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PSICOPERETTA DI PULCINELLA

Pubblicato da Domenico De Ferraro il 26 febbraio 2023

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OPERETTA DI PULCINELLA

Pulcinella era nato in un paese dove la gente campava alla giornata
Pulcinella era uno tipo strano che sognava di girare il mondo .
A spese dei contribuenti. Era una maschera inusuale figlia del popolino .
Era un mezzo pappagallo che sapeva recitare commedie senza piedi.
Con diligenza pulcinella era cresciuto in compagnia
di arlecchino e Balanzone due strane marionette che dicevano essere dei gran burloni.

Pulcinella era quello che sognava .
Era una maschera di ieri oggi e domani .
Era un sogno che s’apriva nel vento della rivolta.
Pulcinella : vorrei capire chi mi ha creato .
Pulcinella ma chi ti pensa
Ti illudi pulcinella
Io illuso
Hai tanto pensato , ti cresciuto la barba
Sembri un delinquente
A mi pare uno scansafatiche.
Pulcinella aveva fatto il callo alle malelingue
Non badava più alle occhiatacce.
Alle lusinghe. Alle facezie.
Pulcinella coltivava un ideale .
Essere diverso.
Essere una maschera popolare.
La voce del popolo
Pulcinella ,diretto sopra la luna a cavallo di un missile.
Pulcinella alla fermata dell’autobus ,
aspetta colombina che scenda dalla casa del commendatore tromboni.

Pulcinella era la marionetta più irrequieta di tutto il vecchio teatrino.
Aveva sempre da protestare, o perché all’ora della recita avrebbe preferito andare a spasso, o perché il burattinaio gli assegnava una parte buffa, mentre lui avrebbe preferito una parte drammatica.
Si mangiava le mani .
Perché debbo fare quello che dice il burattinaio
Ma stai zitto , bada quello ti butta sul fuoco come legna da ardere
Non voglio morire
Non vuoi morire ?
Voglio vivere arlecchino girare il mondo essere felice
Pulcinella sei un senza patria
Non amo i cattivi padroni
Non hai un motivo valido per continuare questa commedia
Vorrei andarmene a Las Vegas a giocare a mosca cieca con gianduia
Portare colombina sulla grande ruota panoramica di Londra.
Fargli vedere il panorama dall’alto
Quante cose vorrei fare
La vita mi ha castigato dietro questa maschera
Dove recito la mia parte
Io non voglio essere più comunista
Ma che dici
Cosa dico
Allora fallo tu pulcinella
Sali tu sul palco fai sorridere tu grandi e piccini
Prendile tu le legnate dal diavolo
Dal commendatore tromboni
Dal dottor pantalone
Fallo tu pulcinella che io divento arlecchino
Anzi Pirandello

I giorni passarono la vita passo e cosi pulcinella
trovo il coraggio di dire ad Arlecchino, – taglio la corda.
E così fece, ma non fu di giorno. Una notte egli riuscì a impadronirsi di un paio di forbici
dimenticate dal burattinaio, tagliò uno dopo l’altro i fili
che gli legavano la testa, le mani e i piedi, e propose ad Arlecchino:
Vieni con me.
Ma arlecchino lo guardò sotto occhi e gli disse
Sei matto dove mi vuoi trascinarmi ?
Mi vuoi vedere morto
Ti porto con me arlecchino nel paese dei balocchi
Giocheremo tutto il giorno
Balleremo . Mangeremo tanto fino a scoppiare
Faremo l’amore con tante belle marionette
Non saremo più schiavi
Non saremo più marionette con i fili
Arlecchino rosso in faccia
Gli grido basta. Scappa tu io sto bene qui
Mangio e recito la mia parte
E solo questo sai fare
Io voglio fare quello che mi sento di fare
Allora fatti un ballo con me arlecchino
Pulcinella tu sei matto
Io arlecchino sono un briccone
Sono questa giornata grigia che mi attende per strada
Sono questa folla e questo popolo
Sono uno , nessuno e centomila
Sono quello che vedi
Sono quello che sogno
Arlecchino non voleva saperne di separarsi da Colombina,
ma Pulcinella non aveva intenzione di portarsi dietro
anche quella smorfiosa, che in teatro gli aveva giocato brutti tiri.

Se non vuoi venire con me
Andrò da solo, – decise.
Non ho bisogno di nessuno io
Sono uno spirito libero
Sono l’espressione stessa dell’arte
Sono quello che narro e canto
Ed il mondo arlecchino non mi spaventa
Vado a cavallo del vento, verso ponente ,verso nuove avventure oltre quello credi di avere e possedere.
Vado e andrò fino in fondo alla speranza di una nuova era che trascende il termine preciso dello sviluppo economico ed etico
Si sono una maschera e me ne vanto
Farò spettacoli fantastici strada facendo
E se tu non vuoi venire arlecchino a farmi da spalla
Mi sceglierò un compagno qualsiasi
persona capace di dialogare con me
Arlecchino pensa
«Che bellezza, – pensa – non sentirsi più tirare da tutte le parti
da quei maledetti fili.
Che bellezza mettere il piede proprio nel punto dove si vuole».
Il mondo, per una marionetta solitaria, è grande e terribile, e abitato, specialmente di notte, da gatti feroci, pronti a scambiare qualsiasi cosa che fugge per un topo cui dare la caccia.

Pulcinella riuscì a convincere arlecchino a seguirlo.
Ed una sera stellata prima che terminasse la recita .
Quando tutte le marionette dormono e sognano di essere umane . Sognano di vivere nuove avventure .
Sognano intensi amori . Dolci tentazioni . Sognano pane e formaggio.
Mentre il burattinaio abbacchiato nella sua brandina conta i soldi guadagnati dallo spettacolo.
Pulcinella ed arlecchino si calarono con una corda e scappavano verso la luna.
Pulcinella corri arlecchino
Non ci sono perché
Pulcinella aspetta che mi viene il fiatone
Sei un fellone
Tu una molla di mutande
Dillo di nuovo e non ti porto più con me
Molla di mutande
Arlecchino sei una macchia nella coscienza di artista
Tu pulcinella sei la mia rovina
Non tutti i pesci vengono a galla.
Tu mi hai fatto ubriacare di sogni e avventure
con il tuo parlare mi hai promesso una terra promessa
Mi hai promesso un posto in paradiso
Arlecchino allora sei proprio un maccherone
Pulcinella non tollero un dire cosi scurrile
Hai ragione
E corri che la strada e lunga
La vedi la luna dobbiamo raggiungerla
Poi cavalcare una stella cometa e giungere nel paese dei giganti
Dovremo combattere i nostri incubi peggiori per giungere
nel paese della meraviglia.
Pulcinella il vento della malinconia mi avvolge l’animo
Mi prende e mi conduce oltre quello che vedo
Non possiamo fermarci
Dobbiamo continuare a viaggiare nella nostra immaginazione
Dobbiamo attraversare il grande prato dell’orsa maggiore
Attraversare la nostra coscienza
Per giungere alla giustizia
Alla meraviglia che apre l ‘ali e ci porterà dove ogni cosa diviene
Ma questa è un illusione
Io prendo uno spillo e faccio scoppiare ogni illusione
Ma siamo quasi giunti sulla cometa Haarlem
Io te lo detto arlecchino sei un pistacchio
Tu un pasticcione
Tu pulcinella sei un involtino con le cotiche
Io sono un lestofante
Tu lo sei tu lo dici
Io lo dico
Chi la detto qui siamo solo io e te
Allora vuoi farmi arrabbiare
Arrabbiati pure che io ritorno indietro.

Pulcinella prese a piangere
Pianse tanto che allagò la stanza in cui soggiornava
Allagò la città e la nazione intera
Allagò il mondo intero e venne un diluvio di lacrime
che non salvò neppure gli animali
E tutti volevano morto a pulcinella a causa delle suo pianto
Ed un canto un canto si udì nella sera era il canto della marionetta
pulcinella rimasto da solo con il suo signore

Pulcinella volerà in cielo come un uccello
Come un purpitiello si immergeva nelle acque
E navigherà tra tanti enigmi e tanti interrogativi
Pulcinella porterà la pistola nella cintola
Per sparare a raffica le mosche bianche
Pulcinella amerà tante donne e tante favole
Faranno a gara per farlo divenire un loro personaggio
E andrà contro le onde del mare
Nel canto delle sirene
Sulle note di un musica lieve
Veloce fragile soffice
Pulcinella giocherà ad essere se stesso
Si perderà nella sua malinconia
Pulcinella diventerà mai una persona seria
Con tanto di titolo appiccato sulla giacca bianca
Ed coppolone piegato in due
La maschera nera di cera d’api
Sarà una maschera per morti
Copiata su i sarcofagi nella notte profonda
Pulcinella sarà quello che noi tutti desideriamo essere
Perché tutti noi siamo un po’ pulcinella
Siamo un po’ arlecchini
Tutti siamo delle marionette che sognano di tornare un giorno libere.
Di essere senza fili , liberi di muoversi
E andare dove gli pare
Andare sulla luna

Pulcinella
Arlecchino sei una macchina senza benzina
Pulcinella sei un secchio della spazzatura
La finiamo di litigare
Chi ha parlato
Sono il burattinaio
Una bugia a volte vuol dire tanto
Hai proprio ragione arlecchino
Meglio una bugia che una coltellata nella pancia
Pulcinella fai l’inchiostro
Arlecchino non spingere
Pulcinella ci guardano
Ma quanti spettatori ci sono
Tanti . Tanti come le stelle in cielo.
Tanti cosi piccoli e diversi
Cosi simili alle maschere di noi stessi.

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