parole sfuse da mettere nel forno a cuocere

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Divagazioni estive

Pubblicato da nihil il 23 gennaio 2009

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Divagazioni estive

Con il mio amico Gian Luca sto sdraiato in riva al mare con le gambe dondolanti nelle onde, quasi facessero parte di un altro corpo indipendente.
In questa estate calda e torrida l’argomento principale è l’acqua, la mancanza d’acqua, l’esaurimento dell’acqua, lo stolto consumo dell’acqua, l’acqua che non piove.
Improvvisamente Gian Luca ipotizza, tra una divagazione, un commento ed un gelato, cosa accadrebbe se i panni che si lavano non asciugassero più, ma proprio mai più.
Finirebbe che in poco tempo tutti i panni assorbirebbero l’acqua del mondo, ghiacciai sciolti compresi ed il mondo andrebbe in siccità irreversibile, causata dai panni che si tengono tutta l’acqua senza più restituirla. I mari alla fine diventerebbero dei deserti che lascerebbero allo scoperte navi affondate e pesci putrefatti. Certo subito sarebbero fondati paesi e città su questi nuovi territori e probabilmente s’innescherebbero anche nuove guerre sul possesso degli stessi.
“No, le Fosse della Marianne le ho viste prima io… non è vero ci sono arrivato prima di te” e giù missili e cannonate.
“Gian Luca, ma tu un poco d’ottimismo, mai, eh?”
“Gegè, ma tu lo sai che i vestiti potrebbero essere considerati armi improprie e venire lanciati negli ultimi laghetti rimasti per assorbire e rapire quella poca acqua rimasta al nemico?”
Gian Luca prevede gli scenari sconvolgenti che si presenterebbero nell’attesa che le camice, i maglioni, le tovaglie ed altro restituiscano il prezioso liquido.
A nulla varrebbe strizzarli, appenderli a gocciolare o pregarli di recedere dalla loro insana pazzia, ammesso che ci possa essere anche una pazzia sana.
Come una gigantesca spugna, essi tratterrebbero il nostro più prezioso elemento biologico.
“Ho la soluzione- urlo io all’improvviso – mettiamo tutti i vestiti bagnati nel Po, così esso stesso medesimo tornerà ad avere acqua!
Dovrebbe essere divertente navigare su un modello Versace, non ci ho mai provato. Presumo che alle sorgenti del Po (montagna) prevarrebbero gli abiti pesanti,mentre alla foce (mare) prevarrebbero costumini e prendisole. Pensa un poco, un fiume a quattro stagioni!
Certo che poi se cambiano le mode, diventa un bel casino, bisognerebbe tirare fuori tutto e cambiare il fiume”
“ Nè, Gegè, mi sovviene ora che qualcuno potrebbe rubare gli abiti e imbottigliarli. Se vogliamo essere ottimisti però, pensiamo che così non dovremmo lavare di nuovo gli essi stessi medesimi abiti. Un’altra soluzione sarebbe non lavare più nulla e usare la scorta asciutta per l’inverno e quella bagnata per l’estate. Per le mezze stagioni consiglio un uso alternato. “
“Gian Luca, ma ci pensi che gli americani hanno il Missisipi, che è molto più lungo del Po? Già nel nome gli americani ci battono in lunghezza, noi poveri, squattrinati e privi di fantasia, abbiamo saputo dare al nostri fiume più importante un nomino di sole due lettere. Se ci fregano, in modo ovviamente preventivo, un paio di cammion di panni bagnati, noi rimaniamo con solo la P! P, come pirla.””
Mentre chiacchieriamo non ci siamo accorti che è iniziata l’alta marea.
Essa ha bagnato il nostro telo da mare, e mentre lo spostiamo ci accorgiamo che pesa almeno un chilo di più di quando è asciutto.
Ci guardiamo preoccupati.
“Né, Gian Luca, non è che…”
“Naaaa, ma cosa vai a pensare……, ma lo sai quanti teli ci vorrebbero per prosciugare il mediterraneo? Dunque vediamo un poco … l’area, più la percentuale dell’altezza delle onde, diviso per 3,14, considerando poi le correnti del sud e la qualità delle stoffe cinesi, teorizzando poi che anche il peso specifico dei cateti ha la sua importanza..….”
Lui cammina davanti a me sulla battigia e a me sfuggono, per colpa del vento, molte delle parole che borbotta, ma prometto che vi farò sapere la soluzione del problema.
Se avrete pazienza, ovviamente.

8 Commenti a “Divagazioni estive”

  1. emmaus2007 dice:

    Bello. E originalissimo. Il tipo di storie che piacciono a me. Forse varrebbe la pena continuarlo.
    Ciao! Grazie di questi cinque minuti di svago!

  2. nihil dice:

    Già, si potrebbe ipotizzare che ad un certo punto i panni bagnati vengano trattati come reliquie e trafugate da un altare all’altro. Naturalmente i panni cristiani dovrebbero entrare in guerra con quelli islamici, quelli islamici con quelli ebraici…e come al solito si avrebbe una bella guerra.
    Ma guarda te, cosa potrebbero far accadere un paio di maniche bagnate!
    Meglio infilare tutto nell’asciugatrice, per la pace del mondo.
    N. :))

  3. caterina dice:

    ciao Nihil!!!!!!!!!!!
    una domanda : ma cosa c’era nel gelato?
    eheheheh, dai scherzo!!!!!!!!
    questo racconto, questa divagazione, e’ speciale perche’ parlate del “mio” Po.
    Loro avranno tutti i Mississippi del mondo ma non sapranno mai cosa significa la nebbia che cala su queste acque, la magia di essere catapultati nel suo letto dopo aver fatto una sosta forzata nella chiusa di Governolo, il profumo dei fiori di loto, lo schricchiolio delle zattere cui attraccare e la poesia dei piccoli ristoranti sulle sue rive dove scambiarsi parole d’amore…
    d’ora in poi usero’ materiale idrofobo quando andro’ al mare…onde evitare di assorbirne un po’, da vera amante dell’acqua!
    stelline come se piovesse per te , amica cara!

  4. andrea dice:

    Molto interessante questo “delirio” che inizia con una dissolvenza e finisce allo stesso modo. Pare quasi di sentirli quei due che parlano “a vanvera”…

  5. nihil dice:

    eheheh, dietro alla vanvera, c’è sempre un mondo alato. N.

  6. giangia dice:

    Bello, Nihil, proprio bello!
    Potrebbe essere un spunto per un pesce d’aprile: “Studi scientifici d’oltreoceano rivelano l’approssimarsi di una catastrofe ecologica che metterà in pericolo la sopravvivenza dell’intero pianeta…”. Pensi che qualcuno potrebbe…berla?
    Ciao
    Giangia

  7. nihil dice:

    Ciao Giangia. Se qualcuno potrebbe crederci? Perchè no, c’è chi crede ancora all’oroscopo, alla politica, alla Befana… )): N.

  8. nihil dice:

    Ciao Cat, il tuo commento è già una poesia dedicata al Po. N.

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