Cronaca di una vittoria desiderata
Pubblicato da caterina il 11 giugno 2009
1 Mi sembra di essere a Brescello, Peppone da una parte, Don Camillo dall’altra.
Siccome le liste sono tre, ci metto anche Koung Fu Panda e i Cinque cicloni che non centra nulla ma tutti in lotta fra loro.
Esattamente come noi.
Per questo ho coniato una formula universale che cita cosi’: il nove giugno arriverà anche quest’anno e vorrei che per allora fossimo di nuovo tutti amici, come e’ sempre stato e
la campagna elettorale solo una parentesi infuocata.
2 I veri vincitori della tenzone sono i baristi: soldi a palate ogni volta che un’orda di candidati ed elettori viene via da una riunione.
Che sarebbe stata una campagna etilica, l’ho intuito dal primo istante.
3 Ci metto la faccia e suono il campanello delle case: “salve, sono candidata al Consiglio Comunale. Posso presentarmi?”
Poche reazioni maleducate, devo dire.
Molte le donne che mi fanno l’augurio più bello “che tu possa realizzare il tuo sogno”.
E poi dicono che non sappiamo fare gruppo!
4 Nelle suddette case, dopo i convenevoli spuntano le bibite più disparate.
Ho ritrovato con estremo gusto il chinotto, l’acqua e menta, la cedrata e il tamarindo!!
E devo dire che qualche sorso è servito anche a sciogliere qualche magone inatteso.
Mi ricordo di quando ero piccola ed ero ghiotta di queste bevande. Mia nonna Virginia aveva sempre la bottiglia di tamarindo “nel frigor” o era chinotto?
Bastava fosse qualcosa di colorato e dolce e poco importava.
Negli anni sparirono dagli scaffali di negozi e supermercati per comparire evidentemente nelle dispense delle persone anziane e conservatrici.
5 Nelle cucine poco odore di mangiare.
Questa gente non cucina più!
Pensavo di essere la sola e invece sono in ottima compagnia!
6 I cittadini hanno le loro priorità e in cima alla lista il desiderio di vedere un bello spettacolo quando si guarda fuori dalla finestra.
Mi sembra un desiderio meraviglioso che scavalca attacchi fognari, irrigazione in collina, riqualificazione del centro, un nuovo parcheggio, modifica della viabilità.
Questa romantica richiesta le supera tutte.
7 La spazzatura rappresenta uno snodo cruciale per molti.
Nessuno di noi vuole i cassonetti sotto casa.
Not in my back.
A parte una mia vicina la quale mi ha minacciata “se osi spostare la campana di vetro, non ti voto! Ho le gambe gonfie, io! Dove le butto le bottiglie?”.
Mi verrebbe da dire ” se sono i vuoti del chinotto e della cedrata, li teniamo per ricordo”.
Invece” non si preoccupi, Rosetta. Non la spostiamo”.
Uscendo dal suo giardino ho come la sensazione di aver perso un voto…
8 Suono ad una casa con la piscina.
Non si vede da fuori ma sento l’odore del cloro e la’ sulla parete scorgo il barluginare azzurrognolo dell’acqua trafitta dal sole.
Che proiezione sadica in un torrido primo pomeriggio padano!
9 Ma… ho visto bene??
Lì per terra, schiacciato ma con la testa che sembra ancora muoversi, inalberata disperatamente, c’è un serpente!
Una delle mie peggiori fobie.
Siamo in un centro abitato e mi chiedo agitatissima, da dove sia sbucato e chi abbia avuto la freddezza di ucciderlo.
I saggi del paese dicono “l’e’ un carbonaso, nol te fa gnente!”
Ah si perfetto, allora accarezzategli la testina, carino e povero…
Ho chiuso la macchina al volo e sono ripartita.
Non batterò più quella zona.
Perderò qualche altro voto.
Pazienza.
10 la prima cosa che penso quando apro gli occhi: “chissà se qualcuno, al momento di espletare la sua funzione di elettore, si ricorderà che io gli ho fatto visita, con il mio sorriso e la mia voglia di fare…”
Le urne di cartone, assemblate con il nastro adesivo avana, sono in questo momento due cubi infernali, hanno il verdetto dentro se’.
Racchiudono un importante segreto,
Cosa penso prima di addormentarmi non lo so.
Sono ogni sera un po’ più stanca.
11 Non sono a dieta.
Da vera candidata, in ogni famiglia accetto di buon grado ciò che mi si offre e apprezzo.
“Ti possiamo offrire una fetta di colomba? E’ avanzata dalla Pasqua ma e’ di pasticceria.
Buonissima!
Grazie!
Ma il retrogusto ha ancora il sapore della fetta di salame nostrano degustato nella famiglia precedente appena dieci minuti prima.
Dal dolce al salato senza protestare, alla fine del mio giro, le calorie sono spropositate, aiutate con i numerosi brindisi raccolti per strada.
12 Rivedo volti di un tempo.
“So che non sono più venuta a trovarti e ammetto che lo faccio adesso che ho bisogno del tuo voto”.
“Non fa niente, sei sempre la stessa di allora. Ti appoggio”.
Potenza delle relazioni di provincia.
E di aver fatto l’asilo insieme.
13 Le riunioni si susseguono ad un ritmo che nemmeno sotto Natale mi sogno.
Finita la buriana, mi guarderò indietro e mi chiederò come ho fatto.
