino si dissetassero qui.
C’è poco di autentico anche in Israele ormai e fa piacere essere davanti ad una delle poche cose reputate originali; nel frattempo un guardiano, faccia un tantino ingrugnita forse dai troppi passaggi di gente da controllare o dal caldo o non so che cosa, mi impedisce di entrare perché non ho la gonna lunga.
Che colpo di scena. Non me l’aspettavo…non “dai nostri”, voglio dire.

Mi era stato tanto raccomandato a casa di portarmi indumenti morigerati ma ogni volta il pensiero andava ai divieti islamici.

Non sono mica in costume, fa caldissimo…nein.
Non si passa.
Una signora mi presta un pareo.

Mi insalamo ed entro anch’io. Non sono più all’angolo.
Mi si prospetta davanti la classica struttura ortodossa., ricoperta di icone, bella e “incasinata”, se mi si passa il termine.

E’ piena zeppa di tante cose che ad un occhio non esperto come il mio appaiono affastellate mentre invece avranno un senso di sicuro.
Il prete dice messa tra se e se, chiuso dentro un gigantesco tabernacolo del quale i fedeli vedono solo la tendina tirata.
Ricordo di aver pensato “o e’ fede vera, tale da non mettere in dubbio niente anche se non vedo o agli Ortodossi interessa poco della celebrazione.”

La sorgente è un piccolo e flebile zampillo con un forte profumo di Storia e …di Dio.

Ci dirigiamo alla Chiesa dell’Annunciazione, passando attraverso il Suk, questo straordinario esempio di mercato arabo, che mi affascina già dalle sue prime battute. E’ domenica, molti negozi chiusi. Sono quelli dei Cristiani, Il resto sta aprendo pian piano.

Ci sono regole ferree legate alla tradizione e alle abitudini delle tre religioni.

Noi chiudiamo la Domenica, gli Arabi Mussulmani il Venerdì, gli Ebrei il Sabato. Ne deduco che per far spesa essendo sicuri di incrociare il tutto aperto, occorre venire dal Lunedì al Mercoledì.

A me verrebbe voglia di dare una sbirciatina, non sono ancora una pellegrina perfetta, lo ammetto. Ho fame e sete di questi posti nuovi, dove ho la sensazione che non tornerò molto presto e sono tremendamente in ritardo su tutto il tempo perduto prima di giungere qui.

Fermatevi, fermatemi. Fatemi vedere. Adesso so che è ora.

E invece no.

Dritti come un fuso alla chiesa.

Monta l’afa e il lungimirante Don Tonino vuole riportarci al convento prima del solleone.

Ed eccomi qui, a casa di Maria… Maria, la Mamma di tutti i credenti…
Fu un impatto fortissimo che non dimenticherò mai.

Non tanto per l’enorme costruzione di nemmeno cent’anni di vita, eretta sopra il luogo sacro dove si presume avesse vissuto la Madonna.

La chiesa o meglio, il Santuario dal punto di vista architettonico è veramente ma veramente brutto. Sformato, senza senso.

La Grotta, invece…di una semplicità tale, con quelle piccole pietre a vista, le colonnine, il pavimento, il soffitto basso…Mi immagino come potesse essere stata la vita qui dentro, frugale e semplice anch’essa, senza pesi, senza grosse ambizioni forse ma ammantata di amore, di leggerezza, di bontà.

La faccenda delle case di Maria è complicata. Addirittura se ne annoverano tre.

Una a Efeso, in Turchia, dove è del tutto probabile che Giovanni abbia abitato con la Vergine. Morto a centouno anni , fu a lui che Gesù in punto di morte affidò Sua Madre.

L’altra casa attribuitale è niente meno che nella nostra Loreto. Ma qui Maria non venne sicuramente mai. Se però pensiamo ai Crociati, può essere che loro portarono dalla Terrasanta del materiale sacro e con esso la leggenda.
Vicino alla Chiesa dell’Annunciazione ne hanno un’altra dedicata a San Giuseppe. Lui in questi posti “veniva a morose”, per essere espliciti, il che me lo rende ancora più simpatico. Un giovane ragazzo innamorato, come tanti. Ignaro di quello che il destino aveva in serbo per lui.

