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Universi paralleli

Pubblicato da poetto il 19 febbraio 2009

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Sono davanti alla chiesa di san Giorgio, vicino all’ospedale.
È una calda giornata d’estate.
Mi fermo per prendere un po’ di fiato, la salita stanca.
Improvvisamente una goccia di pioggia si posa sulla mia mano, guardo in alto, il cielo è diventato nuvoloso.
Inizia a piovere, un classico acquazzone estivo.
Per ripararmi dalla pioggia entro dentro la chiesa dove non c’è nessuno, o per lo meno, non vedo nessuno.
Un lampo colpisce proprio l’ingresso della chiesa, una luce intensa, un boato mi colpiscono in pieno.
Mi ritrovo a terra, per fortuna non mi sono fatto nulla.
Esco dalla chiesa, come esco mi trovo davanti ad una visuale insolita.
Davanti a me svetta un grattacielo di venti piani circa, che prima non c’era.
Come è possibile?
Mi avvicino all’ingresso di questo palazzo, è un albergo.
Nel frattempo la pioggia ha smesso.
Continuo la mia salita diretto verso l’ospedale.
Faccio tutta la salita ed arrivo ansimante davanti all’ingresso.
Entro, sorpresa, si paga.
- Sono 3 euro – mi dice una signora posta dietro il bancone d’ingresso.
- Come 3 euro?! scusi ma ora si paga anche per entrare in ospedale?
- Ospedale? guardi che l’ospedale non è più qua da almeno 3 anni!
- Non è possibile! senta io sono venuto la settimana scorsa per un mio parente.
- Non so cosa dirle! lo facciamo il biglietto?
Mi allontano dalla fila, che intanto andava a crearsi, sempre più confuso ed incapace di dare un senso logico a quello che mi sta accadendo.
Scendo verso via Roma.
Nella discesa incrocio un mio amico, Lorenzo.
Questi mi saluta con la mano, contraccambio.
Solo che Lorenzo è morto due anni fa a causa di un aneurisma, giocando a calcio in un campo alla periferia della città.
Non può essere lui!
Squilla il telefonino.
- Ciao! Quando torni da questo museo? – al telefono è Nadia.
- Museo? dovevo andare a trovare zia Paola.
- Aldo cosa stai dicendo? zia Paola è in Brasile col marito. Ma ti senti bene?!
- A dire il vero non lo so neanch’io! stanno capitando tutta una serie di cose strane!
- Cioè?!
- Prima ho incrociato Lorenzo.
- E allora?
- Come allora?! siamo andati al suo funerale due anni fa!
- Al suo cosa?! Ma che stai dicendo?!
Le dico del grattacielo, del fatto che il museo della sanità fino ad ieri non esisteva, lei inizialmente pensa ad uno scherzo, poi, come continuo a parlare, e visto il tono delle mie parole, si convince che qualcosa non quadra in me, qualcosa mi deve aver fatto saltare qualche rotella, almeno questo è quello che lei percepisce.
- Dove ti trovi? – mi domanda preoccupata.
- In Via Sassari.
- Bene resta lì, tra un po’ passo. Mi raccomando non ti muovere! Va bene?
Mi avvicino all’edicola che c’è vicino al semaforo, prendo un quotidiano.
In prima pagina dice che le sanzioni contro Saddam Hussein non hanno avuto l’effetto sperato.
Nella pagina della cultura parla di una mostra che verrà ospitata eccezionalmente nelle torri gemelle.
Cosa sta succedendo?
Qualche mese fa, leggendo una rivista, ho letto della possibilità dell’esistenza di universi paralleli, non ho dato peso alla notizia, pensando che, ammesso che possano esistere, questi “viaggerebbero” paralleli gli uni agli altri senza mai incontrarsi.
Mi viene in mente che sia successo uno di quegli episodi che possono accadere solo una volta su un miliardo.
Per una astrusa combinazione del caso, io insieme al mio omologo di questa dimensione, ci siamo ritrovati nello stesso spazio allo stesso istante, un fulmine ci ha preso di striscio, questo ha causato l’inversione di “universo”, cioè io mi sono ritrovato qui e lui si è trovato al mio posto.
