non c’e’ altro modo. e non c’e’ mai stato.

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quarantaquattro

Pubblicato da caterina il 19 novembre 2009

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ho partecipato ad un concorso letterario indetto da una Cantina del trevigiano.

non ho vinto niente ma per gli scrittori, si sa, la più bella soddisfzione e’ come sempre scrivere!

ora che  i giochi sono fatti, posso renderlo edito e spero Vi piaccia. 

 

Quarantaquattro

 

 

I segnali c’erano tutti ma occorreva decifrarli.

Si era alzata alle 6.

Mentre innaffiava, sul terrazzo le venne incontro una farfalla bianca e lei penso’: avere due cosi’ belle ali e poterne usufruire un solo giorno.

(Dicono porti fortuna quando ti eligono a bersaglio. Depositano la loro polvere magica ma il segreto sta nel non cercarle. Ti devono incontrare loro).

Le scappo’ l’occhio all’appartamento di sotto e vide che dal davanzale erano stati ritirati i gerani.

I suoi vicini erano partiti. Che regalo!

Niente televisione a tutto volume ne rimbombo di piedi nudi nel cuore della notte.

Sarebbe stata in pace per 7 giorni, forse 14, visto che quei due approfittavano dei last minute di una settimana e suoi multipli.

Andò in piscina per una lezione di acquagym, la sua 21esima.

Si stava profilando una grande stagione, mai un giorno di pioggia.

E nessuna coda allo sportello, quel mattino.

Un miracolo!

Inizio’ a sgambettare al ritmo di musica jazz.

O l’insegnante era rinsavita o aveva semplicemente confuso i cd.

Di solito sceglieva canzoni datatissime e per questo molto fastidiose, quei tormentoni estivi che dopo i primi ascolti ti vengono a nausea.

Vamos a la playa ohohoh, meo amigo charlie, per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia…

Alzando lo sguardo al cielo, le era sembrato che in quel mattino l’azzurro tendesse al viola.

La luce era perfetta, nitida come poche volte e l’aria profumava di resina e pigne.

Per questa e altre piccole e insignificanti ragioni si reputo’ una persona felice.

E stava rispettando la sua ferrea tabella di marcia, anche!

Era una che non si concedeva mai una divagazione, ma quella sera si sarebbe regalata un’uscita con un amico.

Avrebbe cenato in quel bel ristorante in mezzo alle colline e si sarebbe divertita con quell’uomo che sapeva ascoltare i suoi progetti fantasiosi, indirizzandoli costantemente sulla giusta via.

Pregusto’ il menu, un classico di quel posto.

Risotto con gamberetti e zucchine, branzino con contorno di fave passate al burro, torta di mele con una pallina di gelato alla vaniglia sopra quel piccolo “bendidio”.

E il vino.

Imprescindibile.

Lo avrebbe offerto lei.

Lo scelse bianco.

Una bottiglia che le sarebbe costata una piccola fortuna ma dopotutto non voleva continuare a fare i conti con il suo budget perennemente risicato.

Perlomeno non in quella circostanza.

Con il passar del tempo era diventata dell’idea che si poteva aggiungere qualche euro ma uscirne sempre soddisfatti.

Da un ristorante come da qualsiasi altro negozio.

Imbocco’ l’autostrada.

Al casello, un cartello le annuncio’ che la breve traversata era gratis.

Sciopero dei dipendenti. 60 cents risparmiati.

Finalmente si fece buio e l’agenda le comunicò che la tabella era stata rispettata.

Poteva iniziare a rilassarsi.

Una giocatina al superenalotto, poi una candela accesa nella cappella annessa al borgo del ristorante.

Era una chiesina talmente piccola che di più non si poteva, una sorta di tempio votivo.

Una preghiera lì era il suo grazie in anticipo per il buon cibo, l’amicizia di Fabio e la gioia di una vita riempita a dovere nella sua personale ricerca della felicita’.

Guidando verso casa, incappo’ nelle estrazioni del lotto: 6,7,14,21,60.

Numero jolly 44.

Accosto’.

Silenzio intorno intanto che da una imprecisata stazione radio i numeri legati a quella sua incomparabile giornata le stavano cucendo addosso ali dorate di farfalla, cambiandole per sempre il corso della vita.

 

Fu la vincita più alta di tutti i tempi.

Esaudì tutti i suoi desideri e quelli di non so quante generazioni a venire ma, infinite volte, la donna che sceglieva sempre il vino, andò a quella sera quando, lontana anni luce da ciò che l’aspettava, aveva saputo apprezzare ogni più semplice cosa.

Compreso quel Bianco pregiato che era pesato cosi’ tanto sul conto ma offerto con altrettanta generosità.

Fu subito chiaro che anche la Fortuna ne aveva apprezzato qualche sorso mentre lei…lei lo aveva ordinato semplicemente per il suo quarantaquattresimo compleanno.

 

 

 

 

3 Commenti a “quarantaquattro”

  1. andrea dice:

    Ciao Caterina!
    E bentornata :)
    Simpatico questo tuo, con finale alla Mattie, ma con un tono decisamente meno giocoso.
    Grazie per avercelo fatto leggere, e mi raccomando non sparire di nuovo!

  2. caterina dice:

    grazie Andrea :)
    io pero’ non sono sparita ma semplicemente inglobata nel lavoro del mio comune.
    sai che nelle passate elezioni abbiamo vinto e adesso ho una bella delega da curare.
    assorbe quasi tutto il mio tempo.
    pero’ e’ bellissimo.
    nei ritagli cerco di scrivere.
    ti vorrei mettere anche al corrente degli sviluppi del Corto di Carta ma data la delicatezza di co’ che e’ accaduto, ti scrivo via mail.
    ancora grazie e bacisparsi

    cate

  3. mattiekian dice:

    ciao
    approfitto di un attimo di libertà per leggere questo tuo semplice quando bel racconto.
    Un unico appunto: volevo giocarmi i numeri (di questi tempi non si sa mai), ma nei hai dati solo 5…mica posso giocarmi il jolly non sarebbe leale ;D

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