Tutto il piazzale che ospita gli edifici è dedicato alla Sacra Famiglia.

Percepisco potente il concetto di nucleo famigliare da cui tutto parte e si dipana.

Padre, Madre e Figlio.

Pensiero essenziale, fondamentale, un vero pilastro della mia vita anche se vado predicando, convinta, che poi ognuno ama chi vuole e non per questo offende la religione in cui crede. Gesù, ne sono certa, sarebbe d’accordo.

Per contro, io senza la mia famiglia sarei sotto un ponte, priva degli stimoli giusti per proseguire la mia storia.
Trovo che Giuseppe abbia avuto un gran coraggio.
Per le leggi ebraiche del tempo, e loro erano tutti Ebrei, non dimentichiamolo, una donna che rimaneva incinta durante l’anno di transizione tra il fidanzamento e il matrimonio, doveva essere denunciata e li’ la sua sorte era davvero in bilico.
Giuseppe non denunciò Maria nonostante i mille dubbi che avrà avuto, me lo posso ben immaginare. Siamo tutti umani.

Tenne con se’ la sua sposa e il bambino che sapeva non essere suo…
Lo considero di una modernità assoluta.

Il numero uno del romanticismo e della nobiltà d’animo.

Nota artistica: sono bellissime le piccole nicchie nella cripta della chiesa, le cui finestre istoriate narrano le varie tappe della vita del Santo.

Meritevoli.
Fa caldissimo ormai. Sudo da ogni poro, mi sento appiccicaticcia e a disagio ma quello che vedo mi aiuta a dimenticarmi di me, una volta tanto, egoista che non sono altro.

E’ un grande passo avanti imparare a spostare l’attenzione anche su altro e altri, talvolta. Magicamente ci si sente meglio.

E in questo modo raduno le ultime energie per dare uno sguardo alla Sinagoga. Al tempo di Gesù ce n’era una in ogni villaggio, fino a sfociare nella magnificienza del Tempio a Gerusalemme dove ogni bravo Ebreo doveva recarsi a Pasqua, dove Gesù si smarrì, dove venne ritrovato a parlare con i Dottori…la memoria pesca nell’apparentemente dimenticato e mi offre la possibilità di iniziare a fare ordine. Divento man mano più tranquilla e comincio a fare pace con me stessa, inizio ad essere indulgente, a darmi tempo, tutto quello necessario per spianare la strada a quello che verrà. Sono solo sette giorni ma hanno decisamente cambiato a mio favore il corso del mio alveo.

La sinagoga di Nazareth è bellissima.

Fino a due metri dalla base si nota la costruzione dell’edificio primordiale, intorno al ‘300 DC e con tracce bizantine, delle quali c’è da fidarsi poiché rappresentano in architettura , la garanzia di autenticità.

Quando si pronuncia la parola “bizantino”, viene spontaneo dire: “ah beh, allora questa è roba vera!”.

Nello stesso vicolo, scorgo una chiesa Greco-Cattolica.

Le porte sono aperte e dentro è resa luccicante da un enorme lampadario di gocce di cristallo. Le pareti rosa, mi induce a pensare a come sia “salottiera” una certa parte della Cristianità e anche molto accogliente. Un modo diverso di pregare Dio e di dimostrarglielo.

Sulla soglia due preti, tutti bardati sfarzosamente.

E’ domenica. Sta per iniziare la funzione. Ma perché fino a questo preciso istante, in questa viuzza stretta , dove manca l’aria, non mi ero mai posta il problema di chi siano i Greci Cattolici?

Ammetto che non ero a conoscenza della loro esistenza.

Gli appunti del mio quadernetto sono nervosi.

Quando non capisco, mi succede di essere dura anche con la penna.

Decifro termini come Ucraina, Chiese orientali, cattoliche con rito bizantino. Sono le Chiese “uniate”, unite cioè a quella romana pur mantenendo il rito bizantino

Ascolto Debussy con la sua composizione “Al chiaro di luna” mentre faccio una rapida ricerca in internet e…al solo digitare la parola”uniati” mi si apre un mondo troppo complesso per essere qui sintetizzato. Dovrà bastarmi di sapere che i Greci–cattolici sono a tuttoggi contesi tra la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa e che riguardano ben quindici Chiese orientali.

