NAPOLI 2050 FESTA DEI DEFUNTI
Pubblicato da Domenico De Ferraro il 3 novembre 2023
NAPOLI 2050 FESTA DEI DEFUNTI
Siamo nell’anno 2050 . Napoli è divenuta una città completamente diversa da quella di oggi. È una città più sostenibile, più verde e più inclusiva. Fatta per essere vissuta attraversa la sua storia funeraria le sue sensazioni naturali , emozioni aggrappate ad un senso che s’ingrossa nel maschio desiderio di vivere. Strade e grattacieli , un tempo fatiscenti , oggi sono spariti , scomparsi nello spazio di un fragile ricordo . Ed appaiano scolpite nella pietra le figura di mille eroi scugnizzi e scienziati che hanno cambiato l’aspetto esteriore di questa metropoli. Laggiù al cimitero delle fontanelle tutti i fantasmi fanno festa qualcuno esce in auto , chi sopra una bicicletta . Due vecchi amanti si danno la mano e si giurano di nuovo amore eterno.
La città è alimentata da energia rinnovabile, con pannelli solari e turbine eoliche installati sui tetti e sulle colline circostanti. Il trasporto pubblico è elettrico e gratuito, le strade sono dedicate a pedoni e biciclette.
Carminiello morto da diversi anni adesso cammina sopra una bicicletta elettrica . Qualche volta vola nel cielo di Napoli alla ricerca di una suo amore giovanile . In compagnia delle sue fantasie si rifugge nei sepolcri nascenti che si sono evoluti nella mimesi facciale di un sorriso meccanico . Felici molti defunti in vari amplessi si lanciano da sopra il Vesuvio verso il vuoto della storia.
I morti non hanno più i soliti problemi di dover sopravvivere ed il contrabbando è spartito . Scomparsa tutta la camorra che è stata arruolata per intero nella polizia locale. Rimangono i souvenir dei guappi di cartone sulle bancarelle . Le pistole usate un tempo per fare le rapine. L’ultima novità non è tanto sopravvivere a se stessi nello spazio nuovo e ricreato. In questa nuova dimensione ove il pensiero genera nuove invenzione , ed i governanti comunali sono intenti a rilanciare l’immagine di una Napoli sempre più camposanto illustre ed economico, dove poter risiedere come ultima dimora.
Si vedono la sera le vetrine dei negozi piene di scheletri signorine , invitarti ad entrare e stare con loro per una breve periodo . Per una botta ed un vaso azzeccuso che riempi la bocca ed il cuore. E non si cade più nelle fosse delle strade . Tutte sono asfaltate e tutte sono alberate, ed un profumo d’incenso intenso si sente in ogni angolo della metropoli.
Venite
Addò vengo
Stasera si fa festa
Qui si mangia la vera pizza
Io non tengo fame
Assettatevi e mangiatevi il ragù
Siamo sicuri che non è avvelenato
Nessuno si muova
Io sono un africano
Io sono arabo
Io sono morto nell’ottantrè
Qui si mangiano le vere polpette della nonna
Si possono ascoltare , varie canzone neomelodiche.
Un delirio vocale.
Una discussione impropria sull’essere e non essere
Siamo stati sotterrati nel campo dei miracoli
Noi abbiamo trascorso tutta la nostra esistenza in galera
Non vieni stasera a sentire l’adorazione ?
In mezzo a questo traffico io esco pazzo.
Napoli oggi è una città più verde, con parchi e giardini in ogni quartiere. Gli alberi sono piantati lungo le strade e sulle facciate degli edifici, per creare un’isola di freschezza e fare ombra in una città che sta diventando sempre più calda ed accogliente.
Qualcuno prende il sole fuori il balcone anche se è morto da tempo , mentre una pioggia acida cade dal cielo gonfio di nuvole nere . Nere ombre danzano ai limiti della conoscenza si fanno piccerelle , si fustigano , si frustano nell’oblio delle parole . Si ammortizzano , si ammazzano nell’invincibile rivalità. Aprano la bocca ed ingoiano i sogni delle persone sedute fuori la loro coscienza e nell’invasato delirio si prendono in giro, si mostrano adunche nell’epilogo letterario. Ossa di gente fuggita . Ombre di ricordi sordi circolano nell’aria si uniscono nella loro emivita . Sono osse caste , soporifere. Piene di se ignare degli scheletri ingoiano la verità e l’esistenza . Provano ad uscire verso la luce. Ed il canto degli uomini del loro tempo si fa minimale . Simile ad un cadavere in uno scolatoio appeso al soffitto. Si fa secca la pelle tra mille racconti , ed i morti sono parte di questo racconto.
Cosa dite queste ossa di morto sono brutte
A me mi sembrano belle
Lei non capisce un cavolo
Perché lei capisce qualcosa
Certamente io sono un professore
Veramente mi dica dove si è laureato
Mi sono specializzato in filologia a bologna
Questa strada è sempre più piena di strani scheletri
Lei vorrebbe ballare
Io non ballo
Allora lo ammette è morto anche lei
Forse se metto in moto il cervello ,volo verso la luce del mattino.
Ma non vede che piove
Gli scheletri ballano in circolo
Tutti siamo ossa a nostra insaputa
La spiegazione non è pertinente
Sei certo di essere morto ?
La pioggia bagna le ossa della memoria
Le strade sono piene di morti che non sanno dove andare
Napoli oggi è divenuta una città più inclusiva, con servizi accessibili a tutti . Ci sono opportunità per tutti. I giovani morti oggi hanno accesso a una formazione di alta qualità e a posti di lavoro innovativi nei vari camposanti dell’immensa provincia napoletana.
Sa ieri mi hanno chiamato per un lavoro nei bagni pubblici della metropolitana
E tu hai accettato ?
Ero certo di potercela fare ma alla fine il fetore era tale che ho dovuto
indossare una maschera a gas
Accidenti sei proprio una persona fortunata
Non capisco il senso di ciò che dici
Non biascicare siamo nel duemila e cinquanta
Credi il governo voglia liberarsi delle persone inutili come noi ?
Non lo credo ne sono certo
Ci vorrebbe più manodopera dal terzo mondo
Perché noi in che mondo viviamo ?
Le persone disabili hanno accesso a servizi di supporto e a infrastrutture accessibili.
Gli anziani hanno accesso a servizi di assistenza e a centri di ritrovo e socializzazione.
Ieri ad un mio vicino di casa lo hanno messo in una gabbia , poi lo hanno portato al circo.
Non ci credo
Non ci credi guarda la foto
Siamo messi proprio male
Potrei denunciare il fatto alle associazioni animali mondiali
Ma non vorrei fare un guaio –
Che guaio ?
Sai potrebbe peggiorare la situazione.
E se lo portano a spasso a guinzaglio
Sai che risate
Mica è feroce
No, ma molto simile ad un cane di cartapesta
E stata una pulce nelle sue vite passate
Una pulce ballerina
Una pulce e basta.
Napoli oggi è una città più vivace , attrattiva, con una ricca offerta culturale e turistica.
I morti fanno cultura senza parlare del loro male , annegano in un mare di merda. Vanno in cerca di guai. Si tuffano in un mare di merda con tutti i loro ricordi di merda , annegano nella merda sempre più.
Non c’è nessuno a salvarli.
Qualcuno della croce rossa corre, suonando la sirena , poi carica i morti e li porta all’obitorio.
Li vengono catalogati e buttati in un forno che dovrebbe scaldare le case dei morti di fame.
Ed un freddo glaciale soffia attraverso le fessure delle finestre delle povere case , si vedono morti che fanno cultura , alcune recitano poesie.
Qualcuno indossa cappelli come dante alighieri.
Recitano versi a sera dopo aver morso carni e aver peggiorato la vita altrui .
Sono questi morti idrofili , molti contagiosi .
Abbaino nelle lagune e nelle paludi di millenni di calunnie.
I musei sono gratuiti e aperti a tutti, e i siti archeologici sono valorizzati e resi accessibili ai visitatori d’oltretomba . La città ospita festival ed eventi internazionali tutto l’anno.
La musica si fa leggera si ode nella sera , dolcemente accarezza l’animo . Qualcuno prova a suonare un armonica. A salire le scale mobili della metropolitana. E sono migliaia i turisti che ascoltano quel suono suadente che si sparge per le sale della piccola stazione. In queste sera profonde ed oscure ritornano a casa i morti impiegati . I morti viandanti , gli amanti morti d’amore. Di baci e passioni . Morti in coiti interrotti . In amplessi micidiali . Ove la forma del sesso assume l’aspetto di un drago pronto a divorare ogni passeggero di quella metropolitana orbitante intorno ad un mondo che cade verso il basso . Precipitante verso l’inferno, per poi fermarsi al girone dei golosi . Li salgono diavoloni sorridenti con lunghe code appuntite, corna attorcigliate . Spadoni pronti ad infilzare l’ignaro peccatore. A gettarlo sempre più giù verso quel mondo oscuro ove vive la malvagità umana.
E nel giorno dei morti del 2050, una giovane donna di nome Anna salì su un autobus elettrico gratuito per andare a lavorare. L’autobus era pieno di morti di tutte le età, Anna si sentì a suo agio e al sicuro, sapendo che Napoli è una città inclusiva e accogliente. Che un morto se pure morto non farebbe mai del male ad una donna sola.
Anna lavorava come impiegata nei grandi magazzini della rinascente di via Toledo. La aveva sviluppato soluzioni innovative per la moda . È felice Anna di poter contribuire a rendere Napoli una città più elegante e graziosa . In genere Anna non prende mai l’autobus perché sa che ci sono brutti ceffi pronti a squartare , pronti a derubare sogni e gioie altrui. Ma la vita è imprevedibili ed Anna essendo in fondo una donna coraggiosa affronta ogni avventura ad occhi chiusi . Si lancia vero l’imprevedibile . E bella Anna in genere viaggia senza mutande porta sempre con se dello spray al peperoncino e sa parlare otto lingue. Compreso l’extraterrestre.
Dopo il lavoro, Anna va a visitare un suo amico Marco, che è un artista. Marco sta lavorando a un nuovo progetto che esplora il rapporto tra Napoli e il cambiamento climatico. Anna è affascinata dal lavoro di Marco e lo incoraggia a continuare a creare arte che possa ispirare il cambiamento.
Cosa dici potremo mai essere felici in questa citta
Io penso di si anche se cromosomica mente tutti vogliono fregare gli altri
E ci sta la polizia che mette le mani in tasca
Egli impiegati comunali cambiano nome per avviare progetti sociali atti a qualificare periferie ai limiti dell’assurdo. Tutti vorrebbero fondare un partito proprio per diventare ricchi .
La parità delle donne con gli uomini è un ipotesi irreale quanto reale e irrazionale.
La sera, Anna va a vedere un concerto in un parco pubblico . Il concerto è gratuito e aperto a tutti. Anna si diverte a ballare e cantare con la gente del posto.
Ma a un certo punto Anna viene strattonata e Marco la perde di vista nell’immensa folla. La cerca disperatamente
Avete vista una ragazza con una sciarpa arancione
Io non lo vista
Chi la vista parli
Parlano le pietre
Tutti non sanno cosi Anna è sparita inghiottita nel buoi dell’esistenza
In quello spazio di musica commestibili dove vengono decantati famosi versi sul palco da quattro suonatori ambulanti
La folla allarga le braccia.
Ed i sogni cadono nel catino , alcuni nel gabinetto , altri vengono riciclati nella ruotine delle ore passate ad aspettare la morte.
Alcune navi extraterrestri attraversano l’atmosfera con i loro dischi volanti luminosi e sembrano stelle cadenti . Qualcuno intento a guardare il cielo disegna quelle strane figure. Prende appunti , aspetta che tutto finisca per dare la notizia che il mondo è stato invaso da una nuova specie di alieni.
Di Anna non si hanno più notizie Marco la cercata per tutta la durata del concerto . E nel suono degli strumenti sotto le stelle . E in quell’atmosfera rarefatta . Inebriato dall’uso di hashish Marco si perde in se stesso e nei suoi sogni primordiali. Solo verso l’alba alcuni addetti alle pulizie , segnalano alle forze dell’ordine il ritrovamento di una ragazza impaurita , seminuda febbricitante e tremante che chiede disperatamente aiuto . La quale continua a ripetere che stata violentata da due diavoli in tuta mimetica. E le stelle del cielo sono lontano e illuminano debolmente l’aria rarefatta in quella cupa atmosfera noir , una navicella diretta verso un universo sconosciuto solca la storia con a bordo Marco ed i suoi sogni di giovane artista.