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FILASTROKKE

Pubblicato da markingegno il 24 febbraio 2009

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Filastrokke

 

Invecchiando si ritorna bambini, si dice; sarà per questo che, ultimamente, mi tornano in mente, con struggente nostalgia, i ricordi di circa 20 anni fa, all’epoca della prima infanzia dei miei due figli. Loro ebbero la ventura (non voglio dire né privilegio né sfortuna) di avere un padre “letterato” per vocazione e vi fu, quindi, un periodo di sperimentazione “artistica”. Quello fu, per me, un periodo quanto mai felice dal punto di vista creativo; fu la prima volta che diedi libero sfogo in maniera strutturata alla mia fantasia creando ex novo per loro delle favolette originali (sono quelle pubblicate di recente di cui al link nella sezione vetrina del sito) e filastrocche varie che scandivano i vari momenti della giornata: i pasti, l’addormentamento etc.

Elaboravo e raccontavo storie, inventando anche una nuova terminologia e quasi un nuovo linguaggio, spontaneamente, senza nessun altro fine o intendimento se non per il puro piacere di farlo e loro erano il pubblico ideale, che ogni scrittore sogna di incontrare: recettivi, attenti e partecipi, senza nessun atteggiamento critico. Loro i miei figli all’epoca erano felicissimi di questa situazione, ma la vivevano semplicemente, come una cosa normale, senza alcun senso di confronto. In seguito, con l’arrivo di altri cuginetti si sono resi conto che di solito non succede così e che in fondo sono stati “fortunati”. Ma oggi, nella fase adolescenziale della contestazione, ripensano a quella esperienza, in maniera distaccata, cercando di minimizzare, quasi di rimuovere. Se oggi chiedessi loro un’opinione probabilmente risponderebbero: “non lo so, …….non mi ricordo bene…..saremmo sopravvissuti anche senza, come del resto tutti gli altri bambini che non hanno un padre creativo”.

Ahi, ingratitudine parentale! “Nemo propheta in patria nec in familia”!

 

Ecco alcuni esempi di queste creazioni, che hanno dei riferimenti realistici ai loro giochi (il mitico Supermario fu il loro primo gioco elettronico) ed ai luoghi della nostra vita, in particolare il Residence Magabù a Cefalù. Esse vanno immaginate cantate, seppure io fossi in verità molto stonato, come gli antichi Aedi della Grecia Classica o i Menestrelli del Medioevo ed accompagnate da carezze, massaggi rilassanti (massaggiandogli con i pugni la schiena, io dicevo che impastavo la farina o preparavo le “panelle” che sono un tipico piatto palermitano a base di farina di ceci), grattatine etc

 

1)NINNA NANNA

 

Binario

Tutto triste e solitario

Tu che giochi al supermario

Ma perdi con tutti,

pure con l’armadio

Che nemmeno ha le mani

Per muovere il joystick,

Perché tu…..

Perché tu…..

Perché tu…… sei più scarso di Rosario

Che pure è il più scarso al mondo…

 

(come variazioni sul tema, invece dell’armadio ci poteva essere il dizionario o la radio o il dromedario, “che pure è una bestia……”)

 

2) NINNA NANNA (questa venne fuori per successive modifiche fonetiche e fu impegnativa perché richiedeva delle rime con la parola Jerry: dormi….dormi/

dommi….. dommi/Tommy Tommy/Tommy e Jerry)

 

Tommy Tommy, Tommy e Jerry

Vieni qui e mangia i piselli.

Vieni qui che ti offro uno cherry

Se ti fai tagliare i capelli….

Tommy Tommy, Tommy e Jerry

Porta pure i tuoi fratelli

Che poi prendiamo il boat-ferry

Ed andiamo a Cefalù

Dove il mare è sempre più blu.

Ed andiamo al Magabù,

Dove c’è una bella piscina

Piena piena di bella…..cacchina!

Buona notte bimbi belli

Buona notte da Tommy e Jerry.

 

3) Filastrocche sulla barchetta in mezzo al mare

Sono tutte variazioni su di una originaria filastrocca che cantava mio suocero e che faceva, se non ricordo male, pressappoco così:

 

La barchetta in mezzo al mare

È diretta a Santa Fè

Dove va per caricare

Mezzo chilo di caffè!

 

La comanda un Capitano

Con la barba rossa e blu

Che fuma un sigaro toscano

E proviene dal Perù!”

 

Queste furono alcune delle variazioni creative:

 

IL NAUFRAGIO DELLA POVERA SCARPETTA

 

La scarpetta in mezzo al mare

È diretta a Cefalù

Dove va per incontrare

Una ballerina col tutù.

 

Ma si è stancata di nuotare

Perché non ha il salvagente

È non avendo di che remare

Essa affonda immantinente”

 

LA BARCHETTA DA RIPARARE

 

La barchetta mezza rotta

È diretta a Putipù

Per farsi aggiustare la calotta

Con la colla ed il caucciù!

 

Sta cercando un meccanico

Con la tuta sporca e blu

Ma non lo trova e sai perché?

Di domenica è andato a Cefalù!

 

A PRANZO (sulla falsariga di una famosa canzone, quella dell’eliocorno).

 

Ci son due croccole panate

Ed una mozzarella

Una scamorza affumicata

tante fette di sottilette

Un wurstel senza pelle

Non manca più nessuno

Solo non si vedono i piselli imbottiti.

 

Ecco, questo è un campionario autobiografico, perché in fondo uno scrittore trae sempre spunto dal suo vissuto ed in fondo racconta sempre la sua storia personale.

Voi direte all’unisono: ”Ma a noi della tua vita che ce ne f….?” ed avete anche ragione, anche perché dal punto di vista letterario sono bazzecole, quisquilie e pinzellacchere, per cui il consiglio che posso darVi , a Voi che siete smaliziati Lettori multimediali è quello di fare reset e cambiare canale.

 

Antonio Giordano

 

 

 

2 Commenti a “FILASTROKKE”

  1. andrea dice:

    Ciao Antonio, sai che questo tuo post mi è piaciuto molto? Non tanto per le filastrocche in sé, quanto per il bel tono confidenziale della prosa introduttiva e conclusiva. Dovresti provare a scrivere qualcosa in prima persona, secondo me…

  2. markingegno dice:

    Ti ringrqazio del commento. Sto già lavorando, in effetti, a un breve racconto in prima persona, sicuramente in prima persona.
    Presto potrai leggerlo sul sito.
    Ciao.

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