LA GUARITRICE – prima parte
Pubblicato da meled il 10 gennaio 2008
La guaritrice
La Guaritrice si sedette.
Si concedeva questo raramente quando praticava la sua arte, ma quel giorno era così stanca….. una nebbia leggera avvolgeva il suo cuore, lo sentiva lontano, sconosciuto e i suoi pensieri nuotavano come pesci nella profondità di uno stagno ombroso.
“Che strana sensazione”, pensò, “è come un’attesa, un languore leggero, un tenero stordimento”.
I suoi piedi presero la via del giardino e, mentre sempre assorta rifletteva, vide un uomo seduto sereno sotto un albero.
Non lo conosceva, e si stupì della sua presenza in quel luogo, ma, chissà per quale strano motivo, la sua presenza le sembrava opportuna e appropriata.
Fece per allontanarsi cosicché i suoi passi non lo disturbassero, ma l’uomo la chiamò.
“Come fai aconoscere il mio nome ?” chiese la Guaritrice.
“Questo pocoimporta.” Lui disse. “Ma forse è miglior cosa che tu impari il mio. Io sono Lao Tzu”.
“Tu, quindi, sei il grande saggio” lei disse stupita.
Ma l’uomo, senza darle retta, le disse:
“Ricorda : La via del cielo è di ben vincere senza contendere, è di ben suscitare risposta senza parlare, è di ben attrarre senza chiamare”. Questo è ciò che tu volevi sentire. Questo è ciò che tu volevi dire. “ Poi chiuse gli occhi e si mise a meditare.
La donna, perplessa se ne andò, continuando a pensare a quella strana frase che, stranamente le evocava qualcosa….. qualcosa che non riusciva ad afferrare, che era leggera ed evanescente come l’ombra dei sogni che rimangono appesi alle ciglia, quando viene il mattino.
Tornò al suo lavoro, ma poco dopo arrivò per lei un messo. Il Guerriero, che aveva nei giorni passati curato, le esprimeva compiacenza per come aveva assolto alle sue mansioni.
Lei da anni curava ogni persona e ricchi e potenti e poveri e sciocchi e saggi e sofferenti, tutti avevano lasciato delle tracce dentro di lei, ognuno di loro l’aveva colpita in qualche modo, ma il Guerriero……. il Guerriero era speciale.
Le aveva parlato con le parole del vero e lei non riusciva a nascondersi alla sua voce.
Egli, inoltre, aveva promesso di insegnarle la Via dell’Acqua e questa promessa era per lei un
tesoro tenuto stretto nel cuore.
Quindi, per tutto ciò, molto le era caro il messaggio, ma l’uso e le convenzioni le imponevano di sorridere e solo ringraziare.
Chissà perché, quindi, all’improvviso, senza quasi volere, scrisse la frase che il saggio le aveva detto e pregò il messo di consegnarla al suo padrone.
Fece questo arrossendo, vergognosa, perché molto rigide erano le regole che governavano quei tempi e quei regni.
Presto iniziò a chiedersi il perché del suo agire, ridendo di quel suo nuovo e strano modo di essere, mentre dentro il cuore continuava a percepire quegli echi profondi, quei ricordi inesistenti, quei ricordi impossibili……
Continuava a pensare alla frase dal saggio: perché le continuava a sembrare così giusta, così appropriata, così inevitabile ?
E perché la sua testa, il suo cuore, le sue vene continuavano ad essere piene di ricordi futuri, di antichi domani, di porte serrate ed inapribili e di chiavi per aprire quelle porte?
Decise di tornare dal Maestro.
“Maestro non capisco cosa mi stia succedendo, le tue parole hanno rapito la mia anima e la
stanno portando lontano, verso sentieri che non dovrei percorrere”
“Ti ho detto solo ciò che volevi sentire, solo ciò che volevi dire. Siediti e rifletti”
Lei meditò e capì la via del cielo: senza chiamare, chiamava……. e attraeva il suo Guerriero, senza parlare, parlava……. e suscitava le sue risposte, voleva vincere
senza combattere, voleva vincere……… arrendendosi.
