Audio Racconti Metronapolitani

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Scritto Sulla Sabbia

Pubblicato da Domenico De Ferraro il 27 agosto 2012

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Scritto Sulla Sabbia

Scivolare nel vento aggrappato alle ali colorate di Icaro,fragile e immense nel sole riflettono sfumature da vari toni per poi sciogliersi all’improvviso assumere le sembianze di un timido insetto caduto in un vortice afferrato a volo da un pesce guizzante dall’ acqua eretto sopra un onda muove la coda si lancia in alto e l’ingoia ingordo poi ricadere nell’acqua tra le onde che parlano e mostrano i denti rabbiose quasi disumane trascinano con loro ogni cosa ,sogni e speranze barattoli ,galleggianti. Barchette senza remi la carcassa di una balena. Un vecchio gommone sgonfio trascinano ogni cosa nelle profondità del mare fino in fondo in un mulinello di ore, minuti ,note canzoni, ritmi maledizioni. Falsi miti. Un vortice che una tarantella . Una gorgone l’altra faccia di Scilla.
L’altra faccia di un dio che tranquillamente passeggia sul bagnoschiuma con un bastone di bambù.
Con una tuba ricamata in testa in maniche di camice ,un sorriso da una parte una smorfia dall’altra .
Cammina sopra una nuvola di sabbia fatta di granchi e calamari . La strada amico mio è così lunga non c’ è mezzo o sistema per giungere a soluzione decisive, la salvezza una terribile finzione per non parlare poi del far del bene agli altri , credi che tutto sia un gioco, un conto corrente un assegno di sette cifre . Sganciato sul più bello sul banco del tavolo da gioco e se non l”avrei fatto in tempo avrei potuto pagarla cara. Tutto è come il primo giorno di scuola, autunno ,dicembre i mesi degli anni trascorsi insieme a te, vedi io ti amavo e pensavo che tu altrettanto facessi con me ,ma la vita ha due facce come la medaglia di bronzo conquistata da mio zio alle olimpiadi del duemila e sette . Ero un saltatore nato lui , corse così tanto, saltò ostacoli alti tre metri saltò l’arroganza della folla, la maldicenza, l’invidia la falsità di una nazione, saltò un fosso due,tre fossi uno pieno di fango, un’altro pieno di cadaveri ,un altro ancora pieno di cose inutili ,saltò e corse per tutta la sua difficile ,breve vita corse così tanto che lo chiamarono campione gli fu intitolata una strada ed una piazza e uno strano scultore naïf gli fece anche una strana statua che fu collocata fuori il piazzale della stazione centrale del mio paese. E tutta la gente che passava di la o arrivasse in paese con il treno si fermava a guardarla stupita chiedendosi cosa rappresentasse e anche io non so o non ho mai compreso cosa infondo rappresentasse , cosa significasse per la gente . La notte divenne poi rifugio di barboni e alcolisti qualcuno lo usava come orinatoio pubblico e una terribile puzza emanava spesso che ti faceva voltar lo stomaco solo ad accostarti. Una volta udii con le mie orecchie da uno straniero dire: bella , cosa le la statua del Garibaldi ? La vita e una presa in giro, una giostra una strana danza. Un gonfiar le palle, un passeggiar sopra una spiaggia piena di gente, gente che cammina perché non sa dove andare ,gente senza costume, gente che crede di dover fare il bagno poi preferisce stare al sole a squagliare infine divenire una massa molliccia gelatinosa simile ad un gelato al limone o al pistacchio ove dalle sommità si lanciano in slalom rocamboleschi sciatori provetti sciatori ballerini, sciatori travesti da pagliaccio. Vengono chiamati i vigili del fuoco il mio povero gelato, che tragedia questa esistenza ribrezzo non provo ma maledizione capitano tutte a me son peggio di Calimero piccolo e nero la vita mi castiga mi bolla come matto come un falso ,come un svitato stamani alle poste mi hanno messo alle strette dietro una fila di un chilometro ho dovuto ingoiare l’intera fila aspettare divenire vecchio tanto vecchio con una barba lunga tre metri. Curvo, stupido come un cavallo dopato. Ma…. Ho detto al signore che mi sedeva affianco sul tram dove ci portano? Al camposanto amico mio al camposanto. Io al camposanto ci sono stato nell’ ottantanove era una bella mattina di maggio le rose erano fiorite ed anche la mia pazienza, vi rimasi a parlare con un mio zio per mezz’ora poi mi accorsi che non era mio zio ma un certo vattelappesca morto nell’anno mille e novecento trenta sei. Periodo bellico pensai forse era un soldato o forse un passante colpito da una bomba sganciata dagli aeri nemici, forse era morte di morte naturale ma chi se ne frega alla fine pensai e passai ad un altra tomba e mi ci chiusi dentro. Vi rimasi due giorni in meditazione la salma che era con me tirava pugni ogni tanto ed io gli dicevo smettila se no ti do un calcio nel sedere lasciami stare, fammi riposare in pace. Dopo due giorni di meditazione, usci dalla tomba e mi recai a casa anche li rimasi chiuso nella mia stanza a pensare al male che c’è nel mondo a quando ero ragazzo e andavo al campeggio. Bello dissi ed usci di corsa e corsi così tanto che mi fu regalato una corona di fiori intorno la testa la folla esultò al mio passaggio e fui portato a spalla trionfante nella camera del parlamento li tutti i deputati s’inchinarono al mio cospetto .
La camera era grande tanto grande e i deputati piccoli tanto piccoli che sembravano pidocchi. La guardia presidenziali entro a cavallo sguaino la spada e la folla fu dispersa i deputati ritornarono a diventare grandi tanto grandi mentre la camera dei deputati divenne una conchiglia sopra apparve Venere ignuda. Tanti occhi su di lei tante lingue sbavanti .accidenti cosa bisogna far per campare per vivere in pace certo ogni cosa ha la sua delusione nascosta , il suo lato debole, la bellezza non regala niente a nessuno oltre quel giardino , oltre quelle parole pronunciate veloci , fuochi d’artificio , finzioni, erezioni emozioni inizio di una storia la peggiore conclusione che avrei potuto prospettare tutto e come appare agli altri anche la mia figura rifugio sicuro di chi non crede che sia così facile fare il furbo ! Quante anime in pena . Ingiallito quasi cadaverico il barista mi guardò stupefatto sembrava un limone , una marmellata un lampone ,un bastoncino di liquirizia . Quanto debbo . Faccia lei signore il film e gratuito stasera siete tutti invitati indistintamente a partecipare a questa lunga kermesse in questa sera d’estate. Prego si accomodi e voti e faccia votare e non so quale simbolo disse io mi turai gli orecchi ed entri la sala cinematografica era all’aperto se alzavi le sguardo in alto vedevi le stelle un milione di stelle brillare una navicella aliena solcare l’universo ed il marziano che ti saluta ti manda un sorriso un sms ciao come stai? Bello poter guardare il mondo seduto sotto le stelle poter essere Ulisse o l’eroe sullo schermo che bacia la bella principessa. Bello poter chiudere gli occhi e continuare ad essere felice continuare a credere di vivere una vita di mezzo aldilà del bene e del male.

2 Commenti a “Scritto Sulla Sabbia”

  1. gerry dice:

    Sono veramente in imbarazzo, qualcuno dice: “Se non puoi dire bene di qualcuno taci”. Tacerò.

  2. donation tax deduction dice:

    donation tax deduction

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