Basta. E’ sufficiente perché io non li confonda e perché possa addentrarmi, un passetto alla volta, nell’incrinatura tuttora esistente tra il Papa ed il Patriarca russo.

Ognuno con la sua verità, basata oltrettutto su diversità impercettibili, ma sufficienti e necessarie a mantenere le distanze. Siamo spaccati e la Chiesa Ecumenica ne ha di strada da fare ancora.

Due colossi a confronto. Il potere temporale. Supremazia.

Ma a me interessa, in fin dei conti?

Dio non è uno solo?

Rientrando alla base accarezzo uno spiazzo ghiaioso assurto agli onori della cronaca in tutto il mondo, meno che da noi dove le notizie sono sempre “da cortile interno”, per così dire.

Sky arriva dove non ce la fa il giornalismo.

I miei genitori sono abbonati dagli albori .

Io non me lo posso permettere ma quando capita, mi affascina vedere i telegiornali di tutto il pianeta, quello che fa la gente, i desideri, le dispute, le vittorie e le sconfitte, anche per piccole cose ma alla base sempre il sacrosanto diritto di essere rispettati e il coraggio, spesso, di non arrendersi e andare fino in fondo per questioni che riteniamo basilari.

Bene, la piccola storia che segue, è proprio una di queste situazioni.

Tutto ruota intorno al rispetto.

Se ti riconosco come uomo pari a me, devo tenere in considerazione anche le tue idee.

In questa piccolissima piazza posta all’inizio dell’acciottolato che porta all’Annunciazione ( e anche al mio convento) c’era la casa di un Cristiano Cattolico.

Una piccola e modesta abitazione ma sua.
Un bel giorno gli Arabi Musulmani decidono di erigere una moschea ma ce ne sono già tante e poi questa verrebbe proprio a ridosso dell’Annunciazione e Nazareth e’ indubbiamente un luogo cristiano cattolico.

Se dovessimo dare delle priorità in riferimento ai fatti religiosi accaduti, potremmo veramente confermare che Nazareth è indiscusso appannaggio della Chiesa Cattolica.
A questo punto si rompe l’idillio tra Arabi mussulmani e Arabi cristiani, convivenza pacifica che dura da centinaia di anni, in barba a tutto il resto.

Gli animi si inaspriscono, le coscienze si dividono e il risultato è una gran confusione mentre la casetta diventa sempre più al centro dell’attenzione mondiale. Da semplice bicocca, viene gonfiata a dismisura dalle chiacchiere e dagli egoismi della gente.
Decisione salomonica, altrimenti nn se ne esce: la casa sarà espropriata e demolita ma la piazza diventerà un giardino.

Punto.

Aggiungo: un bellissimo giardino, con gli alberi nati dal seme dell’intelligenza e i fiori dal seme della buona volontà.
Nella mia via abbiamo litigato per anni per due bidoni della spazzatura ed eravamo tutti Cristiani Cattolici, almeno credo.
E’ per me tempo di andare.
smile

4 Commenti a “Sulla via delle pietre 2”

  1. andrea dice:

    Bello come la prima parte. Il tono colloquiale e intrigante ti invoglia a leggere. Resto disponibile a comprare il libro :)

  2. emmaus2007 dice:

    Bello Cate, forse ancor più della prima parte. Periodi brevi, che si susseguono attirando con piacere il lettore, spronandolo ad andare avanti per sapere di più. Sei riuscita a farci respirare l’aria di quei luoghi lontani, quell’atmosfera così particolare. Ci spieghi e ci dimostri con la tua esperienza che le religioni, alla fin fine, uniscono e non dividono.
    Molto bene. Brava!
    Quante stelline? Eh, chissà…

  3. caterina dice:

    ma quante stellineeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee.
    grazie , grazie davvero!
    ci tenevo molto al vostro parere,
    dico sul serio.
    mai come in questa occasione.

    Andrea, posso continuare?
    perche’ la cosa e’ lunghina…

  4. caterina dice:

    Manu,

    sì, tu hai sintetizzato perfettamente cio’ che si evince la’. Loro sono arcistufi dei litigi del mondo. vogliono solo lavorare in pace e godere delle cose della vita come tutti.

    :)

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