Meno male che abbiamo quella famosa energia misteriosa quando affrontiamo certe avventure.
14 Mio papa’ e’ finalmente palesemente fiero di me, comunque vada.
Scopro che lo dice a tutti ” mia figlia ‘e in lista”.
Il che mi fa pensare che, sempre a prescindere dal risultato, dare una preferenza e’ il più bel atto di fiducia che certi cittadini possono avere nei confronti di altri cittadini.
15 La questione nazionale ed europea passa sopra le nostre steste quasi inosservata.
E’ il paese ad assorbirci, e’ questo posto dal quale parto verso il mondo e a cui torno per rifugiarmici ogni sera.
Incrocio i miei compagni di cammino. Siamo uniti dallo stesso credo politico ma e’ evidente che adesso siamo in corsa gli uni contro gli altri.
Sei di noi i non passeranno.
Vince il migliore, come nella vita.
Deve essere cosi’ altrimenti ci sediamo tutti e nessuno esprime il meglio di se’.
La sana ambizione e’ un ottimo motore.
A latere, c’è un attivista che…
E’ biondo, e’ bello, e’ simpatico, mi sorride con dolcezza.
Qualche volta sono andata ai convegni perchè sapevo che lo avrei visto.
Sono talmente impaurita che si accorga da risultare maleducatissima.
Di sicuro non mi voterà.
Pazienza. Certo che facendo il conto, ne ho persi di voti fin qui…
Poi mi viene in mente la Pivetti che ha incontrato il suo Brambilla mentre appunto diventava la Pivetti e allora…
16 Ormai i giorni sono pochi.
Ho paura di non farcela soprattutto quando qualcuno abbassa lo sguardo: e’ un modo come un altro per dire che non mi darà fiducia.
Sono sicura di farcela quando un conoscente mi da’ la mano e mi chiede se bevo un caffè.
L’apoteosi e’ stata raggiunta quella sera in cui suonai alla casa di una cara amica.
Lei apre ” sei qui per le elezioni?”
“…Sì”.
“Hai mangiato?
Siediti. E’ pronto”.
Ha fatto tutto lei.
Ho consumato al cena più buona della mia vita, seduta a tavola con quelle due persone che non mi voteranno, sono sfiduciate del sistema in genere.
Ma chissenefrega! Ho portato a casa la più importante lezione di eleganza e semplicità.
17 Come il numero degli appartenenti alla lista.
Se il futuro sindaco sarà il condottiero che ha guidato egregiamente la squadra e noi siederemo sugli scranni comunali, sarò felice, e’ scontato.
Ma ho imposto a me stessa di non restarci male più di tanto se non ci preferiranno.
Vorrà dire che non saremo stati convincenti abbastanza e riproveremo.
Ahh se riproveremo!
Lunedì Otto Giungo ore 19 circa vado ai seggi e al bar incontro un amico “Ce l’avete fatta! “.
Corro disperatamente verso le Scuole Elementari che ci hanno visti tutti piccoli in passato e un altro amico mi tende la mano: “Congratulazioni ragazza mia.
Hai preso un mucchio di voti!”
Da lì in poi devo dire, non ho capito più nulla e delle voci, delle mani, degli sguardi, dei volti ricordo solo le lacrime di mio papà.
In fin dei conti ho sempre saputo che volevo vincere per lui, soprattutto.
E ripensando alle ultime frenetiche settimane che il tempo si è mangiato in un sol boccone, prendo a prestito un grande della Letteratura, il quale alla domanda su quale sia la strada per la felicità, rispose “La felicità E’ la strada”.
Vero, caro Scrittore Flajano.
Non potevi (mi permetto un irriverente quanto poetico tu) mettere a disposizione di tutti una sintesi migliore e mentre arrancavo alla ricerca di consensi, ho cercato di non dimenticare mai questa ricetta e mi sono goduta il tragitto alla grande!
12 giugno 2009 alle 9:26 am
17 tappe per realizzare un sogno, alla fine non sei superstiziosa, forse scaramantica?
12 giugno 2009 alle 11:39 am
Sempre splendido il tuo stile. Inconfondibile. C’è qualche errorino di accento-apostrofo (sono il solito pignolo…) ma pure quelli ormai sono evidentemente parte inscindibile dai tuoi scritti e non danno fastidio.
Ho apprezzato molto che hai parlato di politica senza… parlare di politica. Succede che se uno dichiara il partito d’appartenenza, fioccano le polemiche, e già ne sentiamo fin troppe alla tele. Tanto, ognuno di noi resterà della propria idea, inutile pigliarsi per i capelli. Chi vivrà, vedrà. Solo il tempo ci dirà chi aveva ragione e chi torto, quindi tra una ventina d’anni ne riparleremo…:-)
Brava Cate! E mandaci una cartolina da Strasburgo!
12 giugno 2009 alle 2:31 pm
grazie grazie grazie!
17 volte…
ps mi sembrava di essere stata attenta con gli accenti…orco cane.
tutto da rifare!
12 giugno 2009 alle 3:41 pm
davvero carino…quando ho capito ch si trattava di politica pensavo di trovarlo pesante e invece è andato giù che è un piacere…mi piace il tuo modo di scrivere coso profondo eppure allo stesso tempo così semplice.
Brava Brava Brava!
12 giugno 2009 alle 3:51 pm
cara la mia amica Mattie!
sempre presente, sempre carina.
grazie, Mattie.
sono onorata dei tuoi commenti