Naturalmente questa è una spiegazione astrusa, ora non saprei darne un’altra.
Anzi un’altra ci sarebbe: sono “matto” e la mia mente ha inventato tutto.
Nadia arriva con la vecchia 126.
Rinuncio a fare domande, la 126 l’abbiamo fatta rottamare tre anni fa.
- Dai! sali in auto!
- Ciao…allora non so come iniziare….
- Cosa sono queste storie che mi stavi dicendo al telefono?
- Io non sono quello che tu pensi. Ma sono un’altra persona.
- Che cavolo stai dicendo?! ti sei bevuto il cervello? senti ora andiamo di filato dal medico.
- A fare cosa?
- Aldo tu non stai bene!
Forse ho capito cosa è successo.
Per qualche strana ragione questo universo parallelo si deve essere creato dai sette ai dieci anni fa, quindi è possibile che il mio omologo di questa dimensione non abbia il nuovo tesserino di riconoscimento.
- Allora questo come lo spieghi?! – faccio a Nadia, mostrandole il tesserino.
- E’ un tesserino! E allora?
Pensavo, ingenuamente, che la vista del tesserino potesse far scattare qualcosa in Nadia, non ha fatto nessun effetto, è stata una mossa stupida dettata dal non saper più che fare, che dire.
Arriviamo dal medico.
La solita fila di gente oggi non è presente.
Nadia si era già preparata portandosi appresso il foglio del medico.
- Buonasera dottore. Sono qui per Aldo.
- Buonasera, prego sedetevi!
- Vede questa mattina ho chiamato Aldo al telefono ed ha iniziato a dire delle cose senza senso.
- Cose di che genere?
- Ha detto che Lorenzo, un suo vecchio amico, era morto due anni fa e noi eravamo andati al suo funerale e altre stranezze.
Seguo la conversazione tra Nadia ed il medico, loro parlano come se non fossi lì presente, come se fossi invisibile, anzi come se stessero parlando di un’altra persona in quel momento assente.
Dopo diversi minuti di conversazione, il medico si volta verso di me, fa un sorrisino da ebete, poi, rivolgendosi a me:
- Signor Aldo, mi dica, cosa è successo questa mattina?
Sono arrivato alla conclusione di essere, per incredibili circostanze, in un’altra dimensione.
Se voglio continuare a vivere la mia vita di sempre, devo evitare che questi pensino che io abbia problemi psichiatrici.
Devo poi trovare il modo di ritornare nella mia dimensione e continuare lì la mia esistenza.
- Guardi dottore deve essere stato il caldo. Mi era sembrato di vedere un amico …sicuramente non era lui. Forse ho bisogno di riposo. Ho paura che se continuo con questo ritmo andrò incontro ad un esaurimento nervoso.
- Bene! le darò tre giorni di malattia. Solo che, visto anche la preoccupazione della signora, consiglio di effettuare una visita da questo specialista – dice il medico, avvicinandomi una richiesta di visita specialistica.
Ho capito che sarà difficile convincere Nadia dell’universo parallelo; come non darle ragione?
Stento a crederci anch’io!
In auto mi chiedo se anche il mio omologo sia arrivato alla mia stessa conclusione.
Se così fosse allora dovremo trovare un modo per ritornarne nei nostri rispettivi “mondi”.
L’evento che mi ha portato qui è stato talmente eccezionale che pensare di poterlo ripetere sarebbe veramente poco realistico.
Temo che dovrò rassegnarmi a vivere questa vita al posto dell’altro Aldo di questa dimensione.

Un commento a “Universi paralleli”

  1. andrea dice:

    Ciao Poetto.
    Intrigante l’idea alla base del tuo racconto, ma forse avresti potuto metterla a frutto un po’ meglio concedendoti piu’ spazio per elaborarla a dovere.
    Ben scritto, comunque.

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