il Sig.Pastina
Pubblicato da martuz il 12 agosto 2009
C’era una volta un signor Pastina
che gioioso se ne stava nella sua casina,
ma un giorno sentendosi troppo stretto
decise di farsi un bel viaggetto,
una cosa lo sorprese:
scoprire sempre verdi distese,
ma mentre per il mondo viaggiava
qualcosa non bastava,
con la terra non era mai sazio,
perché lui sognava lo spazio,
“Che bello, un giorno pensò,
vedere le stelle da un oblò
con la mia astronave. Di certo
sarei sempre contento”.
Fu così
che tra la notte e il dì decollò
e raggiunse le stelle
anche quelle più belle
e mentre se ne andava per il firmamento
tra il gran assortimento
d’astri e pianeti rosa
vide una strana cosa:
un piccolo pianeta era
che vagava da mattino a sera
di braccia ne aveva due
e pure due gambe erano sue,
di sicuro quell’esserino
era un bel bambino,
allora il signor pastina si avvicinò allo strano pianeta
e domandò:
“Perché te ne stai qui solo
nello spazio ,tra le stelle in volo?”
E il bambino che era cortese
a rispondere prese:
“Alla mamma feci un dispetto
non mangiai il suo pranzetto
e all’improvviso mi alzai in cielo
perché ero troppo leggero.
E la mamma ! che dispiacere
quando sparii tra le nuvole nere
e arrivai fin quassù.
Ma non tornerò laggiù
senza aver preso
un po’ di peso
ma se di stelle ce n’è un mare
non c’è proprio niente da mangiare.”
Il signor pastina che è molto buono
ruggì come un tuono:
“Ma bambino mio
adesso ti salverò io,
io sono di pasta
e se questo non basta
chiamerò mia cugina la salsina rossa,
mia mamma la panna, mio nonno il tonno
e se ciò non basta ancora
qui entro un ora
invierò tutto il paese
interamente a mie spese.”
Siccome era anche di parola
tutto arrivò in un’ora sola
il bambino fu molto grato
e dopo aver mangiato
quasi in un secondo
si avvicinò al mondo
finché, con la pancia piena
non atterrò sulla terra di schiena.
In tutta fretta
Volle raggiungere la sua casetta
La trovò, vi entrò dentro
E, che gran sbalordimento!
La mamma non c’era
Si, ma dov’era?
La trovò nella stanza da letto
Sdraiata sul soffitto
Mamma, gridò a squarcia gola
Che fai lassù tutta sola?
Lei sorpresa per l’accaduto
Aver ritrovato il figlio perduto
Pianse e rise insieme
Per tutto quel bene
Poi della domanda si ricordò
E allora così parlò:
“quando te ne sei andato
Per non aver mangiato
Piansi tanto per il dolore
Forse per troppe ore
Che mi dimenticai anch’io di mangiare
Così perdendo peso, cominciai a fluttuare
Il papà tentò di darmi qualche pietanza
Ma è troppo alta questa stanza
Adesso di settimane son tante
Che è uscito alla ricerca di un gigante
Mamma, non ci ha pensato il papà
Perché è una cosa che non si fa
Ma io posso cucinarti un pranzetto
Poi salto alto alto dal letto
Così te lo passo al volo
Ti assicuro in un secondo solo
Ritornerai anche tu
Con me quaggiù
Come io sono ridisceso
Per aver preso un po’ di peso
La mamma era preoccupata ma accettò
Così il bambino per lei preparò
Un panino con il salame
Lei mangiò velocemente per la fame
Poi ripiombò sul letto
In parte al suo ometto
Si abbracciarono forte forte
E le cose non andarono mai più storte
25 agosto 2009 alle 14:06
Ciao Martuz. Piacevolissima questa tua filastrocca.
Grazie per avercela fatta leggere
10 settembre 2009 alle 15:51
Bravo Martuz, una favola molto carina raccontata in rima!