Il postino di Pedralonga – seconda parte
Pubblicato da poetto il 27 maggio 2009
Continuo il mio giro.
A Firenze abitavo all’ultimo piano di un palazzo, dal balcone della mia cameretta si vedeva Viale Europa; una volta, in quella strada, una macchina mi fece volare dal motorino, proprio nel tratto che si vedeva dal balcone della mia vecchia cameretta.
Ricordo lo spavento, per fortuna me la cavai qualche contusione; il motorino, un Bravo bianco, ne uscì con delle “cicatrici” che mio padre fece riparare.
Vicino a casa c’era un bar dove tutto era viola, non sono mai stato tifoso di calcio e per me tutto quel viola non aveva molto significato ma per tanti era un simbolo, mio fratello comprò lì una piletta tutta viola che mi sono portato appresso come portafortuna.
Mentre continuo con le mie divagazioni mentali arrivo alla mia meta.
Famiglia Lotti, non riesco a fare a meno di leggere, lo so non si dovrebbe…c’è la privacy…va bene, allora perché le cartoline si possono tranquillamente leggere? Il mio occhio cade sulla parte scritta.
“Ciao Mario, come poi vedere sono a Trento. Sono tornata da mia madre. Ho riflettuto molto se scriverti questa…me ne sono andata senza spiegarti nulla…ecco! Non…voglio solo dirti che sto bene. Ti prego, non cercarmi più, non mandarmi più messaggi. Lo so è difficile, lo è anche per me ma non voglio più rivederti. Addio!”.
Alcune parole sono cancellate, altre sono scritte sopra ad altre; uno scritto molto sofferto.
Mi sento un guardone ad aver letto una missiva del genere.
Mi domando perché scegliere questa forma per troncare con una persona?
Mario Lotti è un ragazzo di quasi trent’anni che lavora in Comune.
Abita con i genitori, figlio unico.
Mario è il tipico bravo ragazzo, quello della porta accanto.
Avevo notato che Chiara, la sua ragazza, da qualche tempo non si vedeva più in giro, non pensavo, però, che fosse giunta la fine del loro rapporto, sembravano così affiatati, giravano spesso mano nella mano.
L’immagine della cartolina, il lago di Caldonazzo, è in contrasto con il contenuto della stessa; da un lato l’estate, la voglia di vivere, la spensieratezza delle vacanze, dall’altro un amaro addio.
Imbuco la cartolina.
Mario deve essere a lavoro, immagino già quale potrà essere la sua reazione alla vista di quella cartolina, chissà come le darà fastidio il fatto che quelle parole siano state affidate ad una cartolina che, potenzialmente, possono leggere tante persone, un modo per ferire ulteriormente la sua anima.
A volte non credi che certe persone siano in grado di fare determinate cattiverie, le vedi e ti convinci, non si sa poi perché, che certe cose loro non potranno mai farle…invece!
Altra bolletta.
Famiglia Padoan, è la bolletta del telefono.
Mi avvicino al cancello, alle mie spalle una voce.
. Carlo! Aspetta…
. Oh! Signor Pietro…sempre in giro! – Il signor Padoan, un signore alto, magro, con pochi capelli sulla testa e con degli incredibili occhi azzurri, si avvicina con un giornale in mano.
. Da quando sono in pensione non riesco a trovare un posto dove fare l’uovo. Che mi porti di bello?
. A occhio e croce direi che…
. Una bolletta. Sai che l’ultima ho pagato quasi 150 euro?
. Ha internet?
. Si! Ho un vecchio collegamento…non me ne intendo di roba elettronica…io accendo, guardo e intanto il tempo passa e la bolletta cresce.
. Perché non si mette una linea Adsl?
. Guarda, io facevo il generico presso un ospedale, conosci Sacile?
. Sacile? no…dove si trova?
. Si trova a pochi chilometri da Pordenone, io sono di lì, lo sapevi?
. A dire il vero no.
. Sono venuto a vivere qui per mia moglie. Aveva tutti i parenti qui, la sorella, una zia, due nipoti, ora siamo rimasti solo io e lei, miei figli sono a Porcia…scusa….ogni tanto divago….mi dicevi di questo Adsl.
. Con l’Adsl si può pagare un tanto al mese indipendentemente da quanto tempo si rimane al computer.
. Senti ma tu sei capace di montarmi questo coso? Se io lo compro tu…
. Non è così semplice…senta facciamo una cosa io questa sera vengo a casa sua e ci mettiamo d’accordo per mettere la linea Adsl…cosa ne pensa?
. Ah…per me va più che bene, ora lo dico a Paola, anzi, sai che ti dico, prepariamo una bella cena….
Mi sono rimediato una cena gratis.
Non sono un grande esperto, cercherò di essere utile e poi mi fa piacere ampliare le mie conoscenze sociali, diciamo così.
Per oggi il mio giro è finito.
Faccio per dirigermi verso la sede quando vedo, in fondo alla strada tra due Suv che quasi la nascondono, l’auto di Carlo Massa.
Questa è una vecchia Fiat Punto, color amaranto.
Guardo dentro l’auto, la polvere accumulata mi fa pensare che sia ferma da tempo.
Sono indeciso sul da farsi, se lasciar perdere o far presente ai carabinieri queste stranezze.
Non vorrei fare una gaffe, magari denuncio una scomparsa, per giunta di una famiglia, e poi questa è casa di qualche parente chissà dove.
Mentre guardo l’auto mille ipotesi si affacciano alla mia mente.
Magari sono venuti dei parenti a prenderli oppure hanno affittato un’auto o …penso che prima di andare dai carabinieri sia meglio provare, discretamente, a chiedere in giro.
Voglio vedere se qualcuno li ha visti, d’altronde potrebbero anche trovarsi in difficoltà ed un mio intervento potrebbe essere utile.
……..continua……..
27 maggio 2009 alle 22:16
anche questa parte e’ molto godibile.
nei paesi e’ cosi, piovono gli inviti, le vie divntano salotti a cielo aperto.
bravo.
stelline per te e attedno di vedere quel Carlo li’ che fine ha fatto…
28 maggio 2009 alle 15:12
Certo che essere mollato per cartolina… povero Mario!
Anche questa parte si legge che e’ un piacere, e quell’allusione al Carlo disperso aggiunge quel pizzico di mistero in piu’ che non guasta mai.
Resto in attesa del seguito