Texas
Le stelle sono blu come i tuoi occhi nel Texas, le disse, le ricordò dove sarebbe andato, dove era già stato, dove l’aveva presa, pronto a spararsi, in una macchina anni 50 o a piedi, lungo un rettilineo infinito, lungo fin troppo, bucato dal cielo, quando, alla proposta di trovarsi li, gli era stato risposto ”Non si può resistere ” , con un sorriso.
Le nuvole passavano su quel rettile d’asfalto, accelerate come in una pellicola, sui fili della corrente, a mostrare il grande passaggio di tempo, quel grande lasso di tempo che sembrava sprecato in quell’infinitesimale fatica così prolungata e a senso unico.
E, vicino alla carreggiata, un sacco di terra.
Il deserto, lo rendeva come un neo su di una spalla enorme, sotto un viso largo e schiacciato, guardava le linee, in mezzo alla strada, quasi a contarle, giocava a calpestarle, calciava i sassi trascinando i piedi.
A destinazione avrebbe cambiato le scarpe.
La pochissima vegetazione lo affacciava sulle montagne rocciose, sul sogno americano, sui canyon, da lì a là: l’infinito.
Ciuffi d’erbetta, bottiglie, fuochi spenti dopo la festa della sera prima, sogni, macchine quasi niente, attese, nuvole, animali, pallottole, ragni piccoli e ragni grandi, riccioli, capelli di donna, cactus, pietre, nessuna fontana, una musica in mente, sempre la stessa, sempre in testa, il respiro solo di chi cammina, serpenti, la nostalgia d’una meta, i fiori che appassiscono al sole, la pelle scottata, la schiuma da barba di ieri, la saliva calda e scarsa, i vestiti piegati nel sacco, comunque pochi, e un solo paio di scarpe, ” The bluest eyes in Texas ” sempre la stessa, pensava, adesso ” I tuoi occhi sono blu come le stelle nel Texas….”.
Davvero splendido Giovanni. Complimenti!
Yes, I do think your opinion is righteous. (So do lots of people). Luckily majority of people are intelligent :).