Il cuore le si fermò.Tutto ciò era proibito. Tutto ciò era inappropriato, tutto ciò era commendevole, tutto ciò era immensamente bello.
Poi lei se ne andò sulla montagna a meditare, e mentre la neve cadeva, fiocco dopo fiocco, lei cercava di capire quali e quanti nodi dovessero venir sciolti.
Cancellò il suo orgoglio e con una risata buttò via la sua presunzione. Strappò i preconcetti serbandone uno soltanto: mai, mai provocare dolore!
Rimasero tre nodi; il primo non esisteva, il secondo non era un nodo, il terzo accettò di tagliarlo con la spada.
Lei non sarebbe mai più stata l’unica, ma solo una delle tante, lei che amava la luce si sarebbe seduta nell’ombra, alla verità avrebbe sostituito il silenzio, alla libertà l’attesa.
Tutto ciò andava fatto. Tutto ciò era inevitabile.
Come l’onda che non può che tornare al mare, come la luna che ingrossa le maree, il tao era scritto.
Il tao era scritto e lei ne leggeva le righe: avrebbe prodotto armonia, perché tale era la sua natura; avrebbe prodotto rispetto, perché loro ne conoscevano le leggi; avrebbe prodotto equilibrio perché non può esistere senza di esso.
Lei tornò dalla montagna.
Ma quando il Guerriero fu davanti alla Guaritrice e quando essa fu davanti a lui, così non fu più.
Il guerriero pensava alle sue guerre ed una presto lo avrebbe condotto lontano.
Il guerriero giocava strani giochi: la chiamava e l’allontanava, la chiedeva e la rifiutava, gli piaceva l’eterno sabato e le promesse di una domenica che non arriva mai.
A volte la sua voce accarezzava, a volte la sua voce feriva.
Il Guerriero era confuso e lei capiva di averlo distratto dai suoi obblighi.
Lei era solo una delle tante: era inappropriata ed inopportuna.
Ma lei era lei.
Unica e speciale.
Si strinse nelle sue vesti e sorrise al tramonto.
L’acqua del fiume scorreva ed andava, andava, andava, sempre diversa sempre uguale.
Lei era adusa a lottare con le onde ma ora aveva deciso di farsi trasportare.
Sorrise al tramonto: di la dal fiume l’attendeva il Guerriero e lei non voleva che l’attendesse
ancora.
Le sue vesti toccarono l’acqua…….
Il telefono squillava, dalle finestre aperte giungevano i suoni della città frenetica e il brusio indistinto dell’ufficio faceva da sottofondo al rumore delle stampanti e dei fax.
“Signorina ! sempre in ozio come vedo! O con una delle sue sciocche riviste, di sciocchi racconti, creati per menti sciocche !! “
“Direttore, che paura! Non vede che ho rovesciato tutto il mug di caffè sulla rivista? Ora è da buttare! Comunque sappia che nella mia ora di pausa faccio o leggo ciò che voglio!”
E, con un gesto
stizzito, la segretaria lanciò la rivista nel cestino.
Li, nel cestino, il caffè caldo continuò a colare e ad intridere la carta.
La rivista si accartocciò lentamente e le pagine si piegarono.
E, per uno strano gioco di pieghe e di luci, la figura della Guaritrice e quella del Guerriero sembrarono spostarsi una verso l’altra fino, forse, a raggiungersi.
Forse.
10 gennaio 2008 alle 12:58 pm
ma come già finito…bella l’idea del racconto nel racconto e aspetterò con ansia il seguito…
Mi raccomando stefania non farmi aspettare troppo!!!
10 gennaio 2008 alle 1:43 pm
Brava Mattiekian, dille di non farci aspettare troppo…
11 gennaio 2008 alle 10:58 pm
bella